C'è ancora spazio nell'arte contemporanea e nel mondo del digitale per la manualità? Gli artisti devono tornare ad essere degli artigiani, o devono continuare a seguire la scia del minimalismo e del concettualismo?
Con l'arte concettuale, l'arte povera e il minimalismo, l'artista ha cessato di essere un homo faber, un artigiano dalla straordinaria manualità, e ha smesso anche di sporcarsi le mani, immergendole, graffiandole, rovinandole con la materia e con i colori. Ma questo non significa che non sia possibile un'inversione di tendenza, anzi: ci sono dei segnali che indicano un ritorno dell'artista alla manualità, alla produzione artigianale delle proprie opere, un ritorno insomma alle botteghe di un tempo, nelle quali i più grandi artisti del Rinascimento e di altre epoche storiche lavoravano circondati dai propri arnesi, da collaboratori e da apprendisti che desideravano apprendere la tecnica del maestro. Un ritorno agli arnesi e al lavoro manuale, nell'epoca in cui viviamo, non significa però riprendere in mano solo scalpello e pennello, significa anche riuscire a sfruttare al meglio i nuovi macchinari utensili, frutto delle più recenti innovazioni tecnologiche, che pur non essendo stati studiati appositamente per creare opere artistiche, possono comunque entrare in questo mondo, mettendosi al servizio dell'estro e della creatività dei nuovi o dei futuri maestri dell'arte contemporanea.
Il mondo dell'arte e quello della tecnologia hanno già trovato dei terreni d'incontro, come dimostra per esempio la mostra "La nuova manualità nell'era digitale", tenutasi nella chiesa sconsacrata di San Carpoforo di Milano nel corso del 2009. Un evento nato dalla collaborazione tra due dei più importanti esponenti dei relativi mondi, che solo all'apparenza si muovono su binari paralleli, ossia l'Accademia di Belle Arti di Brera e la Bosch Elettroutensili, che ha messo a disposizione dei laboratori dell'Accademia un'ampia cassetta utensili. Con la coordinazione di Gaetano Grillo, artista e docente presso la stessa Accademia, 25 giovani artisti hanno potuto esporre le proprie opere, create con elettroutensili Bosch, Skil e Dremel, con l'intento dichiarato di dimostrare come sia possibile un ritorno alla manualità utilizzando anche degli elettroutensili di ultima generazione. I giovani artisti che hanno presentato le proprie opere hanno utilizzato, tra l'altro, levigatrici, trapani e pistole a spruzzo, avvalendosi solo di strumenti con tecnologia al litio, per unire all'intento creativo anche la volontà di contribuire attivamente alla salvaguardia dell'ambiente: gli elettroutensili al litio, infatti, contengono il 70% in meno di metalli pesanti rispetto agli attrezzi alimentati con batterie al nichel cadmio, e producono il 40% di anidride carbonica in meno. Le opere realizzate sono state poi valutate da una giuria presieduta dal direttore dell'Accademia, che ha premiato gli artisti più meritevoli con dei kit completi di elettroutensili, ad incoraggiare questi giovani talentuosi a continuare sulla strada della manualità per esprimere la propria creatività.
Il ritorno alla manualità nell'arte, sembra dirci l'evento, è dunque possibile, anche grazie alle aziende operanti in settori completamente diversi da quello artistico, come quello della vendita segatrici a nastro e di altri tipi di elettroutensili, e che permettono all'artista di entrare in una nuova dimensione del fare, per molti versi diversa rispetto a quella degli artisti/artigiani di un tempo, ma con degli innegabili punti di contatto.
Articolo a cura di Francesca Tessarollo
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