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L’intervista Achille
«Muri sporchi, siamo stati sconfitti»
«La città ha raggiunto un grado di lordura e degrado mai visto prima».
Milano non è mai stata granché pulita, ricorda, anche il premier Berlusconi
parlò di «città africana»…
«Guardi, ci sono intere zone infestate da sgorbi, ghettizzate, delimitate da muri deliberatamente sfregiati, anche nelle nuove costruzioni, come all`ex Sieroterapico, imbrattate dall`inizio alla fine».
Achille
Significa che la stagione della repressione e della linea dura s`è rivelata fallimentare e va archiviata?
«No, significa che dobbiamo iniziare a percorrere anche la via del convincimento
e della ragionevolezza. La nuova giunta può esprimere nuovi modi di approccio ai problemi».
Sono vandalismi, graffiti, attacchi ai palazzi storici e ai monumenti. Se ne parla da anni, senza soluzione...
«Le abbiamo provate tutte, è vero, siamo stati sconfitti, è un fenomeno che non si riesce a debellare. A questo punto occorre una riflessione».
Iniziamo pure a pensarci.
«Noi siamo disponibili a incontrare
Che tipo di coinvolgimento?
«La strada maestra è quella di affidare ai cittadini un compito di supplenza, con agevolazioni economiche per le operazioni di ripulitura dei muri e un concorso concreto nelle spese. Del resto, il fai-da-te comporta una netta riduzione di costi pubblici e ci sono già molti proprietari, amministratori di condominio e cittadini impegnati nella
conservazione e nella tutela del decoro urbano. Il livello di sensibilità è alto».
Concedere ai writer spazi regolari non è una strada percorribile?
«C`è un malessere sociale, un disagio - a mio giudizio - dentro i graffiti, che esula dall`espressione artistica.
Nella maggior parte si tratta di atti aggressivi. Quando si graffiano le vetrine,
quando si imbratta un edificio storico, questo gesto non risponde a logiche di
nessun genere, se non vandaliche».
A. St.
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