Animali. Il traffico e' solo di razza?
In Emilia Romagna incontro per istituire un tavolo sul traffico illecito degli animali d'affezione.
Ieri, presso la Direzione Generale Sanita' e Politiche Sociali della Regione Emilia Romagna, si e' tenuto un incontro dedicato al traffico illecito di animali da compagnia, tra i responsabili del Servizio Veterinario e Igiene degli Alimenti, quelli del Corpo Forestale dello Stato, dell'UVAC e del PIF, dell'Assessorato Regionale all'agricoltura e delle principali Associazioni di categoria di allevatori e commercianti di animali. FederFauna era rappresentata da Elettra Grassi e dal Presidente AACI Alberto Veronesi. Erano inoltre presenti i rappresentanti di AISAD, FOI ed AIPA. Tema principale del tavolo, che secondo gli obiettivi dichiarati da Giusppe Diegoli, organizzatore di questo primo incontro, dovrebbe riunirsi semestralmente, sarebbero la Sanita' pubblica, il benessere animale e la tutela degli operatori legali. Quindi temi molto cari a FederFauna, che ritiene sia l'operatore legale il primo ad avere interesse a far parte di una filiera che garantisca il suo lavoro ed insieme la salute e la bellezza degli animali. Ieri, riferisce la Dr.ssa Grassi, si e' parlato della piaga dell'abusivismo e del commercio via internet. Si e' cominciato a parlare di animali esotici, di pesci, rettili e uccelli e di quale potrebbe essere un sistema efficace per reprimere gli abusivi. Il CFS avrebbe proposto una "check list" di parametri su cui far vertere i controlli per definire se vi sia o meno una situazione di abuso, ma non sarebbe comunque ancora ben chiaro come possano i Forestali distinguere un abusivo da un allevatore sportivo o amatoriale. A tal proposito, Virgilio Camillini di AISAD avrebbe chiesto che gli ausiliari di PG non siano sempre gli appartenenti alle solite associazioni animaliste, talvolta anche estremiste, che per ideologia hanno pregiudizi nel valutare l'operato di un qualsiasi operatore economico. Come gia' fatto da FederFauna, ha offerto la collaborazione a 360 gradi della sua Associazione nel fornire competenze e conoscenze per controlli di natura tecnica. FOI, FederFauna ed AACI avrebbero inoltre fatto notare, soprattutto ai Forestali, che sarebbe necessario superare l'idea che l'unico sistema per combattere l'abusivismo sia quello della repressione e tracciare invece un quadro normativo sostenibile, che renda possibile a coloro che vogliono mettersi in regola, di farlo ed essere riconosciuti con certezza come tali, escludendo quei margini di interpretazione che ad oggi sarebbero ancora ampi. E sarebbe proprio sulle interpretazioni, che Alberto Veronesi avrebbe sollevato il problema degli animali movimentati dalle Associazioni "animaliste", Onlus e non, con particolare riferimento ad esempi concreti, come le introduzioni di grossi quantitativi di levrieri a fronte di contributi, offerte o donazioni "volontarie obbligatorie", o di randagi dalla Romania. Quando qualcuno dei presenti avrebbe risposto distinguendo le movimentazioni degli animalisti come "scambi", e quindi tutt'altra cosa rispetto al commercio, e lo stesso Diegoli avrebbe aggiunto che mentre tre femmine intere di razza rientrano nei parametri della legge 5/2005, uno o piu' meticci interi no, Veronesi avrebbe proposto provocatoriamente di trasformare tutti gli allevamenti in Onlus animaliste. "A questo punto, viste le pressioni sui primi e le liberta' dei secondi!..." FederFauna ritiene comunque positivo che questa volta si sia mostrato interesse per ascoltare anche le associazioni di categoria che per prime perseguono la creazione e il sostegno di una filiera sana e di qualita' per gli animali e le famiglie che con essi lavorano e vivono. Spera sia un primo passo per superare i condizionamenti creati da chi, mascherandosi come unico tutore degli animali, agisce invece per ideologia ed interesse.
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FederFauna
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