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sabato 1 dicembre 2012

LA TARANTO DEI TALEBANI E LA CADUTA DEGLI DEI.

LA TARANTO DEI TALEBANI E LA CADUTA DEGLI DEI.

Il progresso, si sa, porta sviluppo tecnologico e sociale, ma produce anche inquinamento. Inquinamento prodotto dalle industrie, prodotto dalla circolazione dei veicoli, prodotto dal riscaldamento domestico. In inverno, spesso, si sente che le grandi città limitano la circolazione dei veicoli e l’uso del riscaldamento domestico, connubio velenoso, per render più respirabile l’aria. Proprio a Taranto l’ex sindaco Rossana Di Bello emise un’ordinanza di divieto al transito in città alle corriere della Sud Est che portavano i pendolari dalla provincia. Nei paesi sottosviluppati dove si muore ancora di fame il problema dell’inquinamento non esiste: aria pura e panza vuota. Ecco perché a nessuno verrebbe in mente di vietare i riscaldamenti o impedire la circolazione dei veicoli per le strade urbane ed extraurbane, ne tanto meno si proverebbe a chiudere qualsiasi attività economica, che direttamente o indirettamente produce inquinamento. Certo è che vige un principio: tutta quanto è dannoso deve stare lontano da noi, in casa d’altri!! Purtroppo spesso gli altri siamo noi e dobbiamo farci una ragione. Ovviamente non manca chi auspica la giunglalizzazione delle città, ma, per fortuna, ancora sono in pochi.

Inoltre, c’è da considerare un altro aspetto, a proposito di inquinamento, non c’è solo l'Ilva e non c’è solo Taranto. Ma anche Gela, Priolo, Bagnoli, Porto Torres, le miniere dell'Iglesiente, Marghera e decine di altri siti industriali ancora in funzione o abbandonati. Quelli di interesse nazionale sono 57. Da una stima approssimativa, per la bonifica servirebbero 30 miliardi di euro, ma nel bilancio del ministero dell'Ambiente, alla voce "bonifiche" sono disponibili 164 milioni. E la salute delle persone che lavorano negli impianti ancora in funzione, quelle che vivono nelle vicinanze, cosa rischiano? Nessuno osa negare, compresi i dirigenti e i proprietari delle aziende, che qualche problema c'è. E il perenne ricatto è: bonificare vuol dire chiudere la fabbrica e mandare a casa decine di migliaia di lavoratori. Ma cosa si è fatto nel passato, cosa si fa oggi e quali sono i programmi futuri per sanare i siti? Una cosa da non dimenticare: le persone coinvolte sono più di 6 milioni. In Italia si calcola che i siti potenzialmente inquinati siano circa 13 mila e di questi 1.500 impianti minerari abbandonati, 6 mila e 500 ancora da indagare e 5 mila sicuramente da bonificare. Poco meno di 13 mila siti sono di competenza regionale (dai distributori di benzina alle piccole fabbriche che lavorano i combustibili), mentre 57 sono sotto la giurisdizione statale. Questi ultimi sono definiti dalla sigla SIN, vale a dire Siti di Interesse Nazionale.

Allora ci si chiede: perché si parla tanto e solo di Taranto e di ILVA?

«Perché a Taranto ci sono i “talebani”, ossia chi non sente ragioni contrarie alle proprie – spiega il dr Antonio Giangrande, presidente della “Associazione Contro Tutte le Mafie” e scrittore-editore dissidente, che proprio su Taranto ha scritto un libro. – Quelli che nel privilegio dell’impiego pubblico si dedicano alla pseudo tutela dell’ambiente. Questi, nel nome della tutela della salute, non chiedono la sanificazione dell’Ilva, ma pretendono la sua chiusura. Non dell’Eni o della Cementir, anch’esse gravemente inquinanti: no, dell’Ilva. Questi che vogliono la chiusura dell’Ilva sono nati con l’Ilva o dopo che questa ha iniziato a produrre. Sono cresciuti con essa ed anche grazie ad essa. Però, si sa, non c’è gratitudine in questo mondo. E’ vero che sin da piccolo (ed i decenni son passati) quando mi apprestavo ad entrare in Taranto, la città da lontano la vedevo avvolta da una cappa di fumo, ma è anche vero che con l’Italsider (odierna Ilva) la gente non emigrava più. Tutti lavoravano in Ilva e tutti lavoravano per l’Ilva. Taranto senza l’Ilva e le altre grandi industrie sarebbe solo una città di cozzari. Ripeto. Non c’è gratitudine.

Affianco agli ambientalisti di maniera troviamo chi da operaio è stato traviato dall’azienda e per gli effetti gli si ritorce contro. Troviamo ancora il capo della procura con i suoi sostituti e l’ufficio del Gip-Gup che, in generale dai dati elaborati in Italia, delle procure è la longa manus. Uomini della Procura che nell’inerzia quarantennale ha deciso di essere deus ex machina senza controllo alcuno e di decidere, da uomini soli, per un’intera nazione.

A proposito degli ambientalisti sprono della magistratura. Il presidente dei Verdi, Angelo Bonelli, e il presidente di Peacelink Taranto, Alessandro Marescotti hanno fornito i dati dello studio del progetto “Sentieri”. Nel periodo 2003-2008 a Taranto è stato rilevato un aumento del 24% dei tumori del fegato e dei polmoni, del 38% per i linfomi e del 38% per i mesoteliomi. Bonelli e Marescotti hanno dichiarato “Il dato veramente preoccupante è quello dei bambini, per i quali si registra un +35% di decessi sotto un anno di età e per tutte le cause. Per quanto riguarda le morti nel periodo perinatale +71%. Questi sono i dati dell’aggiornamento che il ministro Balduzzi non ha voluto comunicare perché diceva che erano in fase di elaborazione. E’ falso perché questi dati sono stati elaborati, stampati e comunicati alla procura della Repubblica il 30 marzo di quest’anno”. Corrado Clini sostiene che questi dati siano falsi. Per questo motivo ha dato mandato all’avvocatura dello Stato di procedere nei confronti di Bonelli, che ha ripetutamente accusato il ministro dell’Ambiente di nascondere i dati sulla mortalità e di fornire informazioni false sullo stato della salute degli abitanti di Taranto. Clini ha detto “Fra l’altro mi preoccupa la diffusione di notizie false che generano allarme tra la popolazione e mirano a intimidire le autorità competenti in materia di protezione ambiente e tutele della salute”.

Certo è che l’annunciata chiusura dell’Ilva di Taranto potrebbe rappresentare uno dei più grandi disastri industriali e sociali del nostro Paese degli ultimi anni, così come il suo funzionamento sembrerebbe esserlo stato per le condizioni di salute della città. E’ questa la considerazione che viene più spontaneo fare di fronte ai numeri sconvolgenti che lo stop degli altoforni di Taranto potranno portarsi come conseguenza più immediata. D’altronde stiamo parlando di un’azienda che rappresenta il 20esimo gruppo siderurgico del mondo, e dunque non è difficile immaginare l’impatto che ci sia sull’economia nazionale, sia in termini occupazionali che finanziari. E cominciamo allora proprio da qui, dal mettere in fila le prime drammatiche cifre sugli effetti umani e sociali di una sempre più probabile serrata dell'Ilva. Nella sola zona di Taranto andrebbero in fumo circa 12mila posti di lavoro, che rappresentano gli addetti diretti allo stabilimento, cifra che sale però a quota 20mila se si considera l’indotto. Quello di Taranto infatti rappresenta il più grande sito produttivo siderurgico d’Europa e allo stesso tempo lo stabilimento industriale con più addetti in Italia. Un particolare non da poco se si pensa che sorge in un contesto cittadino dove recenti statistiche parlano di un tasso di disoccupazione che viaggia intorno al 30%. In pratica chiudere l’Ilva potrebbe significare mettere in ginocchio l’economia di Taranto e a cascata di altre zone della Provincia e della Regione Puglia, visto che dei citati 12mila addetti diretti, solo 4mila sono tarantini, mentre gli altri vengono da fuori. Ma le conseguenze negative non finiscono qui sul fronte occupazionale, perché lo stop di Taranto si porta come conseguenza il blocco della produzione anche del sito Ilva di Genova, dove altri 1.760 dipendenti sono in agitazione perché vedono a rischio il proprio posto di lavoro. E il fatto che la chiusura dello stabilimento di Taranto si porti dietro conseguenze occupazionali così pesanti, si lega, come accennato, al rilievo che la sua produzione di acciaio riveste per l’intera economia italiana. Secondo i dati forniti dalla Confindustria pugliese infatti, la capacità produttiva di circa 10 milioni di tonnellate l’anno di acciaio che arrivano da Taranto, rappresentano circa il 40% del fabbisogno nazionale. Se l’Italia dovesse essere costretta a importare quantità di questo rilievo, andrebbe incontro ad una spesa del valore di circa 9 miliardi di euro. Una cifra che rappresenta circa un punto di Pil nazionale, e il 7-8% del Pil regionale pugliese. Un vero e proprio disastro economico dunque per il nostro Paese, che rischia, come accennato, di sfociare in dramma sociale a Taranto, dove monta la rabbia degli operai rimasti senza lavoro dalla sera alla mattina.

Ma chi vive sulle spalle degli altri con la busta paga pubblica degli operai se ne fotte (l’intercalare spiega bene l’idea).

Gli operai, talebani anche loro. Pronti a marciare su Taranto o a bloccare la circolazione dei veicoli, usando violenza sui malcapitati che si son trovati a passar dalle loro parti. Spintoni o gomme tagliate per chi non solidarizza con loro. L’esasperazione dirà qualcuno. In Italia, infatti, lavorano solo 23 milioni di persone e il nostro è il paese europeo col minor tasso di occupazione. In compenso, come è noto, abbiamo 16 milioni di pensionati oltre a un bel po' di disoccupati e un sacco di altra gente che il lavoro manco lo cerca. E' emergenza disoccupazione. Secondo le ultime stime provvisorie dell'Istat il tasso generale si è attestato all'11,1%. Per questo quando si dice che l'Italia lavora, non è vero. L’Italia non lavora e se ne fotte degli altri, ma il punto è che non vota sfiduciata da questa politica. Mai così tanti disoccupati, mai così tanti non votanti. C’è difetto di rappresentanza e la contrapposizione tra interessi è l’effetto.

Per questo motivo, nel venire incontro a tutti gli interessi in campo il decreto legge varato dal Consiglio dei ministri "stabilisce che la società Ilva abbia la gestione e la responsabilità della conduzione degli impianti e che sia autorizzata a proseguire la produzione e la vendita per tutto il periodo di validità dell'Aia". Il rilascio a ottobre 2012 da parte del Ministero dell'Ambiente dell'autorizzazione integrata ambientale ha anticipato gli obiettivi fissati dall'Unione europea in materia di BAT - best available technologies (tecnologie più efficienti per raggiungere obiettivi di compatibilità ambientale della produzione) di circa 4 anni. Con il provvedimento  - spiega il comunicato di Palazzo Chigi - all'Aia è stato conferito lo status di legge, che obbliga l'azienda al rispetto inderogabile delle procedure e dei tempi del risanamento. Qualora non venga rispettato il piano di investimenti necessari alle operazioni di risanamento, il decreto introduce un meccanismo sanzionatorio che si aggiunge al sistema di controllo già previsto dall'Aia. "I provvedimenti di sequestro e confisca dell'autorità giudiziaria - spiega ancora il comunicato stampa - non impediscono all'azienda di procedere agli adempimenti ambientali e alla produzione e vendita secondo i termini dell’autorizzazione". "L'Ilva - spiega il comunicato stampa - è tenuta a rispettare pienamente le prescrizioni dell’autorizzazione ambientale". Palazzo Chigi definisce il decreto legge "un cambio di passo importante verso la soluzione delle problematiche ambientali, il rispetto del diritto alla salute dei lavoratori e delle comunità locali interessate, e la tutela dell'occupazione". "In questo modo - prosegue la nota - vengono inoltre perseguite in maniera inderogabile le finalità espresse dai provvedimenti assunti dall’autorità giudiziaria".

Il Cdm stabilisce che la società "abbia la gestione e la responsabilità della conduzione degli impianti e che sia autorizzata a proseguire la produzione e la vendita per tutto il periodo di validità dell'Aia (sei anni). L'Ilva è tenuta a rispettare pienamente le prescrizioni. Le bozze del decreto sono state continuamente limate e ritoccate nel corso del Consiglio. Importante era evitare lo scontro frontale con la magistratura. Confermata, l'introduzione di una 'figura di garanzia', una 'figura terza' che possa dare fiducia a tutte le parti coinvolte: non un commissario ma un 'garante' che vigili sull'applicazione rigorosa ed efficace delle prescrizioni Aia. "Il garante - ha spiegato il sottosegretario Antonio Catricalà - deve essere persona di indiscussa indipendenza, competenza ed esperienza e sarà proposto dal ministro dell'Ambiente, dal ministro dell'Attività Produttive, e della Salute e sarà nominato dal presidente della Repubblica". Il Garante acquisirà dall'azienda, dalle amministrazioni e dagli enti interessati le informazioni e gli atti ritenuti necessari, segnalando al presidente del Consiglio e al ministro dell'Ambiente le eventuali criticità riscontrate nell'attuazione delle disposizioni e potrà proporre le misure idonee, tra le quali anche provvedimenti di amministrazione straordinaria. "Qualora non venga rispettato il piano di investimenti necessari alle operazioni di risanamento, il decreto introduce un meccanismo sanzionatorio che si aggiunge al sistema di controllo già previsto dall'Aia", si legge nella nota di Palazzo Chigi. In caso di inadempienze per l'Ilva - ha spiegato a questo proposito il ministro dell'Ambiente Corrado Clini - "restano tutte le sanzioni già previste e in più introdotta la possibilità di una sanzione sino al 10% del fatturato annuo dello stabilimento". Non solo. "Abbiamo introdotto interventi possibili sulla proprietà stessa - ha aggiunto il ministro dello Sviluppo Corrado Passera - che potrebbero togliere enorme valore a quella proprietà: se non fa quello che la legge prevede, vede il suo valore fino al punto di perderne il controllo di fronte a comportamenti non coerenti. E' possibile che variamo la procedura di amministrazione controllata. Insomma, se non si fanno gli investimenti e gli adempimenti di legge, viene messo qualcun altro a farlo". "Non possiamo ammettere - ha detto Monti in conferenza stampa - che ci siano contrapposizioni drammatiche tra salute e lavoro, tra ambiente e lavoro e non è neppure ammissibile che l'Italia possa dare di sé un'immagine, in un sito produttivo così importante, di incoerenza. L'intervento del governo è stato necessario perchè Taranto è un asset strategico regionale e nazionale", ha aggiunto. "Questo caso è la plastica dimostrazione per il passato degli errori reiterati nel tempo e delle incoerenze di molte realtà, sia imprenditoriali che pubblico-amministrative, che si sono sottratte, nel corso del tempo, alla regola della responsabilità, dell'applicazione e del rispetto della legge". La strada del decreto è stata intrapresa per evitare - aveva spiegato Monti - "un impatto negativo sull'economia stimato in otto miliardi di euro annui". Il provvedimento salva i 12mila dipendenti di Taranto e i lavoratori dell'indotto pugliese. Ma anche Genova, Novi Ligure, Racconigi. La possibilità di togliere l'azienda alla proprietà era stata prospettata anche da Clini intervenuto a Servizio Pubblico: aveva fatto intendere che il governo sarebbe stato pronto a prendere in mano la situazione nel caso in cui la famiglia Riva non voglia o non possa far fronte alle prescrizioni. "Sappiamo - aveva spiegato - che per essere risanato quel sito deve continuare ad essere gestito industrialmente. I Riva hanno detto che sono ponti a farlo. Il piano degli interventi prevede parchi minerari, altoforni, batterie delle cokerie. Se non fai questo, è la nostra posizione, non puoi continuare a gestire gli impianti. Se non sono in grado dobbiamo farci carico noi con un intervento che consenta di garantire la continuità produttiva ed il risanamento".

Questo è il potere esecutivo, il cui operato sarà convalidato dal potere legislativo. I magistrati, però hanno una loro ben definita contrapposizione: «Prendiamo atto che il governo, di fronte ad una situazione complessa e con gravi ripercussioni occupazionali, si è assunto la grave responsabilità di vanificare le finalità preventive dei provvedimenti di sequestro emessi dalla magistratura e volti a salvaguardare la salute di una intera collettività dal pericolo attuale e concreto di gravi danni», dice il segretario dell'Associazione magistrati (Anm), Maurizio Carbone, proprio a Taranto sostituto procuratore. Per Carbone «resta tutta da verificare la effettiva disponibilità dell'azienda ad investire i capitali necessari per mettere a norma l'impianto e ad adempiere alle prescrizioni contenute nell'Aia», tenuto conto che «sino ad ora la proprietà ha dimostrato di volersi sottrarre all'esecuzione di ogni provvedimento emesso dalla magistratura». Ed ancora non ha lesinato critiche al provvedimento d'urgenza di Palazzo Chigi: «È un'invasione di campo, dov'è finito il principio della separazione dei poteri? Il decreto legge vanifica di colpo tutti gli effetti dei provvedimenti presi dai magistrati per la tutela della salute dei cittadini. Il governo, così facendo, si è preso una grossa responsabilità».

Per il gip di Taranto Patrizia Todisco la nuova Aia per l'Ilva «non si preoccupa affatto della attualità del pericolo e della attualità delle gravi conseguenze dannose per la salute e l'ambiente». L'attività produttiva dell'Ilva è «tuttora, allo stato attuale degli impianti e delle aree in sequestro, altamente pericolosa». I tempi di realizzazione della nuova Aia sono «incompatibili con le improcrastinabili esigenze di tutela della salute della popolazione locale e dei lavoratori del Siderurgico», scrive il gip. Tutela che «non può essere sospesa senza incorrere in una inammissibile violazione dei principi costituzionali» (articoli 32 e 41). Come è possibile, sulla base di quanto emerso dalle indagini, «autorizzare comunque l'Ilva alle attuali condizioni e nell'attuale stato degli impianti in sequestro, a continuare da subito l'attività produttiva», senza «prima pretendere» gli interventi di risanamento? aggiunge il gip dicendo no al dissequestro degli impianti.

La partita con l'Ilva non è finita, «abbiamo ancora qualche cartuccia da sparare», sorride amaro il procuratore capo di Taranto, Franco Sebastio, che proprio non ci sta a passare per «il talebano», così come viene definito sui giornali, «il pazzo nemico di 20 mila operai», «se solo avessi cinque minuti per un caffè con il presidente Napolitano e con Mario Monti racconterei loro dei bambini che qui nascono già malati di tumore...», si sfoga il vecchio magistrato. La Procura solleva eccezioni di incostituzionalità del decreto legge di Palazzo Chigi, chiedendo l'intervento della Corte Costituzionale. Il diritto all'eguaglianza, ad esempio: la legge è uguale per tutti, no? Ma se la legge è nata per l'Ilva, dove finiscono i principi di astrattezza e generalità?

Intanto, oltre al sindaco di Taranto, alcuni preti della città, alcuni giornalisti tarantini, alcuni parlamentari locali, l’inchiesta coinvolge anche la provincia. Così come per il delitto di Avetrana: nel dubbio, tutti dentro, avvocati compresi. L'inchiesta afferra il Presidente della provincia di Taranto, Gianni Florido, un passato importante da sindacalista quale ex segretario regionale della Cisl e un presente da dirigente locale del Pd. Un'informativa di 182 pagine in parte mutilata da omissis e allegata all'ordinanza di custodia cautelare che aveva già bussato al palazzo della Provincia, relegando agli arresti domiciliari l'ex assessore all'ambiente Michele Conserva, lo fulmina in poche righe. "Si evidenzia - scrivono i militari della Finanza - che alla luce di quanto accertato, vanno ascritte al dottor Gianni Florido, Presidente della Provincia di Taranto, specifiche responsabilità penali per il delitto di concussione o, in subordine, di violenza privata".

Certo è che qualcuno dovrebbe spiegare ai magistrati, che si lamentano quando la legge si stila senza la loro dettatura, che non vi è scontro tra poteri, proprio perché la magistratura non è un potere.

Se l’articolo 1 della Costituzione detta che “La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”, ne consegue che Potere è quello Legislativo che legifera in modo ordinario e quello Esecutivo che legifera in modo straordinario. La Costituzione all’art. 104 afferma che “la magistratura costituisce un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere.”

Ne conviene che il dettato vuol significare non equiparare la Magistratura ad altro potere, ma differenziarne l’Ordine con il Potere che spetta al popolo. Ordine costituzionalizzato, sì, non Potere.

Ordine, non potere, come invece il più delle volte si scrive, probabilmente ricordando Montesquieu; il quale però aggiungeva che il potere giudiziario é “per così dire invisibile e nullo”. Solo il popolo è depositario della sovranità: per questo Togliatti alla Costituente avrebbe voluto addirittura che i magistrati fossero eletti dal popolo, per questo sostenne le giurie popolari. Ordine o potere che sia, in ogni caso è chiaro che di magistrati si parla. Per gli effetti l’art. 101 dichiara che “La giustizia è amministrata in nome del popolo. I giudici sono soggetti soltanto alla legge.”

Ergo: i magistrati devono applicare la legge, rispettarla e farla rispettare, non formarla, né criticarla. Non devono sentirsi portatori di una missione non loro. E nessuna risonanza mediatica può essere ammessa, in special modo quando vi sono interessi più grandi che quelli castali. E si deve ricordar loro, ai magistrati ed alla clache che li santifica, che c’è anche quella legge ambientale che prevede il dogma “chi inquina paga”. Non esiste il dettato tutto di stampo tarantino: “chi inquina, chiude i battenti e tutti a casa”, specialmente se l’industria che viene chiusa, con le tasse che paga, mantiene i suoi detrattori.

Dr Antonio Giangrande

Presidente dell’Associazione Contro Tutte le Mafie e di Tele Web Italia

www.controtuttelemafie.it e www.telewebitalia.eu

099.9708396 – 328.9163996

Autorizzati alla pubblicazione gratuita senza diritto di corrispettiva remunerazione.

Si prega comunque di citare l’autore dell’articolo, non come giornalista, ma come esperto della materia.

Non è spam. Il recapito del destinatario  è pubblico ed incluso in nostro elenco riservato. L’invio dell’e-mail contenete l’articolo/lettera/inchiesta è amicale e non esclusivo. Il contenuto dell’e-mail è diretto a 1500 redazioni locali e nazionali che ne curano la pubblicazione. Non vi è interesse economico ma spirito di collaborazione al fine di una completa informazione. Il contenuto della presente ha valenza di interesse generale nazionale e non ha scopo di lucro o di cooptazione ideologica o religiosa. Il contenuto non è opinione personale, ma frutto delle segnalazioni pervenuteci in sede di una associazione antimafia conosciuta e stimata in tutta Italia. Se disturbo basta rispondere “CANCELLA”. 

 

 

venerdì 30 novembre 2012

Pasqualino Monti sottolinea l’importanza dei porti come viatico per il turismo. “Le crociere sono un modo di trasferire ricchezza alle città e ai territori”

Pasqualino Monti, in qualità di vicepresidente Assoporti, interviene sulla rilevanza delle crociere. Grazie ad itinerari che valorizzino le bellezze storiche, archeologiche e culturali del nostro paese Civitavecchia è diventato il primo porto crocieristico del Mediterraneo

 

Si è parlato di crociere nel corso del Convegno "La rilevanza delle crociere nel settore del trasporto e del turismo", organizzato venerdì 23 novembre al Senato dalla cattedra di Diritto della navigazione dell'Università di Roma Tor Vergata e dalla "Rivista del Diritto della Navigazione" che ha rivolto un appello alle forze politiche per un'urgente riforma del Codice della Navigazione – parte marittima, così come è già stato fatto per quella aerea. Nel corso del convegno sono intervenuti Cesare Cursi, Presidente della Commissione Industria, Commercio, Turismo del Senato; Renato Lauro, Rettore dell'Università degli Studi di Roma "Tor Vergata"; Roberto Cazzulo, Chief Operating Officer del RINA.


Le conclusioni sono state infine affidate al vice presidente vicario di Assoporti Pasqualino Monti che è ritornato sui temi del rinnovamento già illustrati durante la presentazione del POT dei porti di cui è presidente (Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta). Pasqualino Monti ha sottolineato come "la chiave per il futuro sia nel connubio inscindibile tra bellezze e ricchezze storiche, archeologiche e paesaggistiche del nostro Paese "che rappresentano il principale fattore attrattivo e di successo per il settore crocieristico in Italia, e la capacità dei nostri porti di trasferire alle città e ai territori turisti e ricchezza. A Civitavecchia abbiamo piantato un seme in tal senso con "La due giorni del Mediterraneo" che ripeteremo nel 2013 e in cui abbiamo lanciato l'idea del laboratorio degli itinerari, che stiamo sviluppando. La sfida sta nella capacità di realizzare strutture di accoglienza adeguate, collegamenti efficienti, offrire opportunità diverse ai turisti e occasioni di crescita diversificata". Il Presidente Monti si è detto molto soddisfatto che dal Porto di Civitavecchia arrivino a Roma 1,6 milioni di turisti all'anno con pullman e treni, ma ha detto che lo sarà ancora di più "quando avremo costruito il nuovo porto commerciale a Fiumicino da dove faremo risalire il Tevere fino alla Capitale. L'obiettivo è dunque anche quello di creare nuovi itinerari per valorizzare tesori inediti per far crescere il connubio fra turismo ed economia del mare contribuendo a rimettere in moto il sistema Paese".


Fonte: Civonline

Alimentare: bene l’art. 62, ma sono necessarie alcune correzioni per tutelare gli agricoltori. Il presidente Politi scrive al ministro Catania


                                                                                                          
La Cia ribadisce il suo apprezzamento per il provvedimento che riequilibra i rapporti commerciali e contrattuali all'interno delle filiere agroalimentari. Tuttavia, propone, in un documento, alcune modifiche in modo da rispondere con efficacia alle esigenze del mondo agricolo.
 
          "Abbiamo apprezzato e condiviso l'art.62 che regolamenta la cessione e il pagamento dei prodotti agricoli ed alimentari. Tuttavia, alcune interpretazioni legislative stanno creando penalizzazioni per gli agricoltori che negli obiettivi dovrebbero, a nostro parere, essere i soggetti beneficiari della nuova normativa. Fermo restando, quindi, il giudizio positivo sul provvedimento, riteniamo importante proporre alcune modifiche, in modo da rispondere con efficacia alle esigenze del mondo agricolo". Lo afferma il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi in una lettera inviata al ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Mario Catania alla quale è allegato un documento di proposte.
          "Siamo in presenza -scrive Politi- di una norma importante e innovativa che la Cia giudica positivamente. Innanzitutto, corrisponde a una richiesta avanzata da tempo dalla Confederazione e da tutto il mondo agricolo volta a riequilibrare i rapporti commerciali e contrattuali all'interno delle filiere agroalimentari. E' noto, infatti, che la parte agricola ha rappresentato finora la parte più debole in queste relazioni. Oggi anche grazie alla legge si definiscono condizioni migliori".
          "Come per ogni legge, ovviamente, non mancano -sottolinea il presidente della Cia- criticità, problemi interpretativi e rigidità. Occorre, pertanto, verificare puntualmente tali problemi, valutare tutte le ricadute sugli agricoltori dell'applicazione effettiva e individuare risposte e soluzioni praticabili. A nostro giudizio, tre devono essere i livelli su cui operare per migliorare e, se necessario, correggere la norma: il primo di carattere interpretativo affidato al ministero delle Politiche agricole nelle forme più appropriate (sito internet, Faq, circolari, ecc.), in modo da chiarire tempestivamente alcuni aspetti della norma primaria e del decreto attuativo; il secondo di carattere attuativo di competenza dei due ministeri delegati, teso a modificare il testo del decreto così da rendere più snella e coerente la disciplina attuativa. In ultimo, ma certamente non per importanza, il terzo livello di intervento di carattere normativo, con il legislatore attento a valutare i necessari interventi per migliorare il testo dell'art. 62".
          Nel documento che accompagna la lettera di Politi sono elencate le proposte della Cia. In primo luogo si ritiene opportuno inserire nel testo dell'art. 62 una norma per tutelare i contraenti più deboli rappresentati da quei piccoli agricoltori che, ingenuamente e magari per mancata informazione, consegnino i propri prodotti all'acquirente senza ricevere il contestuale pagamento e senza rispettare l'obbligo di stipula di contratto in forma scritta.
          Inoltre, la Cia considera utile introdurre, nel decreto ministeriale di attuazione della norma, "la possibilità -si legge nel documento- di escludere dal campo di applicazione dell'art. 62 l'eventuale attività di vendita, da parte delle cooperative agricole ex art. 1 comma 2 del D.Lgs 228/01 nei confronti degli imprenditori soci, di prodotti agricoli rappresentanti le materie prime necessarie per l'ottenimento dei prodotti agricoli e alimentari oggetto di conferimento del socio nella cooperativa".
          Per la Cia appare necessario anche modificare ulteriormente il testo del decreto ministeriale, prevedendo l'esclusione dell'applicazione in caso di relazioni tra imprenditori agricoli al fine del completamento del ciclo biologico.
          Sarebbe, infine, importante -conclude il documento della Cia- la modifica della definizione di "prodotti agricoli" al fine di escludere, per esempio, l'acquisto dei mangimi da parte delle imprese agricole.
 

Enel sempre più rinnovabile

Tratto da: http://linterruttore.wordpress.com/2012/11/30/enel-sempre-piu-rinnovabile/ 

Ragioni ambientali, preoccupazioni per il riscaldamento del pianeta ed esigenze di sicurezza energetica continuano a spingere la penetrazione delle fonti rinnovabili in quasi tutti i Paesi del mondo, con rilevanti benefici anche sul piano economico ed occupazionale.

 

Enel è protagonista di questa crescita, con attenzione rivolta a tutte le principali tecnologie e con un'intensa attività di ricerca volta ad ottimizzare le prestazioni, ad abbattere i costi e a portare a maturità industriale nuove applicazioni.

 

Sul piano delle realizzazioni, i risultati conseguiti da Enel Green Power testimoniano come, pur in presenza di un quadro macroeconomico ancora critico, siano stati conseguiti importanti incrementi della capacità installata nell'ambito di una strategia di diversificazione geografica e tecnologica.

 

Al 30 settembre di quest'anno, infatti, la potenza netta installata da EGP ha raggiunto i 7.609 MW con un incremento del 17,2% rispetto alla stessa data 2011. Tale incremento ha interessato tutte le fonti ed ha riguardato tutte le aree geografiche dove EGP è presente: l'aumento è stato del 10,9% in Italia ed Europa (+362 MW), del 12,9% nell'area Iberia e America Latina (+306 MW), e del 57,4% nel Nord America (+451 MW).

 

Circa le fonti, l'incremento maggiore si è avuto nell'eolico, con 943 nuovi MW, seguito dall'idroelettrico (96 MW) e dal solare (86 MW).

 

Sul fronte della generazione elettrica, la produzione rinnovabile di EGP nei primi 9 mesi dell'anno è stata di 18,2 miliardi di kWh, proveniente per il 39,6% dall'idroelettrico, 34,6% dall'eolico, il 22,5% dal geotermico e per il 3,3% dal solare e altre tecnologie. La maggior produzione eolica e solare ha ampiamente compensato la flessione della generazione idroelettrica, dovuta alla minore idraulicità registrata in Italia nei primi nove mesi del 2012.

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Comunicato stampa: "Il vino teramano incontra l’arte: le etichette della cantina Cerulli Spinozzi firmate da artisti nazionali per promuovere il Made in Italy"

Gentili colleghi,
in allegato si invia comunicato stampa dell'azienda agricola Cerulli Spinozzi per il lancio del progetto nazionale di promozione del Made in Italy M'AMA.ART che si terrà domenica 2 dicembre alla Città della Scienza di Napoli. Al progetto sono collegato diverse iniziative di solidarietà per l'emancipazione socio-economica delle donne in Africa e a sostegno dei bambini con malformazioni nei paesi in via di sviluppo.

In allegato si inviano tre foto: una bottiglia della cantina Cerulli Spinozzi con l'etichetta realizzata dall'artista Mimmo Paladino; le bottiglie di M'AMA.ART; e un'immagine della presentazione del progetto a Roma a giugno 2012 (nella foto l'enologo Luca Maroni e l'ideatrice del progetto Alessia Montani)

Per info
Fabio Marini
Cell. 3804165649
Ass. Cult. Sei Lettere

Miscota afferma la sua presenza sul mercato Italiano presentandosi sui siti di social shopping

Negli ultimi anni il fenomeno degli acquisti a prezzi ribassati sui social shopping ha visto un vertiginoso aumento di utenti che sempre piú cercano le occasioni piú disparate ai prezzi piú bassi per effettuare i propri acquisti.

Per le aziende di E-commerce come Miscota e non solo, questo canale di vendita rappresenta un  vero e proprio sistema per incrementare le proprie quote di mercato e pubblicizzare il proprio brand fra gli utenti di internet.

Miscota, il negozio on line per alimenti ad accessori per animali, continua la sua espansione nel mercato italiano utilizzando proprio questo canale; in particolare ha da poco definito un accordo di partnership con il popolare sito di sconti " Codicesconto.com",  dove propone specifiche offerte definite in esclusiva per gli utenti del sito partner e non solo.

L'alimentazione per cani e per gatti rappresenta per Miscota il core business, per questo sempre piú l'azienda rinnova il suo ventaglio di prodotti e marche cercando di proporre sempre i migliori prezzi per i suoi clienti.

Tuttavia, Miscota non é solo alimenti per cani e gatti, di fatto, nel sito di Miscota Italia sará possibile trovare molto altro per tutti i tuoi animali domestici. Il sito é suddiviso in facili ed intuitive sezioni, nello specifico si troverá  la sezione rettili , quella roditori, quella per uccelli ed infine una ampia sezione per pesci dove l'utente troverá gli ultimi modelli di acquario delle marche piú famose come Aquatlantis e Eheim, oltre a numerosi accessori.

Grazie a questi accordi che l'azienda sta implementando anche con altri siti di social shopping, gli acquisti su Miscota diverranno sempre piú vantaggiosi senza peró andare a scapito del livello di servizio che anzi é sempre in continuo miglioramento incominciando col garantire consegne piú tempestive e puntuali.

Scegli Miscota, il tuo negozio on line di alimenti per animali!

 

 

Miscota E-commerce S.L

Novità in libreria: Il mestiere di leggere, di Rogelio Guedea - Graphe.it edizioni

La Graphe.it edizioni presenta Il mestiere di leggere di Rogelio Guedea, un saggio lucido, ironico, capace di incuriosire, un saggio dalla parte del lettore.

Troppo spesso la letteratura ci costringe a concentrarci sullo scrittore, sulla sua biblioteca, dove viene ritratto, o sulla sua scrivania, per non parlare delle letture d'infanzia e attuali; Rogelio Guedea decide che è giunta l'ora di cambiare punto di vista e sente la necessità di affrontare la categoria del lettore, perché varia e sempre in evoluzione.

Guedea si sofferma sul piacere del lettore, piacere dato, non sempre, dalla lettura, sottolineando come lo stesso libro può diventare buono o cattivo a seconda del momento, fino a sostenere che sono i libri a cercare il lettore, e spesso li scelgono a caso.

Divertente, Il mestiere di leggere affronta la cultura della letteratura con ironia sfrontata, riuscendo contemporaneamente a puntare l'attenzione sui capolavori intramontabili che ancora oggi accompagnano la sua storia.

Definito dallo stesso autore un omaggio alla lettura, Il mestiere di leggere è dedicato ad ogni lettore che ama abbandonarsi al piacere di leggere.

"Ogni lettura, quando è vera,

cercherà in tutti i modi di rispondere

alla seguente domanda: «Chi sono?»"

Rogelio Guedea (Colima, Messico, 1974) è poeta, saggista, narratore e traduttore. Laureato in legge e in lingua e letteratura spagnola presso l'Università di Colima (Messico) e dottore in lettere presso l'Università di Córdoba (Spagna) è autore di premiati libri di poesia e di narrativa.

Attualmente scrive per i giornali messicani Ecos de la Costa e La Jornada Semanal e insegna letteratura latinoamericana presso il Dipartimento di Lingue e Culture dell'Università di Otago in Nuova Zelanda

Graphe.it edizioni

Nata nell'estate 2005, la Graphe.it edizioni è il coronamento di un desiderio tanto profondo da poter essere catalogato come "sogno" e, come casa editrice, pur nella sua ridottissima dimensione, desidera coltivare i "sogni" nella vita di ogni giorno convinti che, come sosteneva A. Schopenhauer, la vita e i sogni sono fogli di uno stesso libro; leggerli in ordine è vivere, sfogliarli a caso è sognare. La Graphe.it edizioni si propone di dare voce a scrittori, esordienti o meno, che abbiano qualcosa da dire in "maniera nuova" e che, forse, non trovano ascolto… Opera in una dimensione che potremo definire "artigianale" – una decina di libri l'anno – che consente di instaurare rapporti umani prima ancora che professionali.

giovedì 29 novembre 2012

P-Funking band:domani esce il nuovo disco 'Dance-O'

 

P-Funking band:domani esce il nuovo disco 'Dance-O'

 

Viaggio tra funk, soul, hip hop e jazz ROMA

(ANSA) - ROMA, 29 NOV - Un viaggio tra funk e soul, con incursioni

nell'hip hop e nel jazz. Il tutto impreziosito da incursioni

elettroniche: e' Dance-O, il nuovo album della P-Funking Band. Dodici

pezzi in cui c'e' tutto il groove e il talento che la band porta da 6

anni in giro per l'Italia, con il suo 'Neverending' Tour de Funk. Il

disco, acquistabile online in download su iTunes, e' prodotto da

Roberto Ramberti e pubblicato sotto l'etichetta Groove Master Edition.

 

 

 

 

da Fabrizio Gilardi di ActionArt-mostra Paolo Bellesia

 
Spettabile Redazione,
sono felice di annunciarvi un'altra iniziativa di ActionArt in collaborazione con l'operatore culturale Alessandro Rizzo. Domani, venerdì 30 novembre, serata di presentazione di "Giocando insieme sui dettagli", mostra fotografica di Paolo Bellesia da me curata; il tutto dalle 19.30 fino a tarda sera, presso il locale "da Luca e Andrea" a Milano in alzaia Naviglio Grande 34.
La mostra proseguirà fino a sabato 22 dicembre; il locale è aperto tutti i giorni dalle 17 alle 2 antimeridiane.
Per maggiori dettagli vedasi allegati.
Vi comunico che è stata prorogata fino a mercoledì 6 dicembre la mostra fotografica "Luci e ombre del Nord Europa", personale di Edoardo Albisetti da me curata, aperta tutte le sere dalle 18 all' 1 antimeridiana presso "La Strada-vino letterario", a Milano in via Carlo Patellani 4, tra Porta Romana e l'università Bocconi.
Colgo l'occasione per ricordare il sito http://actionart.jimdo.com dove trovare maggiori ragguagli sulle nostre attività e sugli artisti da noi seguiti, nonchè il sito personale http://fabriziogilardi.jimdo.com
Ringraziando della cortese attenzione porgo distinti saluti.
 
Fabrizio Gilardi di ActionArt.
 
Se non desiderate ricevere più comunicazioni delle nostre iniziative, fatecelo sapere al presente indirizzo mail. Grazie
 

Tiburtina in gospel: maratona di solidarietà per Roda onlus

Tiburtina in gospel: maratona di solidarietà per Roda onlus

A grande richiesta torna Tiburtina in Gospel, giunta alla IV edizione, è l'unico festival gospel di tutto il quadrante Pietralata-Tiburtino. L'evento si svolgerà il 23 dicembre 2012, ore 21 presso la Parrocchia di San Michele Arcangelo a Roma. Quest'anno l'iniziativa sarà organizzata dal Circolo ACLI di Promozione sociale ViviAmol'Arte, di cui il dottor Carlo Alberto Gioja è Presidente.

La serata sarà presentata da Elisa Silvestrin, conduttrice e annunciatrice Rai nonché socio onorario del Circolo ACLI ViviAmol'Arte ed introdotta dalla Mostra Fotografica "L'intimo sorriso di Cuba" ad opera di Valerio Faccini. Animeranno la serata: il pluripremiato coro di voci bianche VOCES ANGELORUM, diretto da Camilla Di Lorenzo, gli AM GOSPELCHOIR, coro di viviAmol'Arte, diretti da Carlo Alberto Gioja e il coro jazz della scuola di musica Anton Rubinstein.

Quest'anno Tiburtina in Gospel si arricchisce di un'iniziativa di solidarietà a favore della RODA ONLUS - Roma Diversamente Abili. La RODA, organizzata da un gruppo di genitori con ragazzi diversamente abili, è in prima fila nella realizzazione di progetti mirati all'autonomia e all'inserimento nel mondo del lavoro dei ragazzi stessi.

Il Tiburtina in Gospel è realizzato con il patrocinio del Consiglio del Municipio V di Roma Capitale di cui il Presidente Avv. Dino Bacchetti sostiene il festival dalla prima edizione.

I Main Sponsor dell'evento sono:

-       Note di Matrimonio – www.notedimatrimonio.it

-       Banca BCC, agenzia 124 di via dei Durantini

 

Gli sponsor:

-       Agriturismo Torre Sant'Anastasia, via di Torre sant'Anastasia, 80

-       MEG Management

-       HTV – montaggio video e realizzazione colonne sonore 


INGRESSO LIBERO

"

Potrebbe interessarti:http://tiburtino.romatoday.it/tiburtina-in-gospel-maratona-di-solidarieta-per-roda-onlus.html
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Il diavolo tentatore: la politica industriale in tempi di crisi fiscale

Incontro di discussione per un Manifesto della Politica industriale

**

Saluti della Facoltà di Economia: Carlo M. Travaglini

*

Imprese e politiche-Rapporto MET 2012: Raffaele Brancati

Il fisco per le attività produttive: Antonio Di Majo

Interventi di aderenti e partecipanti su alcuni temi di rilievo

Coordina gli interventi: Anna Giunta

 

Lunedì 10 Dicembre 2012

ore 9,30 – Aula 6

 

Facoltà di Economia

Università degli Studi Roma Tre

Via Silvio D’Amico 77, Roma

 

Gli aderenti

Nicola Acocella Adriana Agrimi Alessandro Alaimo Piero Alessandrini Maria Rosaria Alfano Alessandro Arrighetti Silvia Arrighetti Pinella Aurigemma Enrica Baccini Valeriano Balloni Giovanni Barbieri Elisa Barbieri Marco Bellandi Nicola Bellini Mario Benassi Silvano Bertini Mauro Beschi Annaflavia Bianchi Daniela Bigarelli Simona Bigerna Mario Biggeri Carlo Andrea Bollino Paolo Bonaretti Giovanni Bonifati Carlo Borgomeo Letizia Borgomeo Carlo Borzaga Alberto Bramanti Raffaele Brancati Massimo Bressan Sergio Bruni Sergio Bruno Giampaolo Bruno Aurelio Bruzzo Pietro  Busetta Nicola Cacace Giulio Cainelli Annalisa Caloffi Santolo Cannavale Albino Caporale Marina Capparucci Luca Cappellani Saveria  Cappellari Riccardo Cappellin Michele Capriati Carlo Carboni Floro Ernesto Caroleo Stefano Casini Benvenuti Giampietro Castano Carlo Cefaloni Luca Celi Marco Centra Mario Cerchia Ettore Ceriani Domenico Cersosimo Giovanni Cerulli Salvatore Chiri Davide Ciferri Manuel Ciocci Bruno Contini Marco Corsino Francesco Cossentino Fabrizio Costa Gianni Cozzi Francesco Crespi Marco Cucculelli Auusto Cusinato Maria Rosaria D'Esposito Giovanni Battista Dagnino Paolo De Ioanna Simonetta De Luca Elina De simone Gabi Dei Ottati Alfredo Del Monte Sergio Destefanis Stefania Di Bono Felice Di Leo Amedeo Di Maio Antonio  Di Majo Antonio Di Stasi Daniele  Di Teodoro Marco Di Tommaso Carmine Donzelli Mariella Eboli Aldo Enrietti Rinaldo Evangelista Sebastiano Fadda Alfiero Falorni Alessio Falorni Stefano Fantacone Francesco Farina Gioacchino Fazio Valeria Fedeli Mauro Ferrara Sergio Ferrari Luca Ferrucci Andrea Filippetti Riccardo Fiorentini Achille Flora Massimo Florio Francesca Fornario Luca Forte Paolo Frascani Marco Frey Alessandro Frezza Piercarlo Frigero Valerio Frinolli Anna Frinolli Puzzilli Roberto Gabriele Stefania Gabriele Giuseppe Lucio Gaeta Manuela Galaverni Francesca Gambarotto Francesco Garibaldo Mara Gasbarrone Vladimiro Giacchè Adriano Giannola Ugo Ginatta Andrea Ginzburg Claudio Giovannico Anna Giunta Claudio Gnesutta Elena Granaglia Gian Maria Gros-Pietro Paolo Guerrieri Donato  Iacobucci Lelio Iapadre Sandrine Labory Bruno Lamborghini Alessandra Lanza Andrea Lasagni Elena Lattuada Riccardo Leoni Elisabetta Linares Silvia Lombardi Antonio Lopes Stefano Lucarelli Riccardo Lucchetti Mario Maggioni Piera Magnatti Carlo Magni Giuseppina Maiorano Francesco Maletto Andrea Maresca Marco Mariani Luigi Mariucci Gerardo Marletto Cristina Martelli Pietro  Masina Francesco Mazzeo Rinaldi Alessandra Micozzi Gianfranco Miozzi Maurizio Mistri Flavio Mobiglia Pietro Modiano Paolo Montesperelli Eros Moretti Mario  Morroni Franco Mosconi Luca Murrau Annamaria Nifo Augusto Ninni Fabrizio Onida Gabriele Orcalli Franco Osculati Raffaele Paci Riccardo Padovani Ruggero Paladini Daniela Palma Sara  Paoletti Massimo Paradiso Laura Pennacchi Cosimo Perrotta Carmelo Petraglia Claudio Petti Paolo Piacentini Massimiliano Piacenza Mario Pianta Alberto Piazzi Gustavo Piga Paolo Pini Felice Roberto Pizzuti Paolo Polinori Laura Polverari Bianca Maria Potì Stefano Prezioso Ervin Prifti Giorgio Prodi Marco Raberto Paolo Ramazzotti Vincenzo Rebba Ida Regalia Marino Regini Pasquale Ribezzo Luigi Ricci Andrea  Ricci Secondo Rolfo Marco Romagnoli Manuel Romagnoli Alessandro Romagnoli Roberto Romano Sergio Rossi Pietro Rostirolla Lauretta  Rubini Aurelio Ruggero Margherita Russo Agnese Sacchi Marco Saladini Enrico Saltari Luca Salvatici Donato Paolo Salvatore Nicola Santeusanio Domenico Scalera Marina Schenkel Roberto Schiattarella Grazia Servidio Fabio Sforzi Alberto  Silvani Anna Simonazzi Giorgio  Sirilli Stefano Solari Giovanni Solinas Alessandro  Sterlacchini Marianna Succurro Flavia Terribile Antonio Tesoriere Tania Toffanin Giuseppe Travaglini Ugo Trivellato Francesco Trivieri Leonello Tronti Domenica Tropeano Riccardo Varaldo Antonia Ventura Kleissl Alberto Vergani Gianfranco Viesti Giampaolo Vitali Marco Vivarelli Antonello Zanfei Alberto Zazzaro Alberto  Zuliani  

 

 

 

 

 

 

Antonietta Ulivieri Moretti

 

MET - Monitoraggio Economia Territorio

Via Sabotino, 2/a

00195 Roma

+39-06-3722636 - Telefono

+39-06-37359399 - Fax

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"C'era una donna..." di Monica Negri (Phasar Edizioni)

"C'era una donna..." di Monica Negri (Phasar Edizioni) 


Un racconto autobiografico, una denuncia morale sull'arroganza e l'indifferenza dei piccoli poteri.

"Questa storia nasce dalla necessità di esorcizzare quanto accaduto durante pochi anni che hanno cambiato la nostra vita. Quando abbiamo assistito al disgregamento fisico e morale di una persona a noi molto vicina e alla fine di un periodo sostanzialmente sereno, quando abbiamo scoperto quanto si può essere soli in mezzo agli altri e a quali livelli di meschinità possa giungere l'animo umano.

Una storia che non nasce come una denuncia, anche se moralmente deve essere considerata tale, ed è solo questa la ragione per cui non vengono volutamente fatti nomi.

Una storia vera, una storia come mille altre che si consumano nel quotidiano senza che quasi nessuno ne parli"

"C'era una donna..." di Monica Negri (Phasar Edizioni), 2000, €7,23, ISBN: 88-87911-02-9, pp. 112



Info:

Su facebook:

Su twitter:

LEONARDO Immagini di un genio

La S.V. è invitata a partecipare alla cerimonia di inaugurazione della mostra

 

LEONARDO

Immagini di un genio

 

PER UNA NUOVA ANALISI

SULL'AUTORITRATTO LUCANO DI LEONARDO



IN MOSTRA STRAORDINARIA DAL 1 DICEMBRE 2012

AL 20 GENNAIO 2013


INAUGURAZIONE ORE 11:00

  

Museo delle Antiche Genti di Lucania

Vaglio Basilicata (PZ)


--
Museo delle Antiche Genti di Lucania
Via Dinu Adamesteanu, Vaglio Basilicata (PZ)
Contatti:Tel.Fax. 0971487871
e-mail: antichegentilucane@gmail.com
Sito : https://sites.google.com/site/museoantichegentidilucania/
Comunicati stampa: http://museoleonardiano.blogspot.com/

Eni inaugura impianto fotovoltaico dimostrativo basato su concentratori solari luminescenti



Eni ha inaugurato oggi la prima pensilina fotovoltaica dimostrativa sviluppata dalla ricerca Eni sulla base di una tecnologia innovativa di sfruttamento dell'energia solare che consente di generare energia elettrica attraverso concentratori solari luminescenti. L'impianto, che sarà utilizzato come laboratorio all'aperto per testare il comportamento dei nuovi dispositivi, è dedicato al parcheggio di mezzi per la mobilità elettrica e consente la ricarica delle batterie attraverso la corrente elettrica generata dai pannelli.


I concentratori solari luminescenti (LSC, Luminescent Solar Concentrators) sono costituiti da lastre di materiale trasparente (plastico o vetroso) all'interno del quale sono dispersi coloranti fluorescenti che assorbono una parte della luce solare e la emettono all'interno della lastra medesima. La radiazione emessa, sfruttando il fenomeno della riflessione totale interna utilizzato nelle fibre ottiche, è condotta verso i sottili bordi della lastra dove viene concentrata su celle solari di piccola superficie, che la trasformano in energia elettrica.


La tecnologia degli LSC offre vantaggi potenziali significativi rispetto ai tradizionali pannelli al silicio e ai concentratori solari basati su specchi o lenti. Le lastre, infatti, sono in grado di catturare sia la radiazione solare diretta che quella diffusa, risultando efficienti anche in condizioni di cielo nuvoloso e la loro installazione non pone problemi di orientamento; sono inoltre costituite da materiali a basso costo e consentono di ridurre significativamente la superficie di silicio utilizzata a parità di potenza; infine, possono essere utilizzate per realizzare pannelli fotovoltaici trasparenti e finestre fotovoltaiche, rendendo la nuova tecnologia ideale per il suo impiego negli edifici o altri contesti idonei.


La pensilina fotovoltaica Eni è basata su una tecnologia e materiali innovativi sviluppati dalla società presso il proprio Centro Ricerche per le Energie Non Convenzionali - Istituto Eni Donegani di Novara, che rappresenta uno dei più importanti centri di ricerca industriale in Italia dedicato alle fonti energetiche non convenzionali, comprese fonti rinnovabili come, l'energia solare e le biomasse. Al progetto partecipa attivamente anche Enipower, società Eni che opera nella generazione di energia elettrica e nella produzione e commercializzazione di celle e moduli fotovoltaici, e che ha l'obiettivo di sviluppare il progetto fino alla sua industrializzazione.


Questo importante risultato rientra in un programma di ricerca lanciato da Eni nel 2007 e dedicato allo sviluppo innovativo delle fonti energetiche rinnovabili a maggiore potenziale e in particolare dell'energia solare. La pensilina fotovoltaica Eni è in grado di produrre circa 500 Watt nominali di energia elettrica generati da 192 lastre fotovoltaiche trasparenti gialle. Ogni lastra è costituita da un materiale plastico con  minime quantità di coloranti brevettati da Eni.

 

Contatti societari:

Ufficio Stampa: Tel. +39.0252031875+39.0659822030
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Numero verde azionisti (dall'estero): +39.800 11 22 34 56

Centralino: +39.0659821

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