Seminario a Brescia organizzato dall'Ape, Associazione della Proprieta' Edilizia sul nuovo istituto voluto dall'Unione Europea
CON IL TENTATIVO DI CONCILIAZIONE OBBLIGATORIO MENO LITIGI E RESPIRO AI TRIBUNALI
Benito Sicchiero
In Italia ogni anno vengono avviati dai tribunali civili 5.800.000 processi; sempre ogni anno ne vengono definiti 5.600.000: resta un gap di 200.000 procedimenti ed un arretrato complessivo di 5.800.000 procedimenti. Risultato: milioni di cittadini rimasti finora in attesa di giustizia.
Una situazione insostenibile. Cui l'Unione Europea propone una soluzione: il procedimento della conciliazione tra le parti in lite prima di arrivare al tribunale.
Non è, in assoluto, una novità (basti pensare a quanto praticato dalle Camere di Commercio e da altri enti); solo che questa volta la procedura della conciliazione diventa obbligatoria in molti casi.
L'Italia ha risposto con il decreto legislativo n. 28 del marzo scorso in materia di mediazione finalizzata alla conciliazione delle controversie civili e commerciali.
Ma gli interrogativi restano tanti: arrivando a ipotizzare addirittura un possibile ballon d'essai con l'obiettivo di modificare la Costituzione.
Se ne è parlato al Seminario "L'intermediazione per la conciliazione" organizzato dal dott. Ivo Amendolagine presidente dall'Ape di Brescia – l'associazione che riunisce i proprietari immobiliari – in collaborazione con l'Isfor e la Camera di Commercio, cui hanno partecipato relatori in grado, con autorevolezza, di analizzare il tema fin nei dettagli.
Se si considera che il 60% delle cause civili, è stato detto al Seminario, riguarda liti condominiali, rapporti tra proprietari ed inquilini e quant'altro, si capisce come il comparto sia particolarmente interessato al nuovo istituto della mediazione.
E, aggiungiamo, se la conciliazione riuscisse a cancellare solo 10% delle cause civili, in pochi anni la giustizia riuscirebbe ad azzerare l' arretrato.
Secondo il presidente della Federazione Lombarda della Proprietà Edilizia e vicepresidente di Confedilizia avv. Achille Colombo Clerici, considerato che il numero delle cause civili per ogni giudice in Italia è annualmente il doppio rispetto alla Francia e di otto volte rispetto alla Germania, si giustifica in qualche modo questo strumento di "sussidiarietà" privata ( ma sara' poi tale? e con quale esito per l'equidistanza della giustizia rispetto ai cittadini?) in soccorso della giustizia in affanno.
Ma…Chi devono essere i mediatori? Come li si forma? Come si rapporta la conciliazione con la causa civile? Quali organismi possono essere coinvolti? Come realizzare il registro sul quale iscrivere gli organismi di mediazione?
Il Seminario ha risposto.
Il dott. Dario Salvagno (Ape di Brescia), dopo aver considerato genesi, natura e finalità dell'istituto della mediazione, ha indicato nell'iniziativa legislativa una garanzia nella reale spinta deflattiva dei processi e nella diffusione della cultura della conciliazione.
L'avv. Luca Stendardi (Assoedilizia) ha rilevato come la conciliazione escluda l'importante settore dei procedimenti amministrativi ed ha focalizzato l'intervento sul rispetto dei diritti reali.
Autorevole posizione controcorrente quella del prof. Matteo De Stasio (Federazione Lombarda della Proprietà Edilizia) che ha fatto ricorso alla sua notevole esperienza di ex presidente della Commissione bilancio della Corte dei Conti e di consulente del Senato per esprimere perplessità sull'istituto della conciliazione ritenendo che, così come è articolato, non possa funzionare.
Da sottolineare i notevoli contributi forniti dal prof. Ulisse Corea (La mediazione e il suo impatto nel processo civile), dal prof. Severo Severi (Gli aspetti costituzionali del nuovo decreto), dall'avv. Carlo Del Torre (I soggetti del procedimento di mediazione e il ruolo delle associazioni), dall'avv. Mattia Esposito (Le mediazione e le locazioni), dal rag. Renato Grassini (La figura del mediatore e quella dell'amministratore di immobili), dall'avv. Vincenzo Nasini (L'assemblea condominiale e il rapporto di delega), dall'arch. Matteo Sbalchiero (Le associazioni dei consumatori nella nuova realtà di mediazione), dalla dott.ssa Nardo (la Camera di Commercio come sede tradizionale del processo conciliativo).
Il prof. Achille Fornasini ha presentato l'Isfor e il presidente di Confedilizia avv. Corrado Sforza Fogliani ha fatto pervenire ai lavori un messaggio di plauso.
NOTA TECNICA
Il decreto legislativo n.28 del 4 marzo 2010, in "attuazione dell'articolo 60 della legge 18giugno 2009, n. 69, in materia di mediazione finalizzata alla conciliazione delle controversie civili e commerciali",pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 5 marzo 2010, n. 53, ed in vigore dal 20 marzo 2010 istituisce una procedura di c.d. mediazione diretta alla conciliazione non giudiziale delle controversie offrendo a tutti i cittadini la possibilità di rivolgersi ad un organismo di mediazione appunto per tentate di trovare un accordo su di una controversia.
La procedura è applicabile a quasi tutte le controversie di diritto civile e commerciale e, quindi, anche alle materia di interesse per la proprietà edilizia.
Ad oggi il ricorso a detta procedura è facoltativo, ma dal 20 marzo 2011 sarà invece obbligatorio nel senso che in determinate materie dovrà essere tentata la conciliazione prima di promuovere un'azione legale o nel corso della stessa se ciò non è avvenuto prima.
L'obbligatorietà riguarda tutte le materie di interesse dei proprietari perché comprende condominio, diritti reali, divisione, successioni ereditarie, patti di famiglia, locazione, comodato, affitto di aziende, contratti assicurativi, bancari e finanziari.
Restano escluse dall'obbligo solo alcune procedure giudiziarie d'urgenza o speciali (sfratti per morosità o finita locazione, decreti ingiuntivi per il recupero di somme, procedimenti cautelari e d'urgenza), mentre sono comprese tutte le cause avviate secondo la procedura ordinaria.
Il tentativo di conciliazione
opzionale, in alcune materie, in altre è dunque obbligatorio ed imposto come condizione di procedibilita' dell'azione giudiziaria.
LA LOCAZIONE A BRESCIA, 60% DEGLI EXTRACOMUNITARIA lato del Seminario, il presidente dell'APE di Brescia e vice presidente della Federazione lombarda della proprietà edilizia Ivo Amendolagine ha tracciato il quadro della crisi del comparto inserita nella più ampia crisi dell'economia bresciana.
Tra gli elementi più rilevanti portati all'attenzione degli associati, Amendolagine ha citato la difficoltà dei rapporti proprietari-inquilini – costituiti ormai per il 60% da extracomunitari o comunque da stranieri – dovuti principalmente a interruzioni dei contratti per morosità di chi ha perso il lavoro: che si traduce in una perdita di redditi da locazione a livello cittadino pari a 500.000 euro, un milione se si comprende la provincia.
Il credito al consumo e quello ipotecario registrano forti contenziosi.
Fattori che impongono all'Associazione un ulteriore sforzo di assistenza, di consulenza e di progettualità.
Grazie alla collaborazione con gli enti locali, l'Ape Brescia sta preparando un accordo provinciale su un fondo sociale antimorosità, sulla formazione degli operatori del settore immobiliare con particolare riguardo alla conciliazione, su una organica collaborazione dei proprietari con gli amministratori pubblici.
Amendolagine ha ricordato infine come le iniziative bresciane trovino risposta nell'ambito degli organismi della proprietà edilizia sia nazionale che regionale.
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