La prevenzione del rischio chimico è uno degli aspetti prioritari per il personale addetto alla manipolazione dei farmaci chemioterapici antiblastici. Com’è noto, il titolo IX del D.Lgs. 81/08 come modificato dal D.Lgs. 106/09 richiede di effettuare la valutazione del rischio chimico in ogni attività che utilizzi sostanze o preparati pericolosi per la salute e per la sicurezza: valutazione che è obbligatoria per il datore di lavoro nella cui attività vengono utilizzati agenti chimici pericolosi a qualunque scopo.
Studi clinici hanno dimostrato l’ incidenza di effetti collaterali sul personale addetto alla manipolazione dei farmaci chemioterapici antiblastici. Tale attività deve pertanto avvenire in completo accordo con una normativa specifica, la quale stabilisce come obiettivo fondamentale la prevenzione del rischio chimico legato alla contaminazione da CA.
Il datore di lavoro deve effettuare la valutazione del rischio chimico prima dell’inizio delle attività che comportano l’uso di agenti chimici pericolosi: essa deve essere effettuata secondo i criteri dell’art.223 del D.Lgs. 81/08. Il legislatore fornisce indicazioni circa gli strumenti che possono essere utilizzati per effettuare la valutazione del rischio chimico. E’ infatti possibile utilizzare stime qualitative di rischio, modelli di calcolo o misurazioni ambientali e/o personali. Le stime qualitative sono possibili nelle situazioni ben definite sia come livelli di rischio che come caratteristiche del rischio. I modelli di calcolo sono da utilizzarsi nei casi in cui non sono noti a priori i livelli di rischio e servono quindi a quantificarli. Le misure degli inquinanti invece possono essere utilizzate per verificare il superamento dei valori limite, per verificare l’efficacia delle misure di prevenzione e protezione messe in atto o per approfondire l’analisi del rischio di situazioni rimaste nell’incertezza.
La prevenzione del rischio chimico legato alla contaminazione da CA rimane l’unica strada possibile per difendersi dai pericolosi effetti di tali sostanze chimiche. I dispositivi utilizzati per la preparazione e la somministrazione dei farmaci chemioterapici antiblastici devono garantire la massima sicurezza a tutto il personale sanitario così come al paziente. Alcune aziende consapevoli della necessità di garantire la sicurezza del personale sanitario, come Eurospital Spa, hanno progettato nuovi sistemi di sicurezza a circuito chiuso che consentono di trasferire volumi diversificati di liquido, da una soluzione al farmaco liofilizzato e viceversa, senza dover staccare la siringa utilizzata nei trasferimenti, evitando così la formazione di aerosol ed il contatto con i farmaci CA.
Questi sistemi permettono sia di ricostituire i farmaci in polvere, sia il prelievo dalle soluzioni già pronte, sia il trasferimento del farmaco in sacca per la somministrazione successiva al paziente.
Studi clinici hanno dimostrato l’ incidenza di effetti collaterali sul personale addetto alla manipolazione dei farmaci chemioterapici antiblastici. Tale attività deve pertanto avvenire in completo accordo con una normativa specifica, la quale stabilisce come obiettivo fondamentale la prevenzione del rischio chimico legato alla contaminazione da CA.
Il datore di lavoro deve effettuare la valutazione del rischio chimico prima dell’inizio delle attività che comportano l’uso di agenti chimici pericolosi: essa deve essere effettuata secondo i criteri dell’art.223 del D.Lgs. 81/08. Il legislatore fornisce indicazioni circa gli strumenti che possono essere utilizzati per effettuare la valutazione del rischio chimico. E’ infatti possibile utilizzare stime qualitative di rischio, modelli di calcolo o misurazioni ambientali e/o personali. Le stime qualitative sono possibili nelle situazioni ben definite sia come livelli di rischio che come caratteristiche del rischio. I modelli di calcolo sono da utilizzarsi nei casi in cui non sono noti a priori i livelli di rischio e servono quindi a quantificarli. Le misure degli inquinanti invece possono essere utilizzate per verificare il superamento dei valori limite, per verificare l’efficacia delle misure di prevenzione e protezione messe in atto o per approfondire l’analisi del rischio di situazioni rimaste nell’incertezza.
La prevenzione del rischio chimico legato alla contaminazione da CA rimane l’unica strada possibile per difendersi dai pericolosi effetti di tali sostanze chimiche. I dispositivi utilizzati per la preparazione e la somministrazione dei farmaci chemioterapici antiblastici devono garantire la massima sicurezza a tutto il personale sanitario così come al paziente. Alcune aziende consapevoli della necessità di garantire la sicurezza del personale sanitario, come Eurospital Spa, hanno progettato nuovi sistemi di sicurezza a circuito chiuso che consentono di trasferire volumi diversificati di liquido, da una soluzione al farmaco liofilizzato e viceversa, senza dover staccare la siringa utilizzata nei trasferimenti, evitando così la formazione di aerosol ed il contatto con i farmaci CA.
Questi sistemi permettono sia di ricostituire i farmaci in polvere, sia il prelievo dalle soluzioni già pronte, sia il trasferimento del farmaco in sacca per la somministrazione successiva al paziente.
Nessun commento:
Posta un commento