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mercoledì 10 gennaio 2024

Sergio Armaroli. Oggetti d’affezione

MADE4ART è lieto di presentare "Oggetti d'affezione. Libri appesi e stretti, Teatrini e Oggetti poetici di un museo interiore per un teatro immaginario e un Autoritratto Vide(ou)", mostra personale dell'artista, poeta, musicista e compositore Sergio Armaroli. Il progetto, a cura di Vittorio Schieroni ed Elena Amodeo, è visitabile presso la sede di MADE4ART in Via Ciovasso 17, nel quartiere Brera, ampliandosi presso lo spazio di ascolto e sperimentazione ERRATUM in Viale Andrea Doria 20, entrambi a Milano. 

L'esposizione si compone, a partire dalla raccolta intima di alcuni oggetti d'affezione scelti dall'artista, di tre motivi composti con i "Libri appesi e stretti" per una lettura impedita, con i "Teatrini", messa in scena nello spazio di una piccola scatola scenica per un teatro portabile, e con "Dettagli" decontestualizzati attraverso le immagini fotografiche di Francesca Pozzi, dove la loro rappresentazione attraverso il dettaglio fotografico è straniante e atto a spostare il significato, raccogliendo collezioni e frammenti di un mondo di cose trovate. L'oggetto si pone nel mezzo tra l'immagine e il suo significato eluso, la sua funzione dimenticata nel dettaglio dove è perduto ogni riferimento al reale. 

Quale archetipo della mostra l'"Autoritratto Vide(ou)" nel duplice significato di "vedere/visione" e ritualizzazione vodou/vudù: spirito, segno del profondo; nella duplice forma di proiezione video in situ e di presenza oggettuale-scultorea. 

"Oggetti d'affezione" vuole concentrare l'attenzione sulla produzione oggettuale dell'artista intesa come scultura e atto mancato, non un ready-made, ma un oggetto poetico e d'affezione. 

Il progetto si completa con il parallelo simultaneo allestimento di tutti gli oggetti poetici in un ideale museo interiore come quello di ERRATUM, teatro di teatri, esso stesso oggetto d'affezione e luogo di consistenza poetica, quali oggetti-parola di una poetica inoperosa, catalogati secondo criteri di somiglianza in un archivio immaginario a cura di Elena Amodeo e Vittorio Schieroni. 

Di tutti questi oggetti verrà realizzato il catalogo generale, sempre a cura dei Titolari di MADE4ART. 

L'esposizione presso la sede di MADE4ART è accessibile dal 18 al 30 gennaio 2024 con opening giovedì 18 gennaio dalle ore 18 alle 20; per gli altri giorni apertura al pubblico il lunedì dalle ore 15 alle 18, dal martedì al venerdì dalle ore 10 alle 18 e il sabato dalle ore 15 alle 18. Sempre nelle stesse date è possibile prendere visione della mostra presso ERRATUM esclusivamente su appuntamento. 

"Sergio Armaroli. Oggetti d'affezione. Libri appesi e stretti, Teatrini e Oggetti poetici di un museo interiore per un teatro immaginario e un Autoritratto Vide(ou)" 
a cura di Vittorio Schieroni, Elena Amodeo 
18 - 30 gennaio 2024

MADE4ART 
Spazio, comunicazione e servizi per l'arte e la cultura 
Via Ciovasso 17, Brera District, 20121 Milano, Italia 
Fermate metropolitana Lanza, Cairoli, Montenapoleone 
www.made4art.it, info@made4art.it, +39.02.23663618 
Opening giovedì 18 gennaio ore 18 - 20 
Dal 19 gennaio: lunedì ore 15 - 18, martedì - venerdì ore 10 - 18, sabato ore 15 - 18 
Ingresso gratuito, su appuntamento 
Si invita a verificare sempre sul sito Internet e i social network di MADE4ART eventuali aggiornamenti sugli orari e le modalità di accesso allo spazio 

ERRATUM 
Viale Andrea Doria 20, 20124 Milano, Italia 
Fermata metropolitana Caiazzo 
www.erratum.it, erratumemme@gmail.com, +39.333.969223 
Apertura esclusivamente su appuntamento 

Ha superato i 130.000 iscritti la piattaforma Dantebus: dopo il lavoro gli italiani diventano poeti (35%), pittori (30%), fotografi (25%) e scrittori (10%) per passione

Sono saliti a 132.418 gli aspiranti artisti tra emergenti e appassionati, 49,4% uomini e 50,6% donne, 40 anni di media, che si sono rivolti alla casa editrice, unica nel genere in Italia con spazi espositivi Dantebus dedicata agli artisti non professionisti che oggi apre la sua seconda galleria d’arte a Firenze, in via dello Studio, dopo quella romana in via Margutta, proprio per dar loro visibilità. I poeti la fanno da padrone con il 35% del totale, seguono i pittori al 30%, i fotografi (recentemente inseriti) con il 25%, e i narratori con il 10%.

Questi artisti di lavoro fanno tutt’altro, dall’imprenditore all’operaio, dall’ AD all’impiegato, al giudice, al medico all’insegnante, al cuoco, ma nel tempo libero si dedicano all’arte con il desiderio di condividere quello che fanno esponendolo, provando a venderlo.

Hanno di media 46 anni e provengono un po’ da tutta Italia anche se Lombardia e Lazio hanno percentuali di partecipazione alle attività della community d’arte un po’ più alte.

Dal 2018, data di apertura della casa editrice Dantebus, sono stati pubblicati 815 libri e recensiti 5111 autori. Negli ultimi 3 anni, nella galleria Dantebus di via Margutta a Roma sono state organizzate mostre pittoriche e fotografiche che hanno visto come protagonisti 1120 pittori e 397 fotografi, ma con la nuova galleria a Firenze si apriranno nuove opportunità.

“Dantebus apre la sua seconda galleria d'arte a seguito dell'incremento del numero di artisti (pittori e fotografi) che, attraverso i propri concorsi artistici, ha incontrato nel suo percorso – dichiara Andrea Fusco Ideatore e Ceo di Dantebus - Come la galleria di Roma, anche la galleria di Firenze sorge in un luogo importante: via dello Studio, a due passi dal Duomo. Questo per dare agli artisti selezionati una vetrina di grande importanza in termini di visibilità. La galleria di Firenze, come quella di Roma, sarà anche una libreria sui cui scaffali ci saranno i libri di poesia e narrativa, oltre che i cataloghi delle mostre. In un momento storico in cui le librerie non considerano i poeti e narratori contemporanei non noti (perché non hanno mercato), Dantebus apre appositamente delle gallerie/librerie per dare una occasione di divulgazione anche a chi scrive poesie e racconti, oggi, ma non è famoso”.

 

Dall’analisi delle richieste degli artisti emergono infatti altri dati interessanti: il 90% degli autori (poeti, scrittori, fotografi e pittori) non rinuncerebbe alla versione cartacea - il 70% dei pittori e dei fotografi richiede la possibilità di esporre professionalmente in una location di prestigio come una galleria d’arte in una città importante - il 50% degli scrittori desidera presentare pubblicamente i suoi scritti attraverso eventi dedicati – il 60% degli artisti desidera avere un’offerta completa che comprenda esposizione, catalogo cartaceo e portfolio digitale - il 71% degli artisti (scrittori, fotografi e pittori) desidera avere una valutazione critica scritta sulle proprie opere - il 92,5% desidera avere un feedback sull’interesse del pubblico per le proprie opere - l’84% desidera avere una diffusione delle opere attraverso vari canali (anche social) - il 96% degli artisti (pittori e fotografi) è interessato alla possibilità di vendere l’opera durante l’esposizione - il 40% degli artisti richiede di avere un rapporto di collaborazione continuativa con la Casa Editrice e la Galleria d’Arte - il 33% è interessato ad un confronto artistico con altri autori - il 58% degli autori che ha già avuto esperienze pregresse con altre realtà editoriali desidera avere un prodotto di qualità che si distingua dalle precedenti esperienze.

“Dantebus è l’unica realtà italiana che promuove a 360 gradi la cultura artistica di chi non è ancora famoso, ma desidera mettersi in evidenza e confrontarsi con il mercato, e mette a disposizione 30 professionisti che lavorano con grande passione per divulgare quest’arte nascosta – conclude Fusco – Una parte dei servizi offerti è gratuita (social network, sito ed app per un anno, videopoesia e galleria 3D) ma altre parti hanno un costo vivo (recensione, stampa, correzione bozze, grafica, costi delle gallerie con un personale addetto ed un'apertura 7 giorni su 7) che viene coperto da un contributo che viene richiesto all'autore”.

 

Dantebus Edizioni è la prima Casa Editrice che nasce da un social network per artistiDantebus.com. Dantebus.com (online dal maggio del 2016) offre uno spazio professionale di condivisione per: scrittori (poeti e narratori); fotografi; pittori; fumettisti e artisti digitali.

La Casa Editrice Dantebus nasce, invece, nel giugno del 2018 ed è la prima Casa Editrice che unisce editoria tradizionale di qualità (i libri vengono realizzati con carta di pregio e rilegatura a filo refe) a sviluppo tecnologico con Strumenti Dantebus per artisti come App e Sito dell’artista, Virtual Gallery, Video Poetry.

Nel novembre del 2020Dantebus ha aperto la propria Galleria - Showroom Art & Book, nel cuore di Roma, in Via Margutta, la strada “degli artisti” per eccellenza. Il 13 gennaio 2024 apre Dantebus Firenze, in via dello Studio nell’antico Palazzo Portinari Salviati la seconda Galleria - Showroom Art & Book di Dantebus Edizioni. Due spazi espositivi che danno la possibilità ad artisti emergenti di esporre le proprie opere, ma anche Librerie dove tutti i volumi editi da Dantebus Edizioni sono presentati al pubblico come piccole opere d’arte. 

martedì 9 gennaio 2024

Pirillo (Circolo Saragat-Matteotti), In memoria di Felice Besostri, il socialista che sconfisse le Leggi elettorali incostituzionali

Condivido, con tristezza, questa nota del compagno Aldo Ferrara in memoria dell'amico Felice Besostri, illustre giurista e uomo politico di elevatissimo spessore, sindaco e poi Senatore della Repubblica, grandissimo Socialista; strenuo difensore della nostra Carta Costituzionale e acerrimo nemico delle pessime Leggi elettorali inique e -grazie ai Suoi ricorsi- giudicate incostituzionali! 
Oggi l'Italia è più povera ed il socialismo orfano di un eccellente Compagno!
Personalmente, ed a nome del Circolo, mi unisco al cordoglio del Prof. Ferrara, porgendo le più sentite condoglianze alla famiglia.

Enzo Pirillo, Presidente del Circolo Culturale "Saragat-Matteotti" Roma.



"CIAO FELICE BESOSTRI, HOMBRE VERTICAL!"
Ci ha lasciato l'Hombre Vertical del Socialismo italiano ed Europeo, un Giurista, esperto di pubbliche amministrazioni, diritti umani e protezione delle lingue regionali e minoritarie.

Verrà ricordato alle prossime generazioni di politici come colui che da solo osò porsi contro il mainstream fino a portare alla Consulta la sua protesta contro le leggi elettorali inique che ci hanno privato, e tuttora ci privano, di qualsivoglia rappresentatività. 
Verrà ricordato come un politico capace di incarnare etica e dottrina, strenuo difensore della libertà senza la quale non c'è giustizia. 
Lo dimostrò in Senato sul finire della XIII Legislatura quando fu relatore della legge 482/99 sul riconoscimento e sostegno delle minoranze linguistiche del nostro paese. 
Fu quello il punto più alto della sua carriera politica ed al contempo l'inizio di una lotta continua, duratura e travagliata per affermare il diritto costituzionale di rappresentanza. Che non è solo quella politica o elettorale ma quella che incarna il diritto ad una società paritaria, eguale e multiculturale. 
Fu attraverso quella legge che prendemmo atto e cercammo di sanare le disparità delle minoranze ladine o slovene o di quelle collocate dalla storia in Regioni a Statuto ordinario, come gli albanofoni di Calabria, i grecanici del Salento o gli occitani delle valli piemontesi. 
Ricordo sempre l'esempio più emblematico da Lui citato, in una proiezione europea quanto mai attuale, circa la massima discriminazione delle minoranze linguistiche tra di loro e le liste espressione di minoranze politiche. 
Infatti l'acme fu raggiunto proprio e, paradossalmente, con la legge per l'elezione dei membri del Parlamento Europeo spettanti all'Italia, L. 18/1979, perché le uniche minoranze linguistiche tutelate sono la francese della Val d'Aosta, la tedesca della Provincia di Bolzano e la slovena della Regione Friuli– Venezia e le minoranze politiche sono state eliminate con l'introduzione, con la legge n. 10/2009, di una soglia di accesso del 4%, superiore a quella prevista per il Parlamento bicamerale italiano dalla legge n. 165/2017. Così la battaglia per liberare le minoranze dai legacci si intreccia con quella per la rappresentanza mortificata da congegni elettorali iniqui e lesivi della Costituzione. 
Dopo aver contribuito in modo determinante alla cancellazione da parte della Consulta della legge definita Porcellum, Felice, ricorrendo con tutte le procedure possibili, ha cercato di ridarci quei diritti che la politica aveva negato. 
Lo ha fatto da politico, da giurista, come Ricorrente contro la legge elettorale per il Parlamento europeo e naturalmente per il Parlamento nazionale. 
Non solo a Lui, di certo, ma anche per le sue iniziative, il Comitato per il No al Referendum del 2016 raggiunse la vetta 60%. 
E malgrado quella vittoria, ancora oggi molti diritti, a partire dalla rappresentanza per passare alla salute, ai beni comuni vengono negati senza che si innalzi l'onda della protesta collettiva. 
Sicché Felice, con pochi altri epigoni, si è ritrovato da solo a sventolare il vessillo della Charta Costituzionale ancora da applicare. 
Se si pensa che alla povertà incoming che sta guadagnando larghi strati della popolazione italiana non si dedicano le dovute policies. 
Nessuno meglio di Lui si è avvicendato nei meandri delle leggi elettorali, scontrandosi contro le segreterie dei partiti, anche quelli, a parole, contrari alla attuale legislazione. Un lavorio politico, controcorrente e contro le correnti, che non ha giovato alla sua carriera politica ma che lo ha consacrato come Defensor unicus degli artt. 2 e 3 Cost. e non solo. 
Fino ad arrivare al nonsense di un Parlamento, ridotto in media del 36.50% dei suoi componenti dalla legge cost. n. 1/2020, ma, si badi bene, salvo l'eccezione al Senato della Regione Trentino–Alto Adige/Südtirol cui, in virtù dell'art. 116 Cost., e non per l'art. 131 Cost., sono stati attribuiti 3 senatori della Repubblica, a ciascuna delle due Province autonome di Trento e Bolzano, che pure non sono parti costitutive della Repubblica ai sensi dell'art. 114 Cost., ma della Regione. 
La logica besostriana porta a considerare le deforme sulle leggi elettorali quasi una sorta di grimaldello per l'ultimo affondo anticostituzionale: la legge sul premierato considerata dal PdCM pro tempore la "Madre di tutte le Riforme".
In uno degli ultimi interventi, risalente al dicembre 2023, Felice scrisse, con un altro giurista, Enzo Paolini, "La prima osservazione è che i due termini — "rappresentatività" e "governabilità" — così come proposti nel Disegno di legge, sono del tutto incoerenti e, per quanto riguarda il secondo — la asserita "governabilità" — anche pericoloso. 
Come può essere rispettato il principio di rappresentatività se chi vince, poniamo con il 25% (cioè una maggioranza relativa), prende il 55% dei seggi delle Camere lasciando al restante 75% del corpo elettorale il residuo 45% da dividere tra tutti? 
La "governabilità" poi è un concetto dannoso; ed infatti non c'è nella Costituzione. È stato introdotto con subdola demagogia per giustificare il sistema elettorale dei nominati e dei premi di maggioranza a chi non è maggioranza per poter ripetere il ritornello suggestivo, dei vincitori che si devono sapere la sera delle elezioni, del chi vince prende tutto." 
Come dire, dalle leggi elettorali incostituzionali al vero smantellamento dell'impianto democratico costituzionale il passo è breve. 
Così per noi tutti, socialisti e non, Felice in questi anni difficili è divenuto il portatore di quel vessillo, lacerato in molte battaglie ma pur sempre vivo anche se sfilacciato, sbandierato con onore e coraggio, come avvenne a Valmy quando "gli straccioni contadini" francesi sconfissero le forze prussiane e austriache. 
Girando la pagina del rigoroso Uomo politico e del Giurista, ritroviamo una Figura non meno complessa ma sempre impregnata di umanità solidaristica che emanava dalla sua caratterizzante natura socialista. 
Un esempio di etica socialista e solidale. 
Dei momenti salienti che hanno segnato la mia vita non–solo–professionale-accademica ma dedicata alle esperienze socio–politiche, ricordo una telefonata di circa venticinque anni addietro. 
Dall'altro capo del telefono una voce decisa, quasi imperiosa mi invitava a scrivere per "Avvenire dei Lavoratori", iconica e storica voce della Federazione dei Socialisti Italiani in Svizzera. 
D'allora con Felice Besostri è nato un sodalizio amicale e fraterno dal quale ho imparato moltissimo in termini di etica, scienza della politica, e naturalmente…legge elettorale. 
Felice è stato un fraterno fratello maggiore. 
Ho imparato a non contrastarlo se non con le dovute forme, ne ho sempre rispettato la superiorità intellettuale, lo considero, con altre Personalità che ho conosciuto, una Figura dalla quale ho tratto una costruttiva e positiva contaminazione. 
Hombre Vertical y Socialista, dal ragionamento articolato e mai privo di teoretico rafforzamento: iniziava con la legge elettorale per affondare il coltello nella ferita profonda dei diritti negati. 
Si compiaceva quando lo definivo anche nel privato, "il Pilastro del Socialismo", definizione che tutto sommato non solo non gli dispiaceva ma che evocava una tacita malcelata approvazione. 
Il testimone che ci lascia ha nel suo interno molte irrisolte questioni, in specie una legge elettorale che è frutto della negazione dei diritti e di una non ancora definita "questione delle minoranze". 
Come se Felice, alla maniera di Piero Calamandrei, ci avesse detto "Compagni, la Costituzione è la "Charta" più bella che abbiamo, ma non siamo riusciti a interpretarla nella sua compiutezza né tanto meno ad applicarla interamente ed è rimasta, per certi versi, un pezzo di carta". 
E poiché Felice era un amante della musica classica e operistica, non posso non abbinarlo ad un altro irriverente e non omologato degli spartiti che fu Puccini. 
Anche lui, come Felice con la legge elettorale, lasciò una grande Incompiuta ma il sole dell'Avvenire ripagherà questi Epigoni della Critica e dell'Etica. 
Per ricordare Felice basterà mutuare l'aforisma da lui coniato negli ultimi tempi "Besostri c'è"! 
Hasta luego Hombre Vertical!

-Prof. Aldo Ferrara-


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