Traffici di animali. Italia piu' brava? Se se ne occupano gli animalisti!?!...
Il comunicato stampa dal titolo: "Tratta di cani all'estero: costante impegno del Ministero a tutela degli animali da affezione e nel contrasto di movimentazioni illecite di animali da compagnia", emanato dal Ministero della Salute il 9/06/10 e' secondo FederFauna molto interessante. E' uscito subito dopo che e' giunta notizia di un esposto, depositato in piu' Procure dall'europarlamentare Sergio Berlato, che denuncia traffici di animali da parte di "associazioni di protezione animale". Il Ministero ha ribadito che: "Al fine di regolamentare le adozioni internazionali di cani presenti nei canili italiani sono stati organizzati Tavoli tecnici con tutte le associazioni di protezione animale e con i rappresentanti delle Regioni." Come? Per trovare soluzione ad un problema di traffici illeciti che coinvolgono associazioni animaliste, sono proprio associazioni animaliste ad essere interpellate? Ma il Ministero ha ribadito anche che: "...e' stato definito un Protocollo di Intesa che e' stato proposto formalmente alle autorita' competenti dei Paesi in cui piu' frequentemente avvengono le adozioni, al fine di fornire ulteriori garanzie di tracciabilita' degli animali. Esso prevede, infatti, l'obbligo di controllo da parte dei servizi veterinari del Paese di destinazione dei cani e dei loro passaporti, nonche' scambi di informazioni tra i servizi veterinari ufficiali." E' quantomeno lecito avere dubbi sulla fattibilita' di tale progetto, visto che nemmeno l'intera popolazione canina italiana e' completamente censita dall'anagrafe canina. Visto che sembrerebbe non esserci nemmeno l'anagrafe canina in diversi dei Paesi destinatari. Visto che gli stessi dati sul fenomeno del randagismo, che proprio le associazioni animaliste ci propinano in mille occasioni, sono spesso tra loro contrastanti (generalmente in calo se usati per far vedere quanto sono bravi e in crescita se c'e' da chiedere dei soldi). Per quanto riguarda gli scambi di informazioni tra i servizi veterinari ufficiali, facendo un parallelo tra il traffico di randagi, che fino ad oggi non sembra trovare una gran sensibilita' da parte di molti media e nella propaganda delle maggiori associazioni animaliste, e il ben piu' pubblicizzato traffico di cuccioli dall'Est, i rappresentanti di FederFauna ricordano quando si rivolsero alle autorita' Ungheresi. Quando chiesero aiuto per trovare soluzioni al problema, oltre che delle introduzioni illecite, anche dei numerosi carichi di cuccioli partiti all'origine con tutte le certificazioni previste dalle norme comunitarie e comunque sequestrati una volta entrati in Italia, magari con la scusa della presunta difformita' tra l'eta' dichiarata dal primo veterinario che aveva visto i cani e quella "riscontrata" dal "collega" italiano, la risposta degli Ungheresi fu che esistono norme dell'Unione Europea le quali gia' di per se' dovrebbero essere accettate ed applicate nello stesso modo da tutti gli Stati membri. Che loro tentavano di rispettarle e farle rispettare nel loro Paese, ma che nulla potevano fare una volta che i cani avevano varcato il confine... Ma forse l.Italia e' più brava!... Noi abbiamo gli animalisti che collaborano con il nostro Ministero!... Forse un domani arriveranno a dirci che se un cane si trova in vendita in Germania o in Austria su un sito animalista e animalista e' stata tutta la filiera che li' l'ha portato, si trattera' di "commercio etico"!...
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FederFauna
Confederazione Europea delle Associazioni di Allevatori, Commercianti e Detentori di Animali
European Confederation of Associations of Animals Farmers, Traders and Holders
Via Goito, 8 - 40126 Bologna
Tel. 895.510.0030 (servizio a pagamento) - Fax 051/2759026
Il comunicato stampa dal titolo: "Tratta di cani all'estero: costante impegno del Ministero a tutela degli animali da affezione e nel contrasto di movimentazioni illecite di animali da compagnia", emanato dal Ministero della Salute il 9/06/10 e' secondo FederFauna molto interessante. E' uscito subito dopo che e' giunta notizia di un esposto, depositato in piu' Procure dall'europarlamentare Sergio Berlato, che denuncia traffici di animali da parte di "associazioni di protezione animale". Il Ministero ha ribadito che: "Al fine di regolamentare le adozioni internazionali di cani presenti nei canili italiani sono stati organizzati Tavoli tecnici con tutte le associazioni di protezione animale e con i rappresentanti delle Regioni." Come? Per trovare soluzione ad un problema di traffici illeciti che coinvolgono associazioni animaliste, sono proprio associazioni animaliste ad essere interpellate? Ma il Ministero ha ribadito anche che: "...e' stato definito un Protocollo di Intesa che e' stato proposto formalmente alle autorita' competenti dei Paesi in cui piu' frequentemente avvengono le adozioni, al fine di fornire ulteriori garanzie di tracciabilita' degli animali. Esso prevede, infatti, l'obbligo di controllo da parte dei servizi veterinari del Paese di destinazione dei cani e dei loro passaporti, nonche' scambi di informazioni tra i servizi veterinari ufficiali." E' quantomeno lecito avere dubbi sulla fattibilita' di tale progetto, visto che nemmeno l'intera popolazione canina italiana e' completamente censita dall'anagrafe canina. Visto che sembrerebbe non esserci nemmeno l'anagrafe canina in diversi dei Paesi destinatari. Visto che gli stessi dati sul fenomeno del randagismo, che proprio le associazioni animaliste ci propinano in mille occasioni, sono spesso tra loro contrastanti (generalmente in calo se usati per far vedere quanto sono bravi e in crescita se c'e' da chiedere dei soldi). Per quanto riguarda gli scambi di informazioni tra i servizi veterinari ufficiali, facendo un parallelo tra il traffico di randagi, che fino ad oggi non sembra trovare una gran sensibilita' da parte di molti media e nella propaganda delle maggiori associazioni animaliste, e il ben piu' pubblicizzato traffico di cuccioli dall'Est, i rappresentanti di FederFauna ricordano quando si rivolsero alle autorita' Ungheresi. Quando chiesero aiuto per trovare soluzioni al problema, oltre che delle introduzioni illecite, anche dei numerosi carichi di cuccioli partiti all'origine con tutte le certificazioni previste dalle norme comunitarie e comunque sequestrati una volta entrati in Italia, magari con la scusa della presunta difformita' tra l'eta' dichiarata dal primo veterinario che aveva visto i cani e quella "riscontrata" dal "collega" italiano, la risposta degli Ungheresi fu che esistono norme dell'Unione Europea le quali gia' di per se' dovrebbero essere accettate ed applicate nello stesso modo da tutti gli Stati membri. Che loro tentavano di rispettarle e farle rispettare nel loro Paese, ma che nulla potevano fare una volta che i cani avevano varcato il confine... Ma forse l.Italia e' più brava!... Noi abbiamo gli animalisti che collaborano con il nostro Ministero!... Forse un domani arriveranno a dirci che se un cane si trova in vendita in Germania o in Austria su un sito animalista e animalista e' stata tutta la filiera che li' l'ha portato, si trattera' di "commercio etico"!...
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FederFauna
Confederazione Europea delle Associazioni di Allevatori, Commercianti e Detentori di Animali
European Confederation of Associations of Animals Farmers, Traders and Holders
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