Cerca nel blog

giovedì 14 ottobre 2010

Parla Andreoni: "Il carcere di Lucca, pregi e difetti di una struttura ormai datata"

Parla il volontario Andreoni: "Il carcere di Lucca,solo 3 educatori, ogni detenuto ha diritto ad un trattamento individualizzato. Come è possibile farlo con i numeri attuali?

 

 


 

LUCCA, 28 settembre - Massimiliano Andreoni è un libero professionista. Collaboratore del Gruppo Volontari Carcere, consigliere della Conferenza Regionale Volontariato Giustizia (Crvg) della Toscana, è presidente della cooperativa Giovani e Comunitàed è membro del C.d.A. del Consorzio So&Codi cui la cooperativa è socia fondatrice.


Da oltre 20 anni opera presso il carcere di Lucca e altri penitenziari italiani (Massa, Pisa, ecc.)

Con il Gruppo Volontari Carcere coordina dal 2004 progetti di servizio civile; crea e realizza progetti di formazione per volontari e operatori sociali, progetti di informazione e sensibilizzazione del territorio, rivolti in particolare a scuole, associazioni, parrocchie; organizza eventi e seminari con la stessa finalità.

LoSchermo.it lo ha intervistato per cercare di capire quali sono le condizioni della casa circondariale di Lucca e in che modo vivono i detenuti.

Quali sono i problemi del carcere di Lucca?

"Quelli legati alla struttura. Insiste su un vecchio convento con un grande chiostro all'interno. Le sezioni sono degli enormi corridoi dove le celle corrispondono molto probabilmente a quelle che un tempo erano le celle dei frati. Era una struttura che non era nata per essere un carcere e oggi andrebbe ristrutturato.

Da anni non usufruisce di fondi per la manutenzione ordinaria e straordinaria. Probabilmente per scelte dell'ammistrazione centrale. Penso che ci sia una connessione con il fatto che Lucca rientra nella previsione dei 23 nuovi carceri da costruire. Questa è una politica del tutto cieca, perché si parla di 10 o 20 anni, quindi decidere di non spendere nell'attesa, è assurdo.

Lucca era nel 2005 sotto l'amministrazione Fazzi ed aveva firmato un primo accordo. Mi ricordo che l'allora ministro delle finanze, che poi è anche quello attuale GiulioTremonti, aveva inserito il carcere nel patrimonio S.p.a.: l'ipotesi era riuscire a venderlo e poi costruirne uno nuovo. Ma è evidente che la cosa non è andata in porto.

Poi sicuramente c'è il problema del sovraffollamento. La struttura ha una capienza di 90 detenuti ma ormai siamo stabilmente a 220. In una cella dove dovrebbero stare 2 persone, ce ne sono 5.

La polizia penitenziaria è sotto organico, sono circa 90, e gli educatori sono 3: uno ogni 75 persone. Anche l'educatore più bravo non può seguirli giornalmente. Il primo articolo della legge sul Sistema Penitenziario dice che ogni detenuto ha diritto ad un trattamento individualizzato. Come è possibile farlo con i numeri attuali?

Inoltre per una serie di problemi interni della Asl, non ci sono più gli assistenti sociali del Sert, che facevano da filtro per contattare le comunità. Ora i detenuto non sanno a chi rivolgersi".

A Lucca serve un nuovo carcere?

"Penso di no. La costruzione di un nuovo carcere, laddove corrispondesse veramente ad un miglioramento della vita dei detenuti o di chi ci lavora, mi troverebbe anche favorevole, ma l'esperienza insegna che nessuna nuova struttura non ha mai corrisposto a questo.

Cito l'esempio di Sollicciano, che è innanzi tutto un colpo in un occhio nella pianura fiorentina. E' stato costruito per 500 persone e dopo pochi mesi ne ospitava 1000. Allora dov'è il miglioramento?

Inoltre il carcere di Lucca, per come è strutturato, ha delle peculiarità che sarebbe un peccato perdere: ad esempio le celle rimangono aperte fino a tardi, e c'è una socialità. I carceri moderni sono fatti a cancelli. Perché perdere anche quello che c'è di buono?

Per non parlare del fatto che se costruiscono un nuovo carcere, innanzitutto sarebbe da 300 o 400 posti. A quel punto dovrebbero essere ospitati anche i condannati a pene gravi. Se è detenuto un mafioso la famiglia comincia a trasferirsi. Lo vogliamo a Lucca? Non credo che questo gioco forza convenga.

Se ci sono delle risorse da spendere spendiamole in questa struttura per migliorarla".

Che tipo di detenuti ospita?

"In realtà quello di Lucca non è un carcere ma una casa circondariale, il che vuol dire che accoglie soltanto un certo tipo di detenuti, quelli in attesa di giudizio - che secondo la costituzione, sono innocenti- oppure persone che hanno un tetto massimo di pena di cinque anni. Per questo è vissuto da tutti come un luogo di passaggio.

Se li devo mettere in una categoria, ci sono i poveri. Tossicodipendenti, immigrati, persone che vivono sotto la soglia di povertà e malati mentali. Sarò stato sfortunato io, ma in 22 anni non ho ancora trovato un detenuto per cui il reato sia andato in prescrizione. In prescrizione vanno i reati tipici dei 'colletti bianchi', politici, imprenditori. I 'disgraziati' rientrano in un'altra categoria..

Vorrei aggiungere che le persone considerate pericolose, in carcere, sono meno del 10% del totale. Per questo dobbiamo fare una riflessione: alcuni stanno 'dentro' al massimo 10 giorni. A cosa serve? Bisognerebbe pensare a dei meccanismi che riducano gli ingressi".

Ad esempio?

"Bisognerebbe migliorare i sistemi di detenzione alternativi. Secondo i dati ministeriali il 70% di chi termina la pena in carcere, è soggetto a recidiva. Mentre il 90% di chi la termina con le misure alternative, ha esiti positivi. E non sottovalutiamo che sarebbe anche un risparmio per lo Stato, con un risultato migliore.

Visto che esclusi i pochi ergastolani, tutti gli altri, escono. Il nostro interesse dovrebbe essere quello di far uscire persone migliori, ma se costruiamo una specie di recinto dove la gente vive in cattività, uscirà sicuramente più arrabbiata. Qual è il miglioramento in termini di sicurezza? Questo modo di vedere le cose è poco lungimirante".

Come si vive in carcere?

"Nel carcere si vive sperando che la detenzione duri il meno possibile. Il tempo si passa nell'ozio che è quanto di peggio ci possa essere, perché nella non attività è molto facile essere avvicinato dal delinquente abituale, che vede in te, giovane appena arrivato una possibilità. Il lavoro che sarebbe una richiesta di tutti, soffre di una crisi ancora maggiore che fuori.

Inoltre lo Stato italiano fornisce al detenuto solamente un lenzuolo ed un saponetta. Al resto, quando c'è, ci pensa la famiglia. Vengono così a crearsi situazioni in cui alcuni hanno beni in esubero, ad esempio sigarette, che cedono in cambio di favori sessuali".

Quali sono le figure professionali che vi operano?

"Sono due le figure professionali importanti, che afferiscono al ministero della giustizia e: la polizia penitenziaria, che si occupa della sicurezza, e gli educatori, che curano il così detto trattamento. E poi, ovviamente, ci sono il direttore ed il personale che che collabora con la struttura: uno psicologo, il Sert, i medici. E' una macchina complessa che avrebbe bisogno di una ristrutturazione generale, ma in questo Lucca non si discosta molto dalle altre realtà".

Perché tanti suicidi?

"I suicidi avvengono ovviamente fra i più fragili, come i tossicodipendenti o gli stranieri, ci si suicida sniffando il gas o appendendosi con le lenzuola. A Lucca ci sono stati dei tentativi di suicidio, che sono stati fermati grazie alla prontezza della polizia penitenziaria. Ma bisognerebbe pensare a come prevenirli.


A Sulmona, carcere modernissimo, c'è la più alta densità di suicidi. Nonostante questo un ministro lo ha definito 'hotel a tre stelle'.


Io in un hotel a 3 stelle non mi suicido".

Nessun commento:

Posta un commento

Tutte le news della Rete le trovi sul:


Giornale online realizzato da una redazione virtuale composta da giornalisti e addetti stampa, professionisti di marketing, comunicazione, PR, opinionisti e bloggers. Il CorrieredelWeb.it vuole promuovere relazioni tra tutti i comunicatori e sviluppare in pieno le potenzialità della Rete per una comunicazione democratica e partecipata.

Disclaimer

www.CorrieredelWeb.it e' un periodico telematico senza scopi di lucro, i cui contenuti vengono prodotti al di fuori delle tradizionali industrie dell'editoria o dell'intrattenimento, coinvolgendo ogni settore della Societa' dell'Informazione, fino a giungere agli stessi utilizzatori di Internet, che divengono contemporaneamente produttori e fruitori delle informazioni diffuse in Rete. In questo la testata ambisce ad essere una piena espressione dell'Art. 21 della Costituzione Italiana.

Pur essendo normalmente aggiornato piu' volte quotidianamente, CorrieredelWeb.it non ha una periodicita' predefinita e non puo' quindi considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 7.03.2001.

L'Autore non ha alcuna responsabilita' per quanto riguarda qualità e correttezza dei contenuti inseriti da terze persone. L'Autore si riserva, tuttavia, la facolta' di rimuovere quanto ritenuto offensivo, lesivo o contraro al buon costume.

Le immagini e foto pubblicate sono in larga parte strettamente collegate agli argomenti e alle istituzioni o imprese di cui si scrive. Alcune fotografie possono provenire da Internet, e quindi essere state valutate di pubblico dominio. Eventuali detentori dei diritti d'autore non avranno che da segnalarlo via email alla redazione, che provvedera' all'immediata rimozione o citazione della fonte, a seconda di quanto richiesto.

Viceversa, sostenendo una politica volta alla libera circolazione di ogni informazione e divulgazione della conoscenza, ogni articolo pubblicato sul CorrieredelWeb.it, pur tutelato dal diritto d'autore, può essere ripubblicato citando la legittima fonte e questa testata secondo quanto previsto dalla licenza Creative Common.

Questa opera è pubblicata sotto una Licenza Creative Commons Creative Commons License

CorrieredelWeb.it è un'iniziativa del Cav. Andrea Pietrarota, Sociologo della Comunicazione, Public Reporter, e Giornalista Pubblicista

indirizzo skype: apietrarota