Comunicato stampa, 27 Ottobre 2010
Firenze, l'8 settembre dello scandalo autovelox
Dopo la conferenza stampa del sindaco è sempre più alta la confusione sotto il cielo. Molte verità, zero certezze e nessuno che risponda alla domanda: le multe chi le paga?
Firenze Grazie allo scandalo autovelox le domande greche 'chi siamo?' e 'dove andiamo?' si arricchiscono di due nuovi interrogativi: 'a quale velocità?' e 'chi paga?'.
In mancanza di Aristotele o Platone, potrebbe aiutarci anche Matteo Renzi. Ma le spiegazioni fornite ieri dal sindaco hanno purtroppo aggiunto confusione a confusione e il dibattito si è arenato in una dimensione esistenziale indefinita, in un panorama onirico fin troppo ricco di varianti: quantità di multe, limiti di velocità, classificazione delle strade, taratura degli autovelox, competenze, tecnicismi. Ognuno dice la propria in un allegro bailamme, che oggi mette sulla graticola i vigili, ieri l'assessore e domani chissà.
Il che ci offre l'ennesima, preziosa testimonianza sull'universo di certezze (si fa per dire) di cui l'amministrazione pubblica è capace. Per di più, tutti evitano di fornire al popolo le poche risposte concrete necessarie: chi paga i molti milioni delle multe indebitamente prodotte dagli autovelox killer negli ultimi mesi? E i punti della patente? C'è qualcuno in grado di garantire regole certe d'ora in poi?
Di sicuro, al momento, c'è solo quanto segue: 1) l'associazione dei consumatori Aduc insiste che quasi tutti gli impianti di Firenze sono irregolari e, coerentemente, suggerisce di aspettare a pagare. 2) il presidente del consiglio comunale Eugenio Giani, ieri contraddetto dal sindaco, insiste a sua volta nel contraddire il sindaco dando ragione ad Aduc. 3) l'ex assessore al bilancio Tea Albini ripete che in giugno gli autovelox furono clandestinamente tarati al ribasso (da
Dunque il fronte è articolato, la foto di gruppo sfocatissima, i comandanti se la squagliano e la truppa degli utenti vaga allo sbando. E' un altro 8 settembre. Nessuno sa che fare e tutti, singolarmente, chiedono lumi a chicchessia in cerca di impossibili certezze. Ricorsi? Per Aduc è fin troppo facile citare al Comune la patente incongruenza: perché costringere migliaia di persone a un percorso incerto, comunque costoso e di rischi imprevedibili per lo stesso Palazzo Vecchio?
Manca insomma solo la magistratura, che, continuando così le cose, prima o poi di sicuro interverrà, non fosse che per decidere il destino di quel malloppo da 5, 6 forse 10 milioni di euro, che costituisce il bilancio economico del multificio. Quello politico è invece già scontato: la credibilità di Palazzo Vecchio ne esce sensibilmente scossa.
Alle domande, del resto, si rifiutano di rispondere. Davvero gi autovelox sono tutti ok? Dopo l'assessore Mattei lo ha garantito ieri il sindaco stesso. Ma come spiega che quello di viale Etruria è nascosto dietro a un palo, preceduto da un cartello anch'esso semi-oscurato da altri cartelli e da uno stendardo pubblicitario? E' vero o no che per il codice della strada devono invece essere 'ben visibili'? A domande così chiare e banali, comprovate da foto e filmati, anche il sindaco ha risposto con mezze ammissioni, velati imbarazzi, rossori romantici, ma niente di autentico e altrettanto chiaro.
Matteo Renzi si è fin qui distinto per il piglio decisionista e la capacità, magari controversa, di tagliare nodi annosi. Che succede sindaco? Perché non fa altrettanto in questa vicenda, senza gettare troppo facili colpe sui suoi 'uffici'? Anche i Palazzi Vecchi possono sbagliare. Lo dica. Spieghi che l'operazione autovelox è stata un incidente. Azzeri le multe. Dia ai fiorentini, costi quel che costi, la prova suprema che, anche nelle difficoltà, un errore può essere rimediato. E' il momento. E ci contiamo. Niente di personale,ca va sans dire.
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