"Deve indubbiamente far riflettere il fatto che due detenuti condannati all'ergastolo per omicidio risultano evasi dal carcere romano di Rebibbia, dove non hanno fatto rientro domenica scorsa, giorno conclusivo di un permesso premio dieci giorni che sarebbe stato loro concesso dal Tribunale si sorveglianza di Roma per il periodo delle festività pasquali. Sia chiaro: le misure alternative alla detenzione servono nel percorso di reinserimento sociale non deviante, anche nei confronti di quei (pochi) soggetti con numerose esperienze penitenziarie che riescono ad ottenere l'applicazione di una forma di esecuzione della pena di carattere extra-carcerario. Ma non si faccia di tutta l'erba un fascio: le evasioni sono percentualmente minime rispetto all'alto numero di soggetti detenuti che godono di benefici penitenziari. Altrettanto vero è che alla Polizia Penitenziaria deve essere affidato un ruolo di maggiore importanza ai fini dell'istruttoria relativa alla concessione o meno di benefici penitenziari in relazione all'importante e fondamentale attività di osservazione, raccolta e analisi dei dati riguardanti i detenuti che potrebbero accedere alle misure stesse. Certo, anche il pesante sovraffollamento non agevola questo prezioso e importante compito."
E' quanto afferma Donato CAPECE, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (la prima e più rappresentativa Organizzazione di Categoria).
"Non più tardi di ieri, in un incontro con il Ministro della Giustizia Alfano, abbiamo sottolineato come la situazione è particolarmente allarmante. Abbiamo più di 67mila detenuti in strutture carcerarie con una capienza regolamentare di poco superiore ai 43mila posti letto, a tutto discapito della dignità umana dei reclusi che deve'essere comunque garantita ma soprattutto delle difficoltà operative e lavorative delle donne e degli uomini del Corpo di Polizia Penitenziaria, sotto organico di oltre 6mila unità. Auspico che il Piano carceri del Governo trovi una prima urgente applicazione nelle parti in cui si prevedono interventi normativi finalizzati ad assumere 2mila Agenti di Polizia Penitenziaria e a introdurre la possibilità di detenzione domiciliare per chi deve scontare solo un anno di pena residua e di messa alla prova (eventualmente avvalendosi anche di procedure di controllo come il braccialetto elettronico, che ha finora fornito in molti Paesi europei una prova indubbiamente positiva) delle persone imputabili per reati fino a tre anni, che potranno così svolgere lavori di pubblica utilità".
Roma, 14 aprile 2010
Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria
Segreteria Generale: Via Trionfale, 79/A – 00136 Roma
Tel. 06.3975901 (6 linee r.a) Fax 06.39733669 – Email: stampa@sappe.it