FIAIP BERGAMO: SINDACATO E' (ANCHE) AGEVOLAZIONE AL BUSINESS DEGLI ASSOCIATI Lettera aperta agli agenti immobiliari Si legge spesso sui blog, forum e siti internet della "real estate community" italiana (non parliamo poi su Facebook e i social network) l'appello a considerare le associazioni degli agenti immobiliari come sindacati puri, privi di qualsiasi valenza business. Concordo sulla rappresentanza delle associazioni di categoria verso istituzioni ed enti pubblici. A Bergamo lo stiamo facendo, e sempre più lo faremo: siamo interlocutori dei Comuni (e delle forze politiche, e della stampa, e della pubblica opinione) su urbanistica, piani di governo del territorio e politiche per la casa. Abbiamo rapporti istituzionali con la Camera di Commercio, il Notariato, i consumatori. Convengo che le associazioni di categoria degli agenti immobiliari debbano "fare sindacato", tutelando i giusti interessi degli iscritti. Tuttavia gli associati, a differenza di un sindacato, non sono lavoratori dipendenti ma imprenditori, grandi medi e piccoli, e le associazioni di riferimento sono "associazioni datoriali" che rappresentano attori della scena economica. Nella mission di un'associazione di imprenditori non può mancare l'agevolazione del business degli imprenditori. La vexata quaestio se dobbiamo essere "più sindacato" o "più servizi" si risolve a parer mio con l'et-et e non con l'aut-aut. Chiaramente ci vuole equilibrio, le associazioni non possono diventare franchising o negozi di chincaglieria per gli agenti immobiliari che rappresentano. Ma vengo a degli esempi concreti tratti dall'esperienza di presidente Fiaip Bergamo. 1. Una grande agenzia immobiliare ci si rivolge per ricercare una posizione dirigenziale: cosa dovevamo fare? Lasciar correre, alzando la bandiera dei puristi del sindacato? E perché mai? Perché sprecare il buon nome dei nostri agenti immobiliari, buon nome che ha spinto l'agenzia a rivolgersi a Fiaip Bergamo? Pur non essendo noi cacciatori di teste e non facendo collocamento, ho deciso di diramare la notizia agli associati (facendo da filtro e tutelando la privacy dell'agenzia immobiliare richiedente), e sono giunte diverse candidature: se son rose, fioriranno. 2. Una banca ci chiede di dismettere il suo patrimonio immobiliare: lasciamo perdere, siamo sindacalisti puri? Facciamo i furbetti e dirottiamo la richiesta su una società business oriented creata ad hoc da qualche insider, scavalcando l'associazione grazie al cui prestigio è arrivata la richiesta della banca? O troviamo una formula che permetta di non precludere business ai nostri associati? 3. Con il nostro Servizio formazione permanente dal 2002 facciamo a Bergamo corsi di "filosofia dell'agente immobiliare", da sindacalisti duri e puri, o non offriamo piuttosto - a costo zero per i nostri associati - formazione concreta rivolta al business (e alla soddisfazione del cliente, che è la stessa cosa secondo noi), aggiornamento normativo, acquisizione, vendita, negoziazione, web marketing ecc.? 4. Siamo socio collettivo di Confindustria Bergamo, associazione datoriale di livello culturale altissimo, superiore a molte facoltà universitarie: con loro ci eleviamo in sottili disquisizioni sui grandi economisti - filosofi Ricardo, Smith e Marx, o non piuttosto mandiamo ai nostri agenti immobiliari associati le offerte immobiliari degli industriali bergamaschi, e inviamo a Confindustria una newsletter con le nostre proposte di business? 5. Facciamo una convenzione con il Notariato bergamasco: anche qui, ci perdiamo in fiumi di parole a sfondo deontologico, o non piuttosto delineiamo modalità di collaborazione operativa concrete tra agenti immobiliari e notai, per agevolare business degli associati e tranquillità del consumatore, nostro datore di lavoro e giudice? 6. Poteva mancare una convenzione con un pool di avvocati e commercialisti per offrire consulenza (gratuita) ai nostri associati bergamaschi? Poffare, ma non sarà una cosa troppo business? Potrei continuare a lungo, le nostre convenzioni provinciali sono una trentina e campeggiano sui siti internet. Mi sovviene la massima di mio padre, "una cosa fare, e l'altra non tralasciare". Certo per fare bisogna essere iscritti e coordinarsi in un'associazione, unica entità dotata di rappresentanza di categoria. Laddove gli utilissimi forum internet e Facebook sono (al meglio) fucina di brainstorming, parole in libertà che poi devono trovare verifica nel mondo reale. Le parole sono pietre diceva qualcuno…ma poi appunto devono trasformarsi in cose concrete, e qui bisogna uscire dal web e sporcarsi le mani tutti i giorni per gli associati. Giuliano Olivati
Presidente Fiaip Bergamo *********************** Per approfondimenti:
Giuliano Olivati
Presidente provinciale Fiaip Bergamo
Email: olivati@fiaip.it
FIAIP BERGAMO: SINDACATO E' (ANCHE) AGEVOLAZIONE AL BUSINESS DEGLI ASSOCIATI Lettera aperta agli agenti immobiliari Si legge spesso sui blog, forum e siti internet della "real estate community" italiana (non parliamo poi su Facebook e i social network) l'appello a considerare le associazioni degli agenti immobiliari come sindacati puri, privi di qualsiasi valenza business. Concordo sulla rappresentanza delle associazioni di categoria verso istituzioni ed enti pubblici. A Bergamo lo stiamo facendo, e sempre più lo faremo: siamo interlocutori dei Comuni (e delle forze politiche, e della stampa, e della pubblica opinione) su urbanistica, piani di governo del territorio e politiche per la casa. Abbiamo rapporti istituzionali con la Camera di Commercio, il Notariato, i consumatori. Convengo che le associazioni di categoria degli agenti immobiliari debbano "fare sindacato", tutelando i giusti interessi degli iscritti. Tuttavia gli associati, a differenza di un sindacato, non sono lavoratori dipendenti ma imprenditori, grandi medi e piccoli, e le associazioni di riferimento sono "associazioni datoriali" che rappresentano attori della scena economica. Nella mission di un'associazione di imprenditori non può mancare l'agevolazione del business degli imprenditori. La vexata quaestio se dobbiamo essere "più sindacato" o "più servizi" si risolve a parer mio con l'et-et e non con l'aut-aut. Chiaramente ci vuole equilibrio, le associazioni non possono diventare franchising o negozi di chincaglieria per gli agenti immobiliari che rappresentano. Ma vengo a degli esempi concreti tratti dall'esperienza di presidente Fiaip Bergamo. 1. Una grande agenzia immobiliare ci si rivolge per ricercare una posizione dirigenziale: cosa dovevamo fare? Lasciar correre, alzando la bandiera dei puristi del sindacato? E perché mai? Perché sprecare il buon nome dei nostri agenti immobiliari, buon nome che ha spinto l'agenzia a rivolgersi a Fiaip Bergamo? Pur non essendo noi cacciatori di teste e non facendo collocamento, ho deciso di diramare la notizia agli associati (facendo da filtro e tutelando la privacy dell'agenzia immobiliare richiedente), e sono giunte diverse candidature: se son rose, fioriranno. 2. Una banca ci chiede di dismettere il suo patrimonio immobiliare: lasciamo perdere, siamo sindacalisti puri? Facciamo i furbetti e dirottiamo la richiesta su una società business oriented creata ad hoc da qualche insider, scavalcando l'associazione grazie al cui prestigio è arrivata la richiesta della banca? O troviamo una formula che permetta di non precludere business ai nostri associati? 3. Con il nostro Servizio formazione permanente dal 2002 facciamo a Bergamo corsi di "filosofia dell'agente immobiliare", da sindacalisti duri e puri, o non offriamo piuttosto - a costo zero per i nostri associati - formazione concreta rivolta al business (e alla soddisfazione del cliente, che è la stessa cosa secondo noi), aggiornamento normativo, acquisizione, vendita, negoziazione, web marketing ecc.? 4. Siamo socio collettivo di Confindustria Bergamo, associazione datoriale di livello culturale altissimo, superiore a molte facoltà universitarie: con loro ci eleviamo in sottili disquisizioni sui grandi economisti - filosofi Ricardo, Smith e Marx, o non piuttosto mandiamo ai nostri agenti immobiliari associati le offerte immobiliari degli industriali bergamaschi, e inviamo a Confindustria una newsletter con le nostre proposte di business? 5. Facciamo una convenzione con il Notariato bergamasco: anche qui, ci perdiamo in fiumi di parole a sfondo deontologico, o non piuttosto delineiamo modalità di collaborazione operativa concrete tra agenti immobiliari e notai, per agevolare business degli associati e tranquillità del consumatore, nostro datore di lavoro e giudice? 6. Poteva mancare una convenzione con un pool di avvocati e commercialisti per offrire consulenza (gratuita) ai nostri associati bergamaschi? Poffare, ma non sarà una cosa troppo business? Potrei continuare a lungo, le nostre convenzioni provinciali sono una trentina e campeggiano sui siti internet. Mi sovviene la massima di mio padre, "una cosa fare, e l'altra non tralasciare". Certo per fare bisogna essere iscritti e coordinarsi in un'associazione, unica entità dotata di rappresentanza di categoria. Laddove gli utilissimi forum internet e Facebook sono (al meglio) fucina di brainstorming, parole in libertà che poi devono trovare verifica nel mondo reale. Le parole sono pietre diceva qualcuno…ma poi appunto devono trasformarsi in cose concrete, e qui bisogna uscire dal web e sporcarsi le mani tutti i giorni per gli associati. Giuliano Olivati
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