Egregio Direttore Ezio Mauro,
ho letto la Vostra inchiesta 'Usura, negozi e tavoli verdi ecco come si ripulisce il denaro' pubblicata il giorno 20/10/2010 a firma di Massimo Lugli su Repubblica - Roma. Le scrivo a nome dell'Ambulatorio Antiusura Onlus di Roma, associazione attiva dal 1996 nell'assistenza alle vittime d'usura, per manifestarLe il nostro dissenso su quanto riportato relativamente ai dati con i quali si vuole definire il fenomeno usura.
Dichiarare che: "Almeno il 60 per cento dei clienti abituali degli strozzini è composto da giocatori incalliti" è una grave distorsione della realtà.
Chi è in contatto con gli usurati conosce la realtà di drammi ben più complessi che, lungi dall'essere derivati dal vizio, raccontano di storie normali. Di vite che non si discostano dalla quotidianità di ciascuno di noi. Relegare il rischio usura alla patologia compulsiva sortisce due risultati, entrambi deprecabili.
Il primo riguarda la sfera umana.
Qualora passasse l'idea che la grande maggioranza di chi fa ricorso all'usura si trova in quella particolare situazione a causa di scelte discutibili, nonché assolutamente evitabili, l'usurato verrebbe gravato di un ulteriore fardello: quello del pubblico biasimo, in una situazione psicologica già di per se stessa logorante. Fardello che andrebbe a influire sul pudore nel riconoscere la propria condizione e sulla ritrosia nella denuncia.
L'unica arma che abbiamo per arginare la criminalità, piccola od organizzata che sia, che prolifera nell'humus dell'usura, è proprio quella della denuncia da parte delle vittime. È lì che viene indirizzato ogni sforzo di un'associazione come la nostra che si batte al fianco dell'usurato. Ma l'ultima decisione spetta sempre alla vittima; e i dati delle questure non sono confortanti.
Il secondo rischio riguarda la percezione del fenomeno usura.
Tenersi lontani dalle sale da gioco, non rende immuni all'usura. La condizione di sovraindebitamento, spesso anticamera del ricorso al 'cravattaro', è una condizione sempre più frequente e, nella maggior parte dei casi, deriva da errori di valutazione di spesa, da pagamenti imprevisti e irrinunciabili, da drammi familiari, da licenziamenti. Situazioni che fanno parte della vita di tutti e della realtà che ci circonda. Situazioni che, alle volte, vengono a combinarsi facendo inesorabilmente saltare un bilancio familiare fino a ieri stabile.
Capire ciò, significa capire l'entità e il rischio di un fenomeno in preoccupante espansione e tenere alta la guardia lì dove ce n'è bisogno.
Quelle che gli utenti dell'Ambulatorio Antiusura ci hanno raccontato nei nostri quattordici anni di attività sono storie di famiglie, di donne e uomini di tutto rispetto. Più credibile, per le nostre osservazioni, potrebbe essere la frase: "Almeno il 60 per cento dei giocatori incalliti sono clienti abituali degli strozzini".
Dare risalto mediatico diffuso al problema è un ausilio indispensabile nella campagna contro l'usura. Inquadrare il fenomeno nella giusta luce e dargli il giusto peso è necessario affinché cittadini e istituzioni abbiano ben definiti i contorni di ciò di fronte a cui si trovano.
Certo della Sua attenzione colgo l'occasione per salutarLa cordialmente.
Avv. Luigi Ciatti
Presidente dell'Ambulatorio Antiusura Onlus Roma
www.ambulatorioantiusura.it
ho letto la Vostra inchiesta 'Usura, negozi e tavoli verdi ecco come si ripulisce il denaro' pubblicata il giorno 20/10/2010 a firma di Massimo Lugli su Repubblica - Roma. Le scrivo a nome dell'Ambulatorio Antiusura Onlus di Roma, associazione attiva dal 1996 nell'assistenza alle vittime d'usura, per manifestarLe il nostro dissenso su quanto riportato relativamente ai dati con i quali si vuole definire il fenomeno usura.
Dichiarare che: "Almeno il 60 per cento dei clienti abituali degli strozzini è composto da giocatori incalliti" è una grave distorsione della realtà.
Chi è in contatto con gli usurati conosce la realtà di drammi ben più complessi che, lungi dall'essere derivati dal vizio, raccontano di storie normali. Di vite che non si discostano dalla quotidianità di ciascuno di noi. Relegare il rischio usura alla patologia compulsiva sortisce due risultati, entrambi deprecabili.
Il primo riguarda la sfera umana.
Qualora passasse l'idea che la grande maggioranza di chi fa ricorso all'usura si trova in quella particolare situazione a causa di scelte discutibili, nonché assolutamente evitabili, l'usurato verrebbe gravato di un ulteriore fardello: quello del pubblico biasimo, in una situazione psicologica già di per se stessa logorante. Fardello che andrebbe a influire sul pudore nel riconoscere la propria condizione e sulla ritrosia nella denuncia.
L'unica arma che abbiamo per arginare la criminalità, piccola od organizzata che sia, che prolifera nell'humus dell'usura, è proprio quella della denuncia da parte delle vittime. È lì che viene indirizzato ogni sforzo di un'associazione come la nostra che si batte al fianco dell'usurato. Ma l'ultima decisione spetta sempre alla vittima; e i dati delle questure non sono confortanti.
Il secondo rischio riguarda la percezione del fenomeno usura.
Tenersi lontani dalle sale da gioco, non rende immuni all'usura. La condizione di sovraindebitamento, spesso anticamera del ricorso al 'cravattaro', è una condizione sempre più frequente e, nella maggior parte dei casi, deriva da errori di valutazione di spesa, da pagamenti imprevisti e irrinunciabili, da drammi familiari, da licenziamenti. Situazioni che fanno parte della vita di tutti e della realtà che ci circonda. Situazioni che, alle volte, vengono a combinarsi facendo inesorabilmente saltare un bilancio familiare fino a ieri stabile.
Capire ciò, significa capire l'entità e il rischio di un fenomeno in preoccupante espansione e tenere alta la guardia lì dove ce n'è bisogno.
Quelle che gli utenti dell'Ambulatorio Antiusura ci hanno raccontato nei nostri quattordici anni di attività sono storie di famiglie, di donne e uomini di tutto rispetto. Più credibile, per le nostre osservazioni, potrebbe essere la frase: "Almeno il 60 per cento dei giocatori incalliti sono clienti abituali degli strozzini".
Dare risalto mediatico diffuso al problema è un ausilio indispensabile nella campagna contro l'usura. Inquadrare il fenomeno nella giusta luce e dargli il giusto peso è necessario affinché cittadini e istituzioni abbiano ben definiti i contorni di ciò di fronte a cui si trovano.
Certo della Sua attenzione colgo l'occasione per salutarLa cordialmente.
Avv. Luigi Ciatti
Presidente dell'Ambulatorio Antiusura Onlus Roma
www.ambulatorioantiusura.it
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