FEDERCONTRIBUENTI VENETO DENUNCIA: VODAFONE E TELECOM, CONCORRENTI ANCHE NEI DISSERVIZI
E' davvero un girone infernale, quello in cui possono finire i consumatori italiani quando hanno la sventura di incappare nei disservizi dei colossi della telefonia. E questo vale anche per chi con i telefoni ci lavora. E' quanto sostiene Federcontribuenti Veneto raccontando l'incredibile vicenda capitata ad un imprenditore della provincia di Padova, titolare di un call center a Caselle di Selvazzano che il 9 marzo 2010, convinto dai vantaggi prospettatogli dal solito operatore "prometti-tutto" di turno, decide di lasciare Telecom, compagnia telefonica di cui si serviva la sua azienda di call center, per passare a Vodafone. Ed è l'inizio dei guai. Tra i vari piani tariffari adottati, ce n'è anche uno che si chiama Piano Vodafone Mobile Broadband Start che al posto dei soliti telefoni "fissi" prevede l'utilizzo di particolari apparecchi telefonici con dentro una Sim (in pratica dei cellulari) con l'assegnazione di nuove utenze telefoniche. Inoltre, oltre a tutto questo, prevede anche l'omaggio gratuito di 12 cellulari Nokia 27 30. Fin da subito, però, le telefoniste del call center si rendono conto che le cose non funzionano, perché quel che accade è che nel bel mezzo delle telefonate continua a cadere la linea. Il danno, poi, coinvolgeva anche le nuove utenze telefoniche e pure la linea fissa che spesso non funzionava anche per un'intera giornata. Il che per un'azienda di call center costituisce un bel guaio. L'imprenditore a questo punto comincia a far presente a Vodafone il disservizio che sta subendo, ma nonostante i numerosi solleciti le cose non cambiano, finché, comprensibilmente stanco della situazione, decide di esercitare il suo diritto di recessione per interrompere i suoi rapporti con Vodafone e ritornare a Telecom e quindi spedisce la disdetta. A questo punto si accorge di tutta una serie di cose: intanto, scopre che il costo di attivazione pagato che sarebbe dovuto essere di 300 euro, in realtà risulta essere di 648 euro e che la tassa di concessione governativa (cosa che in realtà, come già detto tempo fa da Federcontribuenti, non è assolutamente dovuta) è sempre presente (nonostante all'imprenditore fosse stato detto che se il traffico telefonico fosse stato superiore ai 30 euro mensili, cifra sempre abbondantemente superata, gli sarebbe stata abbuonata) ma soprattutto si rende conto di una cosa e cioè che quei 12 cellulari Nokia (non richiesti in quanto neanche gli servivano), che da contratto dovevano essere gratuiti, in realtà non lo sono affatto. Accortosi della cosa, ricontatta il promoter con il quale aveva stipulato il contratto (a tal proposito, Federcontribuenti Veneto ha poi richiesto una visura alla Camera di Commercio su questo personaggio e ha scoperto che in passato è stato protestato per la ridicola cifra di 400 euro…), gli fa presente questo ulteriore disservizio e gli riconsegna i 12 cellulari in questione. La cosa incredibile è che, nonostante questo, nei costi da sopportare per la chiusura del contratto, Vodafone continua ad addebitargli il costo di questi cellulari che a questo punto non si sa che fine hanno fatto. O meglio: il sospetto è che se li sia presi direttamente il promoter e non li abbia mai riconsegnati a Vodafone. Davanti a tutto questo l'imprenditore si affida a Federcontribuenti Veneto che per prima cosa scrive a Vodafone e fa il riassunto di tutta la vicenda e chiede un incontro. Loro rispondono così: "… da verifiche effettuate nei nostri sistemi informatici non abbiamo riscontrato anomalie – ma aggiungono che – alla fine di una risoluzione bonaria della controversia e nell'ottica di fornire un servizio attento ai nostri clienti comunichiamo che Vodafone si rende disponibile ad offrire nella prossima fattura un accredito omnicomprensivo di 2000 euro". Ossia dicono: secondo noi va tutto bene, ma vi offriamo un accredito di 2000 euro (una cifra ridicola considerato che solo di cellulari nuovi il costo era di 1800 euro!). Ma succede di peggio, perché davanti al contestuale ritorno da parte dell'azienda di call center al precedente operatore telefonico, ossia Telecom e nonostante tutte le fatture a Vodafone siano sempre state regolarmente pagate, Vodafone si rifiuta di rilasciare il vecchio numero telefonico di cui si serviva l'azienda da almeno 15 anni. Naturalmente l'imprenditore in questione vive questa cosa come un vero e proprio sopruso, ma davanti alle sue proteste quelli di Vodafone dicono che è colpa di Telecom, mentre quest'ultimi dicono che è colpa di Vodafone. Tant'è che ad un certo punto, visto tutte le ingiustizie subite, decide non pagare più le fatture, cosa davanti alla quale Vodafone reagisce staccandogli la linea telefonica. Uno pensa: va beh, una disavventura che comunque con il ritorno a Telecom, rimarrà tale. Invece no, perché cominciano nuove sventure. Che cosa succede? Telecom decide di impiantargli un sistema costituito da una specie di "armadietto-centralino" pieno di antiche borchie ISDN, accompagnato da un altro box con dentro due Sim, verso cui vengono deviate tutte le telefonate fatte ai cellulari del Call Center. Costo dell'impianto 10.200 euro. Poco tempo dopo, la stessa Telecom gli stacca le due Sim, dicendogli che quel sistema è illegale. Capito? Prima lo convincono ad installarsi questo costoso apparato, dicendogli che gli avrebbe permesso di risparmiare, poi glielo staccano dicendogli che è illegale! A questo punto, sia con Telecom che con Vodafone, Federcontribuenti richiede un incontro con qualcuno dell'amministrazione al fine di discutere serenamente della faccenda. Tutto inutile, nessuna risposta e l'unico modo per contattarli e parlare con loro è rivolgersi al solito operatore telefonico precario, ogni volta uno diverso, che naturalmente della questione non sa nulla e dice che bisogna pagare. Una cosa pazzesca se si considera che non si tratta di un utente privato, bensì di un'azienda (con vari dipendenti) che frutta alle due compagnie telefoniche diverse migliaia di euro al mese. E' dal 25 marzo 2011 che Federcontribuenti manda lettere alle due compagnie senza ricevere risposte, arrivati a luglio l'azienda ha deciso di anticipare la chiusura estiva e mandare i propri operatori in ferie, con l'angoscia di non sapere se alla fine dell'estate riuscirà a uscire da questo incubo. Addirittura, ultimamente l'imprenditore, involontario protagonista di questa vicenda, è stato contattato dal comandante di una caserma dei carabinieri perché un cliente non riuscendo più a contattarlo telefonicamente si era allarmato, pensando che la società fosse sparita! Un ulteriore aumento del danno!
Federcontribuenti Veneto
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