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lunedì 27 settembre 2010

FedeFauna contro traffici di cani. (Tutti!)


FederFauna - Ufficio Stampa
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FedeFauna contro i traffici di cani. (Tutti!)

FedeFauna ha gia' manifestato l'intenzione di costituirsi parte civile nel procedimento contro gli autori del carico illegale di cuccioli di cane, che e' stato bloccato e sequestrato sull'A1 dalla polizia stradale di Pian del Voglio poco dopo le 13 di sabato. La Confederazione che difende, oltre agli animali, tutti gli operatori economici che agiscono nell'ambito della legalita', non puo' esimersi dal condannare un modo di operare che danneggia chi ha passione per gli animali e con essi lavora onestamente. E' per tali motivi che FederFauna impone ai propri aderenti un codice etico non scritto, ed ha purtroppo dovuto qualche volta sospendere qualcuno che voleva fare il furbo. Dai documenti in possesso del trasportatore (che comunque non e' iscritto a FederFauna), i cani risultavano essere dotati di microchip, ma non era vero, e cio' non invalida solamente i documenti ma l'intera operazione commerciale.

FederFauna tuttavia coglie l'occasione per rettificare alcune affermazioni errate comparse sui media che, come e forse piu' degli operatori illegali, rischiano di creare confusione e danno agli animali e agli operatori onesti.

Non e' vero che sia "quattro mesi di vita, il limite previsto dalla legge per il trasporto e la vendita degli animali". Il Regolamento (CE) 998/2003 fissa il limite a tre mesi per gli scambi di cani tra Paesi dell'Unione Europea e l'Ordinanza 6 agosto 2008 del Ministero della Salute, fissa il limite a due mesi per la vendita di cani nati e registrati in Italia.

Non e' corretto parlare di animali "stipati in piccoli contenitori" o parlare di "gabbie piccolissime": sono commenti soggettivi che nulla hanno a che vedere con i dettami ben precisi del Regolamento (CE) 1/2005 che norma per l'appunto la "protezione degli animali durante il trasporto e le operazioni correlate".

Non e' vero, anche se cosi' possono aver dichiarato gli autori del trasporto, che i cani "in Ungheria erano stati pagati al prezzo di 30 o 50 euro". Oggi, grazie ad internet, e' possibile a chiunque visionare un sito ungherese di annunci vendita animali per rendersi conto che i prezzi, pur piu' bassi di quelli italiani, sono decisamente piu' alti (non c'e' nessuno in Ungheria che regali il mangime) di quelli dichiarati dalle associazioni animaliste, che devono far scandalo per attirare consenso e soldi.

In fine, e' piuttosto difficile che i due autori del carico illegale siano stati "denunciati per (...) traffico illecito di animali" perche' il reato di "traffico illecito di animali" non e' ancora presente nel nostro ordinamento giuridico, ma vuole essere introdotto con un ddl ancora in discussione in Parlamento. Tale ddl pero', pur contenendo questo provvedimento giusto e condiviso da FederFauna, colpisce solo i traffici palesemente commerciali e non quelli travestiti da opera pia (leggi staffette ed adozioni internazionali). Per di piu', contiene anche misure che permettono alle associazioni animaliste di trarre profitto sia dagli animali sequestrati che dalle eventuali sanzioni, ed e' percio' fortemente osteggiato dagli operatori onesti.


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FederFauna
Confederazione Europea delle Associazioni di Allevatori, Commercianti e Detentori di Animali
European Confederation of Associations of Animals Farmers, Traders and Holders
Via Goito, 8 - 40126 Bologna
Tel. 895.510.0030 (servizio a pagamento) - Fax 051/2759026

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