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From: info@colomboclerici.it
Date: Wed, 28 Jul 2010 09:54:56
Reply-To: info@colomboclerici.it
Subject: SCIA Segnalazione certificata di inizio di attivita'. Art.49 della finanziaria in approvazione - Difficolta' di tutela per i diritti e gli interessi legittimi dei piccoli proprietari. Assoedilizia
A s s o e d i l i z i a
- Assoedilizia esprime perplessita' sulla sostituzione della DIA in edilizia, mediante la SCIA, introdotta come sembra dall'art. 49 della Finanziaria anche in campo edilizio.
- Difficolta' di tutela per i diritti e gli interessi legittimi dei piccoli proprietari.
- Nessun controllo pubblico preventivo per buona parte delle opere edilizie.
- Occorrera' allertarsi ogniqualvolta si apre un nuovo cantiere vicino a casa.
* * *
Dichiarazione del presidente di Assoedilizia Achille Colombo Clerici:
« I cittadini, se la SCIA come sembra si applichera' anche al campo delle opere edilizie ( ci sono dubbi interpretativi) si dovranno preparare a diventare "sentinelle" della citta' e dei propri interessi.
Potra' accadere che il Comune non abbia esperito alcuna verifica preventiva sulla regolarita' di gran parte delle opere edilizie che essi vedranno realizzarsi.
Dall'oggi al domani si potranno infatti aprire i cantieri edilizi con una semplice segnalazione certificata di inizio di attivita', accompagnata appunto dalle dichiarazioni della regolarita' delle opere realizzande, da parte del titolare e dei suoi tecnici.
Ai vicini, che vedranno spuntare cantieri dall'oggi al domani, manchera' un quadro di riferimento attendibile, (qual era quello derivante dal possibile esame preventivo da parte del Comune) per valutare se le opere sono o meno legittime e se ledono illegittimamente i suoi diritti ed interessi legittimi, ledendo nel contempo gli interessi della collettivita'
I comuni hanno 30 giorni di tempo per verificare la presenza dei requisiti ed eventalmente contestare: dopo di che la contestazione non sara' possibile, se non per gravi motivi.
Intanto in quei 30 giorni le opere proseguono e l'amministrazione pubblica deve correr dietro a cio' che vien realizzato dagli operatori.
La logica: poiche' i controlli tecnici sono difficoltosi e lunghi se compiuti prima delle opere, tanto vale farli dopo ed eventalmente intervenire per fermare le opere stesse.
Peccato che gli interventi edilizi sovente diano luogo,per un motivo o per l'altro, a compromissioni di fatto irreversibili; e che comunque per l'Amministrazione pubblica è più difficile intervenire ex post, cioe' a lavori iniziati e cantieri aperti.
Inoltre, dal punto di vista procedimentale, non è la stessa cosa esaminare il progetto ex ante piuttosto che a posteriori.
In quest'ultimo caso significa non avere la possibilita' di verificare lo stato di fatto iniziale che pure deve risultare da apposita tavola progettuale depositata in Comune.
E lo stato di fatto iniziale dev'essere considerato non solo ai fini della regolarita' originaria delle preesistenze ( fatto superabile perche' quel che conta in sostanza è che lo stato finale delle opere risulti conforme alle previsioni e prescrizioni vigenti al momento dell'esecuzione delle stesse), ma anche ai fini della consistenza del manufatto edilizio, ai fini dell'accertamento dei diritti quesiti.
Come si fara' a stabilire che quanto dichiarato dal progettista a tal proposito corrisponde al vero quando ad esempio il cantiere è aperto da un mese o più ?
Quando il Comune dovesse poi intervenire repressivamente, immaginiamo che piacere potra' fare, non solo al vicino interessato, ma alla stessa comunita'civica, il trovarsi davanti, magari per anni, un cantiere bloccato in attesa che si dirimano le questioni aperte.
Il cittadino deve dormire sonni tranquilli nella consapevolezza che la tutela dei propri diritti ed interessi legittimi è compiuta debitamente dalla pubblica amministrazione, momento per momento e non con il "dopo si vedra' ".
Se c'è il dubbio che l'amministrazione non abbia controllato ancora, nascono tensioni, attriti, sospetti.
Non è il clima di cui ha bisogno la nostra comunita' sociale.»
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