La vergogna dietro le sbarre
In Sicilia le persone detenute sono circa 8.200 a fronte di una ricettività massima consentita di circa 5.190, con un indice di sovraffollamento pari al 45%.
La Casa Circondariale di Piazza Lanza a Catania, costruita nel 1950, ha attualmente circa 550 detenuti a fronte di una capienza massima di 285 posti e con 230 unità di polizia penitenziaria, invece delle 435 necessarie e previste dal Decreto Ministeriale sulle piante organiche.
L'istituto presenta livelli di evidente degrado: strutture fatiscenti, la situazione è poi aggravata dallo stato di sovraffollamento e di insufficienza di spazi. La scarsa offerta di interventi trattamentali e l'assistenza sanitaria carente qualificano questo carcere come uno dei peggiori d'Italia.
Qualche tempo fa ci fu la protesta dei detenuti, i quali battendo sulle inferriate, cercavano di far percepire all'esterno la condizione di estremo disagio in cui sono costretti a vivere. Inadeguata agli scopi rieducativi, in celle di circa 18 metri quadri che, a stento, potrebbero ospitare tre detenuti, sono stipati fino a nove, o addirittura dieci detenuti carenza di personale, sia di agenti di polizia penitenziaria che di figure specializzate come educatori e psicologi.
Ad oggi attendiamo i risultati dell'anno scorso "Ferragosto 2009 in carcere", che ha portato oltre 150 parlamentari in tutti gli istituti di pena compreso quello di Catania, ad oggi, l'unico problema che è stato risolto è quello dei topi che infestavano l'istituto.
Nelle celle sovraffollate fredde d'inverno e soffocanti d'estate, i detenuti trascorrono almeno 20 ore chiusi a chiave. Nel carcere, a differenza di altri istituti di pena, non esistono attività al di fuori della cella e non vi è alcuna possibilità di socializzare.
Nel 2010 ad oggi si sono uccisi 38 detenuti, 4 agenti penitenziari e un dirigente. Troppi suicidi dietro le sbarre, troppe violazioni dei diritti civili.
La Sicilia è al primo posto in Italia per suicidi. Non è pensabile stipare uomini in strutture carcerarie e poi tagliare tutti i fondi per garantire assistenza medica o le attività per il loro recupero. I detenuti vengono sbattuti in carcere senza alcun vero strumento di recupero e riabilitazione. È il segno di un sistema che non funziona, e alla fine si scarica direttamente sui più deboli.
Dino Fiorenza
Presidente del Gruppo Misto-Confederato all'A
La Casa Circondariale di Piazza Lanza a Catania, costruita nel 1950, ha attualmente circa 550 detenuti a fronte di una capienza massima di 285 posti e con 230 unità di polizia penitenziaria, invece delle 435 necessarie e previste dal Decreto Ministeriale sulle piante organiche.
L'istituto presenta livelli di evidente degrado: strutture fatiscenti, la situazione è poi aggravata dallo stato di sovraffollamento e di insufficienza di spazi. La scarsa offerta di interventi trattamentali e l'assistenza sanitaria carente qualificano questo carcere come uno dei peggiori d'Italia.
Qualche tempo fa ci fu la protesta dei detenuti, i quali battendo sulle inferriate, cercavano di far percepire all'esterno la condizione di estremo disagio in cui sono costretti a vivere. Inadeguata agli scopi rieducativi, in celle di circa 18 metri quadri che, a stento, potrebbero ospitare tre detenuti, sono stipati fino a nove, o addirittura dieci detenuti carenza di personale, sia di agenti di polizia penitenziaria che di figure specializzate come educatori e psicologi.
Ad oggi attendiamo i risultati dell'anno scorso "Ferragosto 2009 in carcere", che ha portato oltre 150 parlamentari in tutti gli istituti di pena compreso quello di Catania, ad oggi, l'unico problema che è stato risolto è quello dei topi che infestavano l'istituto.
Nelle celle sovraffollate fredde d'inverno e soffocanti d'estate, i detenuti trascorrono almeno 20 ore chiusi a chiave. Nel carcere, a differenza di altri istituti di pena, non esistono attività al di fuori della cella e non vi è alcuna possibilità di socializzare.
Nel 2010 ad oggi si sono uccisi 38 detenuti, 4 agenti penitenziari e un dirigente. Troppi suicidi dietro le sbarre, troppe violazioni dei diritti civili.
La Sicilia è al primo posto in Italia per suicidi. Non è pensabile stipare uomini in strutture carcerarie e poi tagliare tutti i fondi per garantire assistenza medica o le attività per il loro recupero. I detenuti vengono sbattuti in carcere senza alcun vero strumento di recupero e riabilitazione. È il segno di un sistema che non funziona, e alla fine si scarica direttamente sui più deboli.
Dino Fiorenza
Presidente del Gruppo Misto-Confederato all'A
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