Fede e malafede
Per alcuni è un evento storico, l'uscita dall'oscurantismo, dalla barbarie. L'affermazione della civiltà e del rispetto verso esseri senzienti, ovvero della vita.
Per altri, è la perdita dei diritti dell'Uomo (scritto in maiuscolo, giacchè l'Uomo in questo caso, è solo emanazione di arroganza), alla supremazia della razza umana, quella che si reputa depositaria del pollice verso, della morte di creature terrene.
E per un filosofo, ( quanta filosofia sprecata!), è addirittura la perdita di cultura e della tradizione! Poichè l'etica, per tale mente, è a fisarmonica, per gli uomini è necessaria, per gli animali, no. E non è neppure un optional!
Diamine, gli animali, sono i nostri schiavi, nati per essere uccisi, sottomessi, usati, abusati, venduti, moltiplicati. Per trarne profitto, per arricchirsi in modo facilefacile.
Si, gli animali per alcuni, sono come gli schiavi di antica memoria e lo ribadiamo ancora, schiavi, vittima di padroni, che commerciano vite e piangono posti di lavoro che si perdono, quando chi si batte per la convivenza uomo animale, fa qualche passo avanti!
In atto c'è la rivoluzione morale: che piaccia o no, c'è e nessuno, ne federazioni in malafede, ne filosofi impropri, la potranno fermare.
Anzi proprio loro, i sopravvissuti alla stagnante cultura rurale, alla cultura dei giochi al Colosseo, perpetratasi ai giorni nostri in esibizioni diseguali in tristissimi circhi, in anacronistici palii, in ridicole corse di asini, in stupide gite in botticelle, in mafiose gare dei calessi, in oscena caccia, in diseducative gare di pesca, che si vogliono far passare per divertimento, sport e tornei da coppa, proprio loro, questi esemplari del Superio Uomo, sono da difendere.
Per indicare a tutti come l'uomo non deve essere. Mai più!
Chiliamacisegua
http://www.blitzquotidiano.it/politica-europea/catalogna-corrida-abolita-spagna-487946/
LA NOTIZIA
Catalogna, corrida abolita. E' la prima regione della Spagna peninsulare
Il parlamento catalano ha approvato questa mattina l'abolizione della corrida nella regione con 68 voti a favore, 55 contrari e 9 astensioni.
Lo scorso 18 dicembre la camera decise (con 67 voti contro 59) di discutere l'iniziativa legislativa popolare (Ilp) presentata dalla piattaforma animalista Prou (Basta) e appoggiata da 180 mila firme, che chiedeva l'abolizione dello spettacolo tradizionale.
Contro l'abolizione si sono schierati i socialisti (Psc), i popolari (Pp) e Ciutadans, ma l'ago della bilancia è passato poi in mano ai catalanisti di CiU, le cui correnti interne di favorevoli e contrari hanno deciso che la Catalogna sarà la prima regione della Spagna peninsulare a proibire la Corrida (le Canarie lo hanno già fatto).
29/07/2010 - 00:03
Stop alla corrida in Catalogna, ma per il filosofo Savater è meglio di una partita di calcio
A volte le belle notizie arrivano contestualmente a quelle brutte, o perlomeno a dichiarazioni che fanno riflettere sulla reale sensibilità dell'essere umano.
Il parlamento catalano, oggi 28 Luglio, con 68 voti a favore 55 contrari e 9 astensioni, ha votato a favore dell'abolizione della corrida.
A partire dal 2012 quindi, il tradizionale quanto cruento e crudele spettacolo non potrà più avere luogo sul territorio della Catalogna. E' la seconda regione spagnola ad aver preso una decisione di questo tipo; la prima era stata quella che fa riferimento alle Isole Canarie, ma la Catalogna è la prima regione peninsulare, nel cuore della Spagna quindi ad aver bandito la corrida dalle sue terre. Sicuramente una grande vittoria degli animalisti.
La lotta è stata lunga, e il percorso da fare per vietare completamente la corrida dalla Spagna, obiettivo delle associazioni animaliste internazionali, lo sarà almeno altrettanto. Ma per quale motivo le battaglie per garantire almeno i diritti minimi agli animali sono così difficili?
Tralasciando gli enormi interessi economici che sovente calpestano tali diritti, nelle parole del filosofo Fernando Savater, intellettuale estremamente popolare in Spagna, è forse possibile ritrovare un'altra motivazione, più sottile, meno esplicita, ma non per questo meno potente, anzi: la mentalità.
Sulle pagine del Corriere dello stesso giorno in cui la Catalogna prende una decisione dai più accolta come una vittoria della civiltà, è possibile leggere un'intervista doppia, da una parte chi è contro, dall'altra chi invece parteggia per il mantenimento della corrida.
Quest'ultimo è appunto il filosofo Savater, che per difendere la sua posizione, cita , come molti altri, l'arte e la cultura che la storica manifestazione spagnola rappresenterebbe.
Posizioni queste, che chi scrive, come tanti, non potrebbe mai condividere, ma posizioni che rappresentano comunque una fetta di popolazione non trascurabile, e che nel dialogo vanno necessariamente tenute presenti.
Il punto non è però questo. Nell'intervista al filosofo, è possibile leggere alcune frasi che lascerebbero molte persone a dir poco scandalizzate, la prima: "abbiamo diritti etici solo verso gli uomini, altrimenti non potremmo mangiare animali" .
Egregio filosofo ha mai sentito parlare dei vegetariani e dei vegani?
Pensa forse che il loro sia solo un hobby? Non le interessa l'argomento? Già e come potrebbe
In ogni caso, un dovere etico non è anche la tutela e la difesa dei più deboli?
Perchè solo gli uomini? Pensa forse che gli animali siano oggetti? Ciò che, a prescindere da tutto il resto, si può desumere dalle risposte fornite al giornalista del Corriere è che Fernando Savater ha un concetto degli animali alquanto particolare, e lo è talmente tanto, particolare, che arriva addirittura a sfidare ciò che la scienza definisce con il termine "animale".
Quando l'intervistatore gli fa notare che la "violenza come spettacolo è diversa dalla violenza finalizzata alla sopravvivenza", il filosofo risponde (anche) che " nell'arena va in scena la sfida tra la vita e la morte. L'uomo conosce la morte, l'animale no".
L'animale no, parole e concetti faticosi da trascrivere. La scienza definisce l'animale come dotato di vita, la morte è la fine della vita, come farebbe un essere vivente a non conoscere la morte? Lei che è filosofo, ha mai pensato che il mondo animale non è totalmente interpretabile, e tantomeno comprensibile, utilizzando solamente parametri umani?
Perchè molti animali selvatici, ma anche domestici, si isolano quando arriva il loro momento?
E' sempre stato un caso da milioni di anni a questa parte, signor Savater? O per caso, è lei che si sbaglia e queste creature così poco acculturate, la morte la conoscono forse anche meglio di noi umani?
L'animale prova dolore lo sa? La morte, implica dolore, lo sa? Come sarebbe possibile quindi il fatto che conosca il dolore e non la morte? La morte è il dolore estremo, quello peggiore, quello che separa una parte dal tutto(ciò che conosciamo). E' solo perchè il toro non parla che lei la pensa così?
Solamente perchè la sofferenza non viene esplicitata in lingua umana?
Qui non può essere una questione di cultura, non può, anche perche lei, essendo filosofo, non può certo mancare sotto questo aspetto, qui, è una questione di mentalità, quella che pare veda e voglia vedere l'umano superiore a qualsiasi altro essere e quindi dotato del diritto di decidere della vita e della morte dei più deboli, o no?
Ci sarebbe altro nell'intervista da analizzare, nell'intervista pubblicata oggi dal Corriere , ma non è questa la sede per fare un trattato di animalismo, o di civiltà.
Ci si limita però a riportare l'ultima frase, "(la corrida) E' una festa piena di simboli e d'arte, per me è molto meglio di una partita di calcio".
Già, per il popolare filosofo spagnolo, entrambe le manifestazioni sono un gioco, da una parte si cerca di fare goal e magari alzare una coppa, dall'altra si ammazza, spesso dissanguandolo e dopo diverse ore di agonia, un essere vivente, non c'è che dire, le analogie tra le due "tradizioni" sono davvero molte, e addirittura lei, signor Savater, preferisce la seconda, bene, allora si guardi la foto, e si diverta, se ci riesce.
A.S.
http://www.federfauna.org/News/news.php?id=3704
Corrida in Catalogna. Perdono uomini e animali. Gli uni la liberta', gli altri la vita
28-07-2010
Con 68 voti a favore, 55 contrari e 9 astensioni, il Parlamento catalano ha approvato in mattinata l'abolizione della corrida nella Regione dall'anno 2012. Sembra che in realta' in Catalogna la corrida gia' da tempo non riscuotesse piu' il successo che tuttora riscuote in altre Regioni e che comunque la scelta di porre fine alla tradizione spagnola per eccellenza sia significato soprattutto un ulteriore elemento di autonomia economica e culturale della Regione nei confronti del governo di Madrid.
Cio' sarebbe ulteriormente testimoniato dal fatto che contro l'abolizione si sarebbero schierati i socialisti (Psc), i popolari (Pp) e Ciutadans, ma che l'ago della bilancia sia passato poi in mano proprio ai catalanisti di CiU.
In ogni caso dal 2012 uno spettacolo di antica tradizione popolare, apprezzata gia' dagli antichi Greci, Etruschi e Romani e diffusa poi nei Paesi di cultura ispanica e in alcune zone della Francia, una festa nazionale della Spagna, ma anche parte del patrimonio culturale dell'Europa meridionale e di quello mondiale, in Catalogna non ci sara' piu'.
Non ci saranno piu' un buon numero di posti di lavoro, un Catalano che vorra' esercitare la sua liberta' di assistere a una corrida dovra' andare fuori Regione e nemmeno i tori di razza pregiata, allevati con tutte le attenzioni in grandi fattorie appositamente per questa tradizione, in Catalogna non interesseranno piu' a nessuno e saranno destinati ad estinguersi.
Certo, per gli animalisti la corrida rappresenta soltanto un evento barbaro e sanguinario, ma come in altre occasioni, la loro attenzione per il singolo animale andra' inesorabilmente a discapito della specie.
Per quanto riguarda gli uomini invece, sarebbe bene ricordare che l'articolo 13 del Trattato di Lisbona dice si, che l'Unione e gli Stati membri devono tenere conto delle esigenze in materia di benessere degli animali in quanto esseri senzienti, ma "rispettando nel contempo le disposizioni legislative o amministrative e le consuetudini degli Stati membri per quanto riguarda, in particolare, i riti religiosi, le tradizioni culturali e il patrimonio regionale".
Questa seconda parte dell'articolo e' troppo spesso dimenticata anche in Italia: una dimenticanza da nulla, se non fosse che mina in modo grave la liberta' e i diritti dell'Uomo!
Chi e' Fernando Savater
http://villatelesio.wordpress.com/2010/05/17/intervista-a-fernando-savater/
17 maggio 2010
Fernando Savater, nato a San Sebastián il 21 giugno 1947
Fernando Savater è una delle voci più autorevoli della cultura europea. Scrittore e filosofo spagnolo, nato a Madrid nel 1947, è autore, tra gli altri, di Etica per un figlio (1991) e Politica per un figlio (1992): il suo ultimo volume è La confraternita della buona sorte (2009).
L'intervista di Valerio Pierantozzi.
Professor SAVATER, la modernità e le tecnologie come e-book e Ipad cambieranno l'approccio delle nuove generazioni al libro e alla lettura?
"Il libro in realtà è un'invenzione relativamente recente, di 500 anni fa. Fra qualche anno magari non ci sarà più il libro come supporto fisico ma l'importante è che continui la letteratura. Addirittura può accadere che con le nuove tecnologie i ragazzi, tramite i blog o le chat, si appassionino di più alla lettura e alla scrittura".
Il diffondersi di internet ha creato un nuovo linguaggio che ha cambiato radicalmente anche il modo di comunicare. Questo influisce nella scrittura di un libro?
"Certo. Anche il giornalismo o la televisione hanno influito nella letteratura. Nei classici ci sono lunghe pagine descrittive che ora non servono più, proprio perché tutti sappiamo già come è fatto un certo luogo grazie alle immagini. Allo stesso modo le nuove tecnologie cambieranno il linguaggio portando qualcosa di nuovo e cancellando qualcosa di vecchio".
Lei è uno studioso di etica. C'è ancora posto per la filosofia in un mondo iper-tecnologico come il nostro?
"Noi pensiamo che il nostro mondo sia tecnologico, e lo è. Ma tutti i mondi sono stati tecnologici a loro modo. La filosofia non ha bisogno di un mondo specifico per avere spazio, si adatta alla realtà che trova".
Lei ha scritto Etica per un figlio e Politica per un figlio. In che modo si può avvicinare un adolescente odierno a temi come questi?
"Sono stato professore di filosofia per 39 anni e non ho mai incontrato adolescenti che non siano stati interessati a questi argomenti. Solo magari non sanno che si tratta di filosofia. Tutti gli adolescenti, con un linguaggio o con un altro, parlano di temi quali l'amore, la vita, la morte, la libertà o il passare del tempo. Credo che sia molto più facile in realtà far interessare un giovane alla filosofia che non un adulto".
È possibile vivere la politica in modo etico, o tutti i politici che lo affermano dicono in realtà una grande ipocrisia?
"L'etica ha dei valori, la politica ne ha altri. Ci sono politici buoni e altri meno buoni. Se un politico buono è anche una persona onesta e moralmente retta, tanto meglio per lui. Ma da un politico ci si aspetta che sappia fare bene il proprio lavoro. Il dittatore portoghese Salazar, per esempio, era una persona irreprensibile sotto il profilo morale, ma poi attuava una politica spietata e crudele. Penso che giudicare un politico per quello che fa nel suo privato non sia nemmeno tanto giusto: se uno è un buon politico non conta se ha un comportamento etico. Certo, è comunque più facile che una persona onesta nel privato sia onesta anche nel suo lavoro politico".
(Fonte: Salone del Libro di Torino)
Chi e' Federfauna
FederFauna
Confederazione Europea delle Associazioni di Allevatori, Commercianti e Detentori di Animali
European Confederation of Associations of Animals Farmers, Traders and Holders
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Per la tutela dei Diritti e per una reciproca migliore Convivenza
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