Interrogazione a risposta scritta:
BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI.
- Al Ministro della giustizia, al Ministro della salute.
- Per sapere
- premesso che:
l'interrogante, assieme alla segretaria dell'associazione radicale «Il detenuto ignoto» Irene Testa e a Maria Isabella Puggioni esponente radicale di Sassari, il giorno 12 luglio 2010 ha effettuato una visita di sindacato ispettivo presso la casa circondariale di San Sebastiano di Sassari;
sotto la guida del comandante Fusco Cataldo (che non ha ancora avuto il decreto di nomina), l'interrogante ha potuto parlare tanto con i detenuti quanto con gli agenti, verificando le condizioni di esecuzione della pena;
nell'istituto, a fronte di 95 posti letto disponibili nelle celle, sono accalcati 208 detenuti di cui 43 in attesa di 1o giudizio, 32 appellanti, 9 ricorrenti, 121 definitivi, 1 scarcerato «senza uscita fisica»; delle 54 celle dell'istituto, 20 sono interessate da lavori perciò nelle 34 celle disponibili per un totale di 552 metri quadrati si trovano a vivere i 208 detenuti che hanno in media 2,65 metri quadri a testa;
144 detenuti sono tossicodipendenti e anche le diagnosi psichiatriche sono decine; a fronte di un quadro sanitario così compromesso, il personale medico ed infermieristico è del tutto insufficiente e, ad aggravare la situazione, c'è da sottolineare il fatto che ancora non è stato effettuato il passaggio dalla sanità penitenziaria a quella del servizio sanitario nazionale. Ciò determina un quadro di incertezza anche su come nel 2011 avverrà il finanziamento di tutto il settore sanitario del carcere, personale compreso;
i detenuti trascorrono nelle celle sovraffollate 20 ore al giorno senza svolgere alcun tipo di attività; la presenza all'aperto si svolge in passeggi angusti e arroventati perché coperti da una rete metallica arrugginita che con il sole estivo si surriscalda all'inverosimile: il detenuti le chiamano «gabbie»;
nelle celle del piano terra, ciascuna di circa 7 metri quadrati e perciò destinate in origine ad ospitare una persona, convivono tre detenuti; considerata la superficie occupata dal letto a castello, dal tavolo, dagli sgabelli e dai miseri mobiletti, non c'è lo spazio fisico per muoversi. Dato lo scarso rifornimento da parte dell'amministrazione di stracci e detersivi, le celle - già fatiscenti - sono sporche e maleodoranti; la presenza di scarafaggi è all'ordine del giorno e, non di rado, circolano anche topi;
i servizi igienici interni alle celle in tutto l'istituto si caratterizzano per l'assenza di alcun tipo di lavabo e sono costituiti da semplici tazze alla turca che insistono - separati solo da bassi muretti divisori - nello stesso ambiente dove i detenuti cucinano, mangiano, passano il tempo, dormono;
dopo l'ulteriore taglio delle mercedi, sono veramente pochissimi i ristretti che hanno la fortuna di poter lavorare e i pochi che hanno questa opportunità, che riguarda esclusivamente impieghi che non offrono
alcuna opportunità di imparare un mestiere utile per l'esterno, lo fanno per pochi spiccioli al mese;
fa parte dello sfascio gestionale dell'istituto - privato dall'amministrazione centrale dei mezzi indispensabili di sussistenza - anche la sensibile carenza dell'organico degli agenti di polizia penitenziaria, degli educatori e degli psicologi;
nel quadro sopra descritto, è facile che accadano (e accadono) episodi di inqualificabile disfunzione burocratica che pesano in modo insopportabile dal punto di vista umano sulle già disperate condizioni di vita dei detenuti:
in una cella fatiscente e sporca (ex transito) di circa 24 metri quadrati sono sistemati in 9 in tre letti a castello a due piani e un letto a castello a tre piani; nella cella convivono diverse etnie: 2 nigeriani, 1 liberiano, 4 marocchini e due italiani; solo uno di loro lavora per 3 giorni alla settimana;
in un'altra cella di 7 metri quadrati (secondo braccio) ci sono tre detenuti che dispongono di un letto a castello a tre piani; wc alla turca separato da un muretto; la cella è sporca buia e maleodorante; un detenuto afferma che i topi escono dal gabinetto alla turca e non è raro trovare gli scarafaggi sotto i materassi; anche i piccioni entrano dalle finestre del corridoio del padiglione rilasciando i loro escrementi; per i 23 detenuti del braccio c'è una sola doccia fatiscente; un detenuto racconta che alcuni giorni prima gli era caduto il finestrone della doccia sulle spalle;
al III braccio un detenuto racconta di aver avuto un rapporto disciplinare per aver protestato quando gli agenti hanno portato il terzo «ospite» nell'angusta cella; per punizione è stato escluso dalle attività ricreative per 10 giorni;
cella n. 13: un detenuto racconta «sto morendo giorno dopo giorno» e dice che vorrebbe andare in una casa di lavoro per aiutare con un po' di soldi le sue bambine piccolissime che stanno a Bergamo;
cella n. 16: c'è il muschio alle pareti tanta è l'umidità; un detenuto è affetto da cirrosi epatica e racconta che in cella circolano scarafaggi enormi e vespe;
l'area verde per gli incontri con i figli o parenti minori non esiste;
un nuovo carcere che dovrebbe rimpiazzare l'utilizzo del vetusto carcere San Sebastiano di Sassari (costruzione risalente al XVII secolo) è in costruzione dal 2005 nel vicino comune di Bancali. Secondo le più ottimistiche previsioni, tale nuovo carcere sarebbe dovuto entrare in funzione nel 2011;
quando sarà pronto, il nuovo carcere potrà ospitare 250 detenuti comuni, 100 in alta sicurezza, 15 in semilibertà, 50 protetti, e 15 donne. Inoltre, nel progetto è previsto un caseggiato per gli agenti da 80 posti, e 6 alloggi di servizio. Al momento non sembrano esservi previsioni circa il numero del personale che vi verrà impiegato, né se saranno realizzate le infrastrutture necessarie ad assicurare il trasporto del personale e dei parenti in visita;
l'impresa che sta costruendo tale nuova struttura penitenziaria a Bancali è la ditta Anemone, che per l'opera, i cui lavori sono stati affidati con procedura di urgenza, iniziati nel dicembre 2005 e non ancora conclusi, ha già incassato 26 milioni di euro per stati di avanzamento, ovvero il 35 per cento dell'importo totale dell'appalto;
attualmente i lavori sulla struttura sono però sospesi e la stessa è posta sotto sequestro, per via delle note vicende giudiziarie in cui è implicata la ditta Anemone, né se ne prevede la ripresa da parte della stessa ditta o di altra debitamente incaricata -:
quali provvedimenti intenda adottare il Governo per riportare nella legalità costituzionale il carcere di San Sebastiano e per porre fine ai trattamenti disumani e degradanti ai quali sono oggigiorno sottoposti i detenuti;
cosa intenda fare per colmare la carenza di organico del personale: agenti, educatori e, nei limiti di competenza, psicologi;
cosa intenda fare per fronteggiare la gravissima situazione sanitaria, per accelerare il passaggio della sanità penitenziaria al servizio sanitario nazionale e per garantire finanziamenti adeguati per l'anno prossimo;
in che modo si intenda affrontare - nella situazione igienico-sanitaria sopra descritta del carcere di San Sebastiano e, in particolare, nell'attuale periodo estivo - il rischio di diffusione di malattie infettive;
in particolare, quali provvedimenti immediati intenda mettere in atto per aumentare gli spazi di vivibilità delle celle fino a farli divenire degni di un essere umano; per fare in modo che i detenuti non siano costretti a trascorrere nell'ozio e nella sporcizia 20 ore della loro giornata; per stanziare i fondi necessari almeno per la manutenzione ordinaria delle celle, delle docce, dell'immondo spazio wc, dei passeggi e delle caserme degli agenti; per garantire ai minori in visita ai propri genitori detenuti spazi adeguati secondo le normative vigenti;
quali informazioni sia in grado di fornire sul costruendo carcere di Bancali specificando quale sarà l'organico previsto per le diverse funzioni e se si stiano realizzando le infrastrutture necessarie ad assicurare il trasporto del personale e dei parenti in visita nel piccolo comune in provincia di Sassari;
relativamente a quest'ultima struttura, come intenda gestire la fase di completamento delle opere non ancora concluse, entro quali tempi ne preveda il completamento, e quale sarà l'ammontare totale degli investimenti.
(4-08101)
BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI.
- Al Ministro della giustizia, al Ministro della salute.
- Per sapere
- premesso che:
l'interrogante, assieme alla segretaria dell'associazione radicale «Il detenuto ignoto» Irene Testa e a Maria Isabella Puggioni esponente radicale di Sassari, il giorno 12 luglio 2010 ha effettuato una visita di sindacato ispettivo presso la casa circondariale di San Sebastiano di Sassari;
sotto la guida del comandante Fusco Cataldo (che non ha ancora avuto il decreto di nomina), l'interrogante ha potuto parlare tanto con i detenuti quanto con gli agenti, verificando le condizioni di esecuzione della pena;
nell'istituto, a fronte di 95 posti letto disponibili nelle celle, sono accalcati 208 detenuti di cui 43 in attesa di 1o giudizio, 32 appellanti, 9 ricorrenti, 121 definitivi, 1 scarcerato «senza uscita fisica»; delle 54 celle dell'istituto, 20 sono interessate da lavori perciò nelle 34 celle disponibili per un totale di 552 metri quadrati si trovano a vivere i 208 detenuti che hanno in media 2,65 metri quadri a testa;
144 detenuti sono tossicodipendenti e anche le diagnosi psichiatriche sono decine; a fronte di un quadro sanitario così compromesso, il personale medico ed infermieristico è del tutto insufficiente e, ad aggravare la situazione, c'è da sottolineare il fatto che ancora non è stato effettuato il passaggio dalla sanità penitenziaria a quella del servizio sanitario nazionale. Ciò determina un quadro di incertezza anche su come nel 2011 avverrà il finanziamento di tutto il settore sanitario del carcere, personale compreso;
i detenuti trascorrono nelle celle sovraffollate 20 ore al giorno senza svolgere alcun tipo di attività; la presenza all'aperto si svolge in passeggi angusti e arroventati perché coperti da una rete metallica arrugginita che con il sole estivo si surriscalda all'inverosimile: il detenuti le chiamano «gabbie»;
nelle celle del piano terra, ciascuna di circa 7 metri quadrati e perciò destinate in origine ad ospitare una persona, convivono tre detenuti; considerata la superficie occupata dal letto a castello, dal tavolo, dagli sgabelli e dai miseri mobiletti, non c'è lo spazio fisico per muoversi. Dato lo scarso rifornimento da parte dell'amministrazione di stracci e detersivi, le celle - già fatiscenti - sono sporche e maleodoranti; la presenza di scarafaggi è all'ordine del giorno e, non di rado, circolano anche topi;
i servizi igienici interni alle celle in tutto l'istituto si caratterizzano per l'assenza di alcun tipo di lavabo e sono costituiti da semplici tazze alla turca che insistono - separati solo da bassi muretti divisori - nello stesso ambiente dove i detenuti cucinano, mangiano, passano il tempo, dormono;
dopo l'ulteriore taglio delle mercedi, sono veramente pochissimi i ristretti che hanno la fortuna di poter lavorare e i pochi che hanno questa opportunità, che riguarda esclusivamente impieghi che non offrono
alcuna opportunità di imparare un mestiere utile per l'esterno, lo fanno per pochi spiccioli al mese;
fa parte dello sfascio gestionale dell'istituto - privato dall'amministrazione centrale dei mezzi indispensabili di sussistenza - anche la sensibile carenza dell'organico degli agenti di polizia penitenziaria, degli educatori e degli psicologi;
nel quadro sopra descritto, è facile che accadano (e accadono) episodi di inqualificabile disfunzione burocratica che pesano in modo insopportabile dal punto di vista umano sulle già disperate condizioni di vita dei detenuti:
in una cella fatiscente e sporca (ex transito) di circa 24 metri quadrati sono sistemati in 9 in tre letti a castello a due piani e un letto a castello a tre piani; nella cella convivono diverse etnie: 2 nigeriani, 1 liberiano, 4 marocchini e due italiani; solo uno di loro lavora per 3 giorni alla settimana;
in un'altra cella di 7 metri quadrati (secondo braccio) ci sono tre detenuti che dispongono di un letto a castello a tre piani; wc alla turca separato da un muretto; la cella è sporca buia e maleodorante; un detenuto afferma che i topi escono dal gabinetto alla turca e non è raro trovare gli scarafaggi sotto i materassi; anche i piccioni entrano dalle finestre del corridoio del padiglione rilasciando i loro escrementi; per i 23 detenuti del braccio c'è una sola doccia fatiscente; un detenuto racconta che alcuni giorni prima gli era caduto il finestrone della doccia sulle spalle;
al III braccio un detenuto racconta di aver avuto un rapporto disciplinare per aver protestato quando gli agenti hanno portato il terzo «ospite» nell'angusta cella; per punizione è stato escluso dalle attività ricreative per 10 giorni;
cella n. 13: un detenuto racconta «sto morendo giorno dopo giorno» e dice che vorrebbe andare in una casa di lavoro per aiutare con un po' di soldi le sue bambine piccolissime che stanno a Bergamo;
cella n. 16: c'è il muschio alle pareti tanta è l'umidità; un detenuto è affetto da cirrosi epatica e racconta che in cella circolano scarafaggi enormi e vespe;
l'area verde per gli incontri con i figli o parenti minori non esiste;
un nuovo carcere che dovrebbe rimpiazzare l'utilizzo del vetusto carcere San Sebastiano di Sassari (costruzione risalente al XVII secolo) è in costruzione dal 2005 nel vicino comune di Bancali. Secondo le più ottimistiche previsioni, tale nuovo carcere sarebbe dovuto entrare in funzione nel 2011;
quando sarà pronto, il nuovo carcere potrà ospitare 250 detenuti comuni, 100 in alta sicurezza, 15 in semilibertà, 50 protetti, e 15 donne. Inoltre, nel progetto è previsto un caseggiato per gli agenti da 80 posti, e 6 alloggi di servizio. Al momento non sembrano esservi previsioni circa il numero del personale che vi verrà impiegato, né se saranno realizzate le infrastrutture necessarie ad assicurare il trasporto del personale e dei parenti in visita;
l'impresa che sta costruendo tale nuova struttura penitenziaria a Bancali è la ditta Anemone, che per l'opera, i cui lavori sono stati affidati con procedura di urgenza, iniziati nel dicembre 2005 e non ancora conclusi, ha già incassato 26 milioni di euro per stati di avanzamento, ovvero il 35 per cento dell'importo totale dell'appalto;
attualmente i lavori sulla struttura sono però sospesi e la stessa è posta sotto sequestro, per via delle note vicende giudiziarie in cui è implicata la ditta Anemone, né se ne prevede la ripresa da parte della stessa ditta o di altra debitamente incaricata -:
quali provvedimenti intenda adottare il Governo per riportare nella legalità costituzionale il carcere di San Sebastiano e per porre fine ai trattamenti disumani e degradanti ai quali sono oggigiorno sottoposti i detenuti;
cosa intenda fare per colmare la carenza di organico del personale: agenti, educatori e, nei limiti di competenza, psicologi;
cosa intenda fare per fronteggiare la gravissima situazione sanitaria, per accelerare il passaggio della sanità penitenziaria al servizio sanitario nazionale e per garantire finanziamenti adeguati per l'anno prossimo;
in che modo si intenda affrontare - nella situazione igienico-sanitaria sopra descritta del carcere di San Sebastiano e, in particolare, nell'attuale periodo estivo - il rischio di diffusione di malattie infettive;
in particolare, quali provvedimenti immediati intenda mettere in atto per aumentare gli spazi di vivibilità delle celle fino a farli divenire degni di un essere umano; per fare in modo che i detenuti non siano costretti a trascorrere nell'ozio e nella sporcizia 20 ore della loro giornata; per stanziare i fondi necessari almeno per la manutenzione ordinaria delle celle, delle docce, dell'immondo spazio wc, dei passeggi e delle caserme degli agenti; per garantire ai minori in visita ai propri genitori detenuti spazi adeguati secondo le normative vigenti;
quali informazioni sia in grado di fornire sul costruendo carcere di Bancali specificando quale sarà l'organico previsto per le diverse funzioni e se si stiano realizzando le infrastrutture necessarie ad assicurare il trasporto del personale e dei parenti in visita nel piccolo comune in provincia di Sassari;
relativamente a quest'ultima struttura, come intenda gestire la fase di completamento delle opere non ancora concluse, entro quali tempi ne preveda il completamento, e quale sarà l'ammontare totale degli investimenti.
(4-08101)
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