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mercoledì 20 gennaio 2021

True CDR: la prossima generazione di strumenti per la prevenzione dei malware

Una delle sfide di sicurezza più impegnative che devono affrontare le reti aziendali è come ottenere una protezione efficace dai file infetti da malware, quando i sistemi di protezione esistenti non sono in grado di rilevare queste minacce.

CDR (Content Disarming and Reconstruction) è una tecnologia israeliana – originariamente sviluppata dalle forze di difesa e adattata per uso civile – che può risolvere questo problema.

CDR è una tecnologia di disinfezione dei file progettata per proteggere dai danni causati dai malware che tentano di entrare nella rete di un'organizzazione attraverso file contenenti codice dannoso. Questa tecnologia è lo strumento più potente per prevenire attacchi malware basati su file. CDR può proteggere da minacce nuove e sconosciute che gli strumenti di protezione tradizionali – antivirus, sandbox e persino sistemi EDR – non sono in grado di fermare.

Il processo di disinfezione dei file non si basa necessariamente sulla scoperta di codice dannoso (che è difficile quando la minaccia è sconosciuta), ma piuttosto sull'interruzione e la neutralizzazione di tutto il codice sconosciuto che si nasconde all'interno dei file, senza congetture, analisi statistiche o analisi del comportamento dell'utente.

Il processo di disinfezione dei file CDR analizza tutti i file prima che raggiungano l'utente. Il malware non viene sempre rilevato nei file. Ma dopo il processo CDR, è possibile affermare con quasi il 100% di certezza che i file sono puliti e sicuri da usare.

File Sanitization – Trasposto da uso militare a civile

CDR è nato per consentire alle organizzazioni di sicurezza israeliane di prevenire le infiltrazioni di malware nelle loro reti protette, a qualsiasi prezzo.

Oggi, ogni rete di computer (non solo reti sicure) è soggetta a molteplici minacce e costantemente presa di mira da attacchi malware. Questi attacchi sono diventati molto diffusi perché tutto ciò che occorre per lanciarli è disponibile online a tutti coloro che lo cercano. Gli amministratori di sicurezza delle reti aziendali hanno capito la necessità della tecnologia CDR, ma poiché la tecnologia era stata originariamente progettata per esigenze militari, inizialmente non era adatta per le imprese.

I primi sistemi CDR sviluppati dalle organizzazioni di sicurezza israeliane utilizzavano diversi motori antivirus anziché uno singolo. Questa soluzione ha funzionato bene quando è stata introdotta per la prima volta una ventina di anni fa, ma con l0evolversi della tecnologia la situazione è cambiata. I criminali sono passati da attacchi basati su file a strategie più intelligenti, attaccando reti specifiche con malware appositamente scritto. Anche quando un file infetto viene scansionato utilizzando tutti i motori antivirus conosciuti, questi attacchi non vengono rilevati. Il motivo è semplice: il motore antivirus deve identificare la firma del malware, ma prima che ciò sia possibile qualcuno deve identificare il malware e aggiornare i dati del motore.

Il grosso problema: la disinfezione lascia i file inutilizzabili

Una volta che i motori antivirus sono diventati inefficaci nel prevenire attacchi malware nuovi e sconosciuti, è stato sviluppato un nuovo metodo di disinfezione dei file basato sulla conversione del formato del file. Spesso, la modifica del formato del file distrugge o interrompe il codice dannoso nel file, impedendone l'attivazione. Il problema principale con l'approccio del cambio di formato è che il file disinfettato non è lo stesso di quello originale e molto spesso diventa completamente inutile.

Per ulteriori informazioni sulla tecnologia True CDR e su Odix è possibile collegarsi al seguente link: https://futuretime.eu/i-nostri-partner/




domenica 17 gennaio 2021

IMQ, Elettrodomestici: dal 2021 più efficienza e durata

Qualcuno potrebbe averle già trovate nelle istruzioni degli elettrodomestici ricevuti in regalo o acquistati a fine anno, tutti gli altri le vedranno di certo esposte a partire dal 1° marzo 2021. Sono le nuove etichette energetiche volute dall'Unione Europea per riportare ordine nella classificazione energetica degli elettrodomestici ma anche per stimolare lo sviluppo di nuovi prodotti sempre più efficienti dal punto di vista energetico. Ma quali sono esattamente le logiche e il funzionamento delle nuove etichette? Le ricorda IMQ, Istituto Italiano del Marchio di Qualità, il maggiore organismo in Italia nella valutazione delle conformità (test, ispezioni, certificazioni) nel settore elettrico.

Perché cambiano le etichette

Come spiegato dalla Commissione Europea, se da una parte le vecchie etichette energetiche hanno indubbiamente contribuito allo sviluppo innovativo dell'industria e alla concorrenza, favorendo l'immissione sul mercato di nuovi prodotti in classi energetiche via via superiori, dall'altra stavano diventando fonte di confusione. La classe "A" seguite da uno o più "+" era diventata quella che raggruppava la maggior parte degli elettrodomestici, lasciando così vuote le classi inferiori e portando il consumatore a non comprendere con chiarezza che un frigorifero in classe A+, in realtà era il meno efficiente dal punto di vista energetico sul mercato. Per porre fine a una situazione poco chiara, alzare gli obiettivi di efficienza energetica e ridare ai consumatori un valido strumento di differenziazione e di scelta dei prodotti in base alla loro effettiva efficienza energetica, si è voluto ritornare alla ben nota scala A-G (Regolamento (UE) 2017/1369) che sarà obbligatoria dal prossimo 1° marzo.

Promemoria per i consumatori

Inizialmente l'aggiornamento potrà creare un po' di confusione tra i consumatori che, abituati a scegliere solo tra classi A, si potranno trovare di fronte a un frigorifero di classe C con le stesse caratteristiche di efficienza energetica di un frigorifero che fino a pochi giorni prima rientrava nella classe A+++, oppure a una lavastoviglie ora in classe E, mentre prima era di classe A++. Ma non bisogna preoccuparsi. Anche se un apparecchio otterrà una classe inferiore, rimarrà altrettanto efficiente. Il cambiamento non riguarda infatti le prestazioni del prodotto, ma solo il suo punteggio. Le differenze tra i punteggi attuali e quelli nuovi sono dovute a più raffinati e in parte severi metodi di misurazione adottati dalla Commissione Europea. In breve, il "declassamento" di una classe energetica del prodotto significa solo che il nuovo punteggio è più preciso e utile. Altro elemento da ricordare è che all'inizio, sul mercato, nessun apparecchio rientrerà nella categoria A e che solo pochi avranno l'etichetta B e C, in modo da incentivare l'innovazione e lo sviluppo di prodotti più efficienti dal punto di vista energetico. Tuttavia, i consumatori dovranno fare attenzione perché i modelli con la vecchia etichetta potranno essere esposti e venduti fino al 30 Novembre 2021. Dal 1° Dicembre 2021 sarà invece rigorosamente vietato vendere i modelli con la vecchia etichettatura.

Quanto si risparmierà

 

Secondo la Commissione Europea le nuove misure sull'ambiente introdotte dalla Direttiva Ecodesign e dal Regolamento Energy Labelling, potranno far risparmiare alle famiglie europee oltre 33 miliardi di euro l'anno, in media 150 euro a nucleo familiare. Il risparmio energetico annuo sarà di 167 TWh (Terawattora) entro il 2030, pari, ad esempio, a quasi il 50% del consumo energetico annuale italiano.

I prodotti coinvolti

Dal 1° marzo 2021 le nuove etichette compariranno nei negozi su lavastoviglie, lavatrici e lavasciuga biancheria, frigoriferi e congelatori (incluse cantinette per vino a uso domestico), televisori e display elettronici. Per le lampade bisognerà aspettare fino al 1° settembre 2021. Nell'ambito dei prodotti commerciali le nuove etichette riguarderanno gli apparecchi di refrigerazione con funzione di vendita diretta.

Come riconoscere la nuova etichetta da quella vecchia

Oltre alla scala di efficienza energetica - che andrà dalla classe A (più efficiente) alla classe G (meno efficiente) senza più lettere doppie o "+" - le nuove etichette saranno riconoscibili dalla presenza, in alto a destra, di un QR-code grazie al quale i consumatori potranno ottenere informazioni supplementari (non commerciali) attraverso la scansione con uno smartphone comune. Schede tecniche, documentazione e dati saranno inseriti dai fabbricanti nella banca dati unionale EPREL cui tutti i cittadini europei potranno accedere via Internet. Il QR-code risolverà in questo modo il limite del poco spazio disponibile sull'etichetta fisica, consentendo al consumatore l'accesso a ulteriori dati, con la possibilità di confrontare rapidamente l'efficienza energetica di vari modelli e individuare facilmente quello che gli consentirà un minore consumo di energia e quindi un maggiore risparmio.  

EPREL, una banca dati centralizzata a favore della correttezza delle informazioni. Scopo di EPREL (EU Product Database for Energy Labelling) è anche quello di agevolare la vigilanza del mercato da parte delle autorità nazionali e dunque contribuire alla trasparenza. Secondo le stime il 10-25% dei prodotti sul mercato europeo, infatti, non è del tutto conforme ai regolamenti di etichettatura energetica. Un dato che viene confermato anche dall'attività condotta da IMQ quale laboratorio di prova di riferimento delle Autorità preposte alla vigilanza del mercato in termini di dichiarazioni prestazionali: nel 2018, su 110 prelievi effettuati dalle Camere di Commercio, l'80% sono risultati non conformi e le relative dichiarazioni prestazionali non corrispondenti.


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Per retail e hospitality, ampliata da Epson la range mPOS con TM-m30II-NT

Dopo il successo riscosso nel mercato dalla range di dispositivi mPOS TM-m30II, Epson ha scelto di ampliare la gamma lanciando il modello TM-m30II-NT, appositamente progettato per soddisfare i requisiti in costante evoluzione dei sistemi POS basati su tablet.

 

La nuova solution TM-m30II-NT, concepita per gli staff di negozi, boutique outlet, piccoli ristoranti, bar, caffetterie, gastronomie e food truck, annovera come funzione principale il tethering di rete che permette alla stampante di fornire una connessione Internet al tablet via cavo.

 

Nel dettaglio, non dover necessariamente fare affidamento sul wi-fi consente di eludere il rischio di possibili interruzioni della connessione e, allo stesso tempo, assicura un’efficace...

 

Continua su:

https://www.technoretail.it/news2/item/4008-per-retail-e-hospitality-ampliata-da-epson-la-range-mpos-con-tm-m30ii-nt.html

 


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In libreria "L'economia del valore"

Esce in Italia per Mondadori

L’ECONOMIA DEL VALORE

di Michael Griffiths, John Lucas 

Mondadori – pagine 324 – euro 25

 

Alla luce del profondo solco scavato dall’ultima crisi finanziaria tra business ed etica, un uomo d’affari, Michael Griffiths, e un filosofo politico, John Lucas, riflettono sulle cause di quel divario e la conseguente perdita di fiducia nel sistema finanziario, e sollecitano un nuovo modo di pensare l’economia in termini di «creazione di valore».

È necessario, sostengono gli autori, riuscire «a inculcare nella pratica dell’attività economica i principi etici di onestà, equità, trasparenza e responsabilità», elevandoli da semplici raccomandazioni «paternalistiche» cui si riserva un’adesione meramente formale a codici del DNA organizzativo e manageriale. Questa concezione trova la sua sintesi perfetta nell’originale concetto di «eccellenza gestionale», intesa come la «virtuosa capacità» di un imprenditore di creare «valore economico» e, nel contempo, di realizzare «giustizia economica», che resta il fine ultimo di ogni attività in tale ambito. Questo presuppone e comporta una più generale ridefinizione dell’economia come scienza morale, e dell’Uomo Economico come soggetto attento sia a massimizzare il profitto, sia ad apportare il proprio contributo sociale.

La sfida lanciata da L’economia del valore è quella di concorrere non solo a ricreare la fiducia del mondo degli affari e del grande pubblico nell’affidabilità del sistema economico e finanziario in cui operano e nella prospettiva di una sua maggiore equità, ma anche a gettare le basi per un Nuovo Pensiero Economico, che conferisca maggiore enfasi e trasparenza, nella rendicontazione dei risultati dell’attività di qualsiasi impresa, sia privata (profit o no) sia pubblica, alla «creazione di valore», valutata sotto il profilo economico, sociale e ambientale.

 

MICHAEL GRIFFITHS

Michael Griffiths, laureato con lode in Lettere classiche all’Università di Cambridge e diplomato in Economia e commercio al British Institute of Management, è stato amministratore delegato per l’Italia presso una società internazionale di consulenza attuariale e consigliere non esecutivo di due società assicurative. Già presidente della Camera di Commercio Britannica per l’Italia, risiede da oltre trent’anni a Firenze, dove è governatore onorario del British Institute of Florence.

JOHN LUCAS

John Lucas (1929 - 2020), già docente al Merton College di Oxford e al Corpus Christi College di Cambridge, è stato presidente della British Society for the Philosophy of Science. Tra le sue numerose pubblicazioni ricordiamo: Democracy and Participation (1976), On Justice (1980) e Responsibility (1993).


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