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sabato 4 settembre 2010

Rom. A Parigi 50 mila manifestanti in piazza, mentre a Roma anche i Rom scendono in campo per dire no alla persecuzione

Rom. A Parigi 50 mila manifestanti in piazza, mentre a Roma anche i Rom scendono in campo per dire no alla persecuzione

Roma, 4 settembre 2010. Il Gruppo EveryOne segue da vicino la grande manifestazione contro le deportazioni dei Rom a Parigi e quella che si sta svolgendo a Roma in queste ore. "La Francia antirazzista è scesa in piazza a Parigi con almeno 50 mila persone," riferiscono i co-presidenti dell'organizzazione per i diritti umani, "una folla che chiede a gran voce il rispetto dei diritti del popolo Rom e della Direttiva Ue sulla libera circolazione all'interno degli stati membri. Ma non basta, perché in contemporanea con Parigi, si manifesta in ben 160 città francesi: un messaggio forte e chiaro che Sarkozy non potrà ignorare". Contemporaneamente, a Roma una folla - anche se inferiore alle previsioni -  sta esprimendo il suo dissenso contro le politiche degli sgomberi e delle deportazioni. "Nonostante la paura di ritorsioni da parte delle autorità che hanno bollato come 'ideologica' la manifestazione," afferma EveryOne, "i Rom degli insediamenti romani sono accorsi al presidio e scandiscono slogan di libertà, uguaglianza e giustizia sociale, contro la criminalizzazione politico-mediatica dei popoli Rom e Sinti e contro la politica degli sgomberi e la persecuzione". L'attivista Rom romeno Ionut Grancea chiede alle Istituzioni francesi e italiane di cambiare rotta, pena una grave crisi della democrazia: "Da anni trattano il mio popolo come se fosse un insieme di bande dedite al furto, all'accattonaggio fine a se stesso, allo stupro, alla truffa, al rapimento di bambini. Quando non trova il colpevole di un crimine, la polizia arresta il Rom più vicino al luogo del delitto, mentre nei tribunali essere Rom significa sempre subire una condanna o patteggiare una pena ingiusta. In realtà, è l'esclusione sociale a costringerci alla questua e a una vita miserevole nelle baracche. In Francia, dove ho vissuto per alcuni mesi, esiste un movimento antirazzista che si impegna per evitare la repressione e l'allontanamento di tutti i Rom immigrati da Romania e Bulgaria: non è abbastanza per contrastare la criminalizzazione del popolo Rom, ma ci consente di sperare in giorni migliori. In Italia, purtroppo, siamo perseguitati sia dalle amministrazioni di centro-destra che da quelle di centro-sinistra e i pochi attivisti che tentano di difenderci subiscono a loro volta intimidazioni, aggressioni e persecuzione istituzionale. L'unica critica che rivolgo agli organizzatori della protesta romana è quella di non aver chiesto l'interruzione degli sgomberi e della discriminazione politica, giudiziaria e mediatica. Non ha senso dire no ai campi Rom se tende e baracche sono il solo modo in cui le famiglie possono avere un riparo e sopravvivere. Si dirà no ai campi Rom solo quando ci saranno case e integrazione per tutti. Altrimenti si difendono solo i Rom italiani e non quelli che fuggono dalla povertà e dalla discriminazione in Romania". Nei prossimi giorni, le città francesi daranno vita ad altri eventi, culturali e politici, per dire basta al razzismo che colpisce i Rom. "La Francia dei diritti umani non si arrenderà all'intolleranza," conclude EveryOne, "mentre un presidio per chiedere la fine degli sgomberi senza alternative di alloggio, della persecuzione istituzionale contro i Rom e i difensori dei diritti umani e l'impiego corretto dei fondi Ue destinati all'integrazione di Rom e Sinti è già fissato a Milano per l'11 settembre, 70° anniversario dell'inizio degli internamenti dei Rom e dei Sinti nei campi di concentramento fascisti e delle deportazioni verso i luoghi di morte".

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