Da: avv. Eugenio Gargiulo (eucariota@tiscali.it)
Durante una lite per il parcheggio, gli insulti tra automobilisti non costituiscono più reato!
Anche a causa della piega «realistica» presa da cinema, teatro, letteratura e, ovviamente, Tv, le parolacce e le espressioni «scurrili» sono diventate così frequenti da aver, talvolta, perso la «portata offensiva». Parole della Corte di cassazione che con la recentissima sentenza 15710/2014 ha confermato l'assoluzione dal reato di ingiuria di un uomo che si era rivolto a una signora che aveva ostruito un passo carrabile urlandole «mi hai c... il c...».
Gli insulti tra automobilisti non costituiscono più reato. Soprattutto se gli interessati sono giovani: perché ormai frasi volgari e riprovevoli sul piano morale - come "non rompermi i c..." - sono usate come "intercalare" o come "rafforzativo di un pensiero". Lo ha stabilito
Questo l'episodio incriminato: un trentenne, uscendo rapidamente da un posteggio ha sfiorato l'altro ragazzo che era appoggiato alla propria auto. Dinanzi alla reazione di quest'ultimo - che gli ha urlato "Ma che cosa stai facendo?" -, il trentenne non ha badato al galateo e gli ha gridato dal finestrino "non rompermi i ...". Dal posteggio al vicenda è approdata in tribunale. E ora
Spiegano i giudici che "la coscienza sociale ormai diffusa si è arresa di fronte al diffondersi di gratuite volgarità, fatte circolare anche attraverso il mezzo televisivo, e ritiene che non vi sia alcuna carica offensiva nell'espressione considerata". "Tutto ciò - aggiunge
Frasi come quella usata dal trentenne sono "certamente riprovevoli sul piano morale e indice di scarse capacità espressive", ma tutta via non ledono l'onore, tutelato dall'artico 594 del Codice Penale. Insomma, i tempi sono cambiati e le espressioni come "non rompermi i c..." vanno interpretate con più indulgenza, come se si trattasse - suggerisce
Foggia, 8 aprile 2014 Avv. Eugenio Gargiulo
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