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giovedì 10 giugno 2010

Fossano: deputato Pd Rossomando in visita alle carceri,sovraffollamento carenza educatori ed agenti.



 

Fossano: deputato Pd Rossomando in visita alle carceri,sovraffollamento carenza educatori ed agenti.


Il Deputato Pd alla Camera della Commissione giustizia Anna Rossomando ha visitato lunedì 7 giugno il carcere di Fossano, dopo la visita a quello di Cuneo in mattinata. L'iniziativa dal titolo 'Dietro le sbarre, oltre il tollerabile' organizzata dai 'Giovani democratici' prevede la visita in tutti gli istituti di pena del territorio. Ad accompagnarla nelle visite alle carceri piemontesi il Responsabile carceri del Pd Sandro Favi e un gruppo di giovani democratici che raccoglieranno e divulgheranno i dati raccolti. L'obiettivo è di fare una reale mappatura della situazione carceraria. "L'iniziativa è nata nei mesi scorsi" hanno spiegato i giovani del Pd- insieme al gruppo consigliare, "lo spunto sono state le notizie di cronaca".

"La visita non riguarda solo i detenuti e il sovraffollamento delle carceri – ha spiegato Rossomando- ma prendiamo in considerazione anche la situazione della polizia penitenziaria, dei lavoratori amministrativi e degli educatori". L'emergenza carceri è ormai cronica in Italia: sovraffollamento dei detenuti, condizioni di vita non idonee, attività lavorative di formazione e di recupero educativo che non possono essere svolte per mancanza di personale e di spazi. Ogni detenuto costa giornalmente allo Stato 112 euro, sono 70 mila le persone in carcere con un esborso di 8,5 milioni di euro al giorno. "Il carcere fossanese è in linea con i dati nazionali- ha sottolineato Rossomando -. Sono detenute 158 perone quando la 'tollerabile', cioè il massimo previsto è di 111 detenuti. La situazione è comunque tranquilla, grazie all'enorme sforzo del personale". Il Deputato Pd ha sottolineato l'importanza del corso di formazione lavoro, nel carcere fossanese, di carpenteria a cui accedono solo 10 detenuti. Le richieste sono molte di più, ma mancano gli spazi ed il personale per poter ampliare questa offerta che dà una possibilità di reinserimento sociale al termine della pena. Stesso problema di personale riguarda le attività ricreative o sportive: nelle carceri italiane manca il personale di sorveglianza per le partite di calcio tra detenuti o per altre attività.

Non va meglio nel carcere di Cuneo, il 'Cerialdo'. Il dato della popolazione carceraria è leggermente inferiore a quello nazionale. In realtà il sovraffollamento è in linea con le altre strutture carcerarie: su 240 detenuti 94 sono in regime di '41 bis', il cosiddetto carcere duro, che prevede la detenzione in isolamento in celle singole con conseguente vigilanza, ospitati in un'ala del carcere cuneese. Gli altri detenuti, invece, sono sei in celle adatte ad ospitare tre persone. La polizia carceraria è sotto organico: sono solo 200 gli agenti di polizia, lunedì erano in servizio 180. E' in previsione una nuova ala per ospitare i detenuti, ma non sono in previste nuove assunzioni di personale. La Rossomando ha sottolineato l'impossibilità di avere spazi e di organizzare percorsi di lavoro o riabilitativi. Funziona bene il volontariato: molto presente la Caritas che sopperisce ai bisogni per i detenuti extra comunitari.

"La situazione carceraria italiana è causata da una legislazione che produce 'carcere' anche solo per pochi giorni. Si parla da tempo del 'Piano carceri', ma non si sa ancora esattamente in cosa consiste. Dovrebbe essere sviluppato in un triennio, ma l'emergenza assunzioni è adesso". L'Ispettore capo della casa di reclusione fossanese Giuseppe Maglione: "Queste visite servono a rendersi conto delle condizioni in cui lavoriamo, con turni massacranti". La ricetta secondo il Deputato è una nuova organizzazione carceraria, con leggi che non affollino le carceri in casi di pene di pochi giorni, ma con pene alternative commisurate al reato: pecuniarie, lavori socialmente utili, ecc. Non si tratta di non dare una pena, ma il problema di avere persone detenute, magari perché non in regola col permesso di soggiorno, per pochi giorni non ottiene nessuna riabilitazione e affolla inutilmente gli istituti di pena con un costo per lo Stato. "Da studi effettuati emerge che il 75% dei detenuti che non hanno potuto avere un percorso riabilitativo o rieducativo ha una recidiva, cioè quando esce dal carcere ritorna a delinquere"- ha sottolineato Sandro Favi-. "La percentuale si abbassa al 35% per chi ha potuto seguire un percorso formativo- riabilitativo". Altra proposta del Pd è quella di ridurre i tempi della giustizia: anni per avere una sentenza non sono tollerabili. La prossima visita è il 12 giugno al carcere di Alba.

Nella foto, la Deputata Pd Anna Rossomando con Sandro Favi e i giovani democratici Federico Cavallo, Alberto Bergesio, Amajou Abderrahmane e Manfredi Rosso.

Antonella Balocco



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