Il Consiglio Regionale della Lombardia ha deliberato di valutare la richiesta al Comune di Milano di un intervento espropriativo delle aree Expo di proprieta' privata.
Dichiarazione del presidente di Assoedilizia e vice presidente di Confedilizia Achille Colombo Clerici:
« La legge Regionale istitutiva della perequazione, muove "allo scoperto."
Senza nessuna copertura e coordinazione con i principi generali fissati dalle leggi dello Stato, ne' urbanistiche,ne' fiscali.
Stabilisce la facolta' per i Comuni di introdurla, ma non dice in che modo.
Se cioe' debba riguardare tutte le aree insistenti sul territorio del comune , ovvero solo quelle aventi caratteristiche omogenee di edificabilita'.
Se cioe' le aree devono possedere una vocazione edificatoria reale e non fittizia.
La questione non è irrilevante, poiche' le leggi statali dicono che il riconoscimento della edificabilita' di un'area da parte del Comune, non è costitutivo dello jus aedificandi, ma semplicemente dichiarativo : accerta cioe' una qualita' innata del suolo che gli pertiene in modo reale.
Tant'è che le aree riconosciute edificabili dallo strumento urbanistico dovrebbero pagar l'ICI dalla adozione del provvedimento, e non dalla approvazione, cioe' dalla sua entrata in vigore.
Quindi, attribuire una potenzialita' edificatoria a tutte le aree è gia' una forzatura dei principi generali dell'ordinamento statale.
Ma, scegliere di applicare la perequazione a tutte le aree e poi lasciar fuori quelle oggetto di accordi di programma o interessate da vincoli sovraordinati ( Regione, Provincia ) le quali posson esser "inedificabili" o addirittura espropriate è ancor più grave, poiche' sostanzia una disparita' di trattamento di dimensioni macroscopiche.
Di fronte alla decisione della Regione Lombardia di espropriare le aree del piano Expo, fra queste alcune insistenti sul territorio del Comune di Milano, c'è da chiedersi se sia illegittimo questo esproprio o se viceversa sia illegittimo il Piano di Governo adottato dalla citta'.
Entrambi non possono essere legittimi, perche' sostanziano principi antiteteci.
Infatti la decisione assunta dal comune di Milano di adottare nel PGT la perequazione integrale, cioe' estesa a tutte le aree del territorio, non rappresenta una opzione-spot, da applicare dove si vuole, ma costituisce l'assunzione di un principio generale formativo dei diritti della collettivita', che non dovrebbe ammettere deroghe, neppure dinnanzi ai cosiddetti vincoli sovraordinati.
Se questo non è possibile, cio' significa che qualcosa non funziona nel sistema.»
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