COMUNICATO STAMPA
FEDERLAZIO-SALUTE SU DICHIARAZIONI POLVERINI: SANITA' PRIVATA SEMPRE PRONTA AD ASSUMERSI RESPONSABILITA'
Roma, 28 maggio 2010
Intervento del Presidente di Federlazio-Salute, Raniero Benedetto.
Leggiamo con amarezza e rammarico le dichiarazioni della Presidente della Regione Lazio Renata Polverini circa l'indisponibilità della sanità privata a perfezionare un accordo sul contenimento della spesa sanitaria.
Al contrario, negli incontri cui hanno partecipato anche i rappresentanti delle Associazioni di categoria AIOP, Confindustria e Aris, si è sempre data, da parte di tutti, grande disponibilità a trovare soluzioni anche di sacrificio ma in un piano di riorganizzazione adeguatamente modulato e temporalmente definito, con una riconversione degli eventuali posti letto in eccesso in quelle strutture ed attività così carenti nella nostra Regione (R.S.A., Hospice, percorsi assistenziali ed assistenza domiciliare) e con un controllo congiunto della sua realizzazione puntuale.
Le indicazioni non sono mancate neppure nel settore degli acuti, dove si è ipotizzato di tener fermo il budget del primo semestre 2010, visto che qualsiasi intervento in merito sarebbe stato ormai tardivo, tenendo al contrario aperta la possibilità di discutere sul 2° semestre 2010, rispetto al quale sarebbe stata ancora possibile una eventuale programmazione dell'attività assistenziale.
Si è poi proposto di considerare le prestazioni sanitarie rese a pazienti di altre regioni italiane "extra budget", dato che la relativa spesa non avrebbe gravato sul bilancio della Regione Lazio (scelta questa operata da tutte le regioni "virtuose"). Si è chiesto altresì che gli eventuali tagli non fossero orizzontali ma che tenessero conto delle esigenze assistenziali del territorio e delle relative carenze .
Nonostante la Presidente avesse mostrato grande apertura e disponibilità alla messa a punto di percorsi condivisi, nell'ultimo incontro di martedì scorso, in sua assenza, sono stati imposti tagli indiscriminati del 4% sugli acuti e sull'attività ambulatoriale e del 10% sulla riabilitazione: il tutto senza avere la possibilità di diritto di replica e senza motivare dove questa manovra porterà le strutture sanitarie, i loro dipendenti, e quali ripercussioni si avranno nei confronti dei cittadini laziali.
Il governo impone un piano di rientro qualunque esso sia, senza preoccuparsi né se esso sia realmente efficace (i risultati degli ultimi anni non sembrano incoraggianti) né se manchino letti nei pronto soccorsi, nei reparti di alta specializzazione, in quelli di ostetricia e se ancora interminabili liste d'attesa rendano impossibile l'accesso ad alcune fondamentali prestazioni diagnostiche ed ambulatoriali.
Il "buco" della Regione Lazio è causato dai disavanzi e dalle inefficienze delle ASL e degli Ospedali Pubblici, non dalle cliniche accreditate. Anche se un posto letto in una casa di cura costa alla Regione circa 245 euro al giorno, mentre in un ospedale pubblico il costo supera i 1.200 euro, ci si ostina ad intervenire solo ed esclusivamente nel settore privato accreditato.
Chiediamo un confronto anche con il Governo che, partendo dai bisogni dei cittadini e dalla qualità delle prestazioni erogate, prospettando un progetto condiviso che individui precisi obiettivi di risparmio della spesa pubblica e di efficienza dei servizi erogati, dia forza alla Presidente della Regione al fine di realizzare gli obiettivi del piano di rientro.
Siamo, perciò, tutti pronti ad assumerci le nostre responsabilità, ma ci aspettiamo un progetto chiaro e temporalmente definito di obiettivi di risanamento della Sanità regionale che la Presidente Polverini ha certamente in animo di elaborare.