Comitato educatori penitenziari: per "alternative al carcere" servono più educatori.
Ai deputati di Commissione Giustizia
della Camera e Senato
Egregio Onorevole, in occasione dell'esame riguardante il Ddl proposto dal Governo in cui si prevede che le pene detentive, non superiori a un anno, possano essere scontate in casa o presso altro luogo pubblico o privato di cura, assistenza e accoglienza e la sospensione del processo con messa alla prova, chiediamo che, ancora una volta, in tale occasione Lei voglia farsi latore di questa nostra, ricordando al Ministro che, vista la Sua intenzione di operare un massiccio ricorso alle misure alternative alla detenzione, il crescente numero di ingressi in carcere, gli altrettanti suicidi, gli atti autolesionistici e le numerosissime denunce provenienti da operatori penitenziari e non, il primo problema da affrontare è l'emergenza del sovraffollamento in cui versano le nostre carceri e che il primissimo, urgentissimo e ormai improcrastinabile passo da muovere è quello dell'assunzione di ulteriori unità di educatori penitenziari.
È ormai terminato il tempo degli annunci ed è giunto il momento di affrontare, il problema del sovraffollamento partendo proprio dalla componente umana per poi passare eventualmente a problematiche di carattere strutturale. Infatti, vogliamo anche ricordare che, come emerso da un articolo pubblicato su Girodivite.it del 20 gennaio 2010, in Italia esistono ben 40 istituti non utilizzati o occupati per una minima parte come ad esempio - citiamo testualmente- "ad Agrigento la sezione femminile che potrebbe ospitare cento detenute ne contiene solo sei!
A Pinerolo c'è un carcere chiuso da dieci anni, ma è stata già individuata l'area ove costruirne uno nuovo; a Mantova il carcere è in costruzione da 17 anni; a Codigoro il carcere è pronto dal 2001, ma non viene utilizzato; a Pontremoli l'istituto femminile è pronto dal 1993 ma attualmente chiuso; ad Ancona 180 posti sono stati inaugurati nel 2005 e oggi ci sono solo 20 detenuti. E poi ancora in Abruzzo, vicino a Pescara, dove c'è un carcere pronto da 15 anni ed oggi utilizzato solo da cani, pecore e mucche; a Monopoli dove il carcere è occupato abusivamente da famiglie di sfrattati e potremmo continuare ancora per molto senza dimenticare Gela dove il carcere è stato progettato nel 1959 e terminato nel 2007."
Senza contare, poi, che la costruzione di altre carceri richiederebbe un certo numero di anni e quindi non si farebbe altro che creare una nuova "carceri d'oro" senza risolvere minimamente nell'immediato il problema dei detenuti.
Siamo, dunque, fermamente convinti che data l'esistenza già di queste strutture debba essere attuata una seria indagine ricognitiva dell'esistente che potrebbe essere riadattato, qualora fosse necessario, con una spesa sicuramente inferiore rispetto ad una costruzione ex-novo e pertanto si potrebbe e si deve procedere immediatamente all'assunzione di ulteriori unità di educatori.
Tali assunzioni è quanto questo Comitato e numerosissimi parlamentari, operatori del settore, esperti, giuristi e associazioni vanno chiedendo da parecchio, a cui però è stata data una frettolosa e superficiale risposta dall'On. Caliendo all'interrogazione parlamentare n. 5-02550 dell'On. Ferranti e altri, il quale ha asserito l'impossibilità di effettuare altre assunzioni a causa di una mancanza di fondi ed ha nuovamente rimandato la questione al prossimo anno, qualora ci fossero fondi utilizzabili a tali scopi.
Simile risposta, che scarica ad un indefinito futuro e ad una fortunosa quanto mai improbabile concomitanza di eventi che si dovrebbero tra loro casualmente combinare affinché si possa almeno cominciare a pensare di assumere proprio coloro che la giurisprudenza vuole fautori dei processi rieducativi, non può costituire la risposta seria di un Governo che ha la volontà di affrontare coscientemente, celermente e definitivamente le questioni del pianeta carcerario.
Riteniamo, infatti, che rispetto alla stessa denuncia circa lo stato emergenziale delle carceri italiane fatta da quel medesimo Governo che poi nega l'assunzione proprio degli educatori argomentando con una penuria economica non possa reggere, poiché se si vuole, come abbiamo appena suggerito, i fondi ci sono e sono ricavabili da più parti!
Ma c'è un fatto ancora più tragico e grottesco, poiché proprio in questo periodo di estrema emergenza nelle carceri, veniamo a conoscenza che è stato approvato dalla Commissione Affari Costituzionali del Senato, un emendamento sul Ddl n. 1955, volto alla conversione in Legge del D.L. 194-2009, in cui si stabilisce la riduzione del 10% delle dotazioni organiche della PA, che ovviamente andrà ad investire anche la già esigua pianta organica degli educatori.
Pertanto, l'estrema chiarezza dei fatti e degli intenti del Governo, fa sorgere un'altra miriade di domande e perplessità, purtroppo sempre più pesanti, ma soprattutto restiamo basiti rispetto alla ritrosia all'assunzione proprio di quella figura professionale che rappresenterebbe il primo è più naturale e giusto atto concreto che un Ministro possa realizzare nell'ottica di un repentino miglioramento dell'attuale condizione emergenziale, qualora si voglia procedere nel rispetto dell' articolo 27 della nostra Costituzione.
Alla luce di quanto appena esposto, il Comitato vincitori e idonei del concorso per educatori penitenziari, senza più indugio o vacuo proclama, visto il riconoscimento dell'esattezza di quanto sostiene anche da parte dello stesso Ministro Alfano che con l'approvazione di ben cinque specifiche mozioni nei giorni 11 e 12 gennaio 2010 - in particolare la n. 1-00301 a firma dell'On. Di Stanislao, conveniva con le richieste da noi presentate,
Chiede
1) l'assunzione immediata di ulteriori unità di educatori almeno fino a completare la già esigua pianta organica prevista per tale profilo professionale, attingendo tali educatori dagli idonei della vigente graduatoria risultata dal concorso indetto con Pdg 21 novembre 2003 e bandito nella Gazzetta Ufficiale n. 30 del 16 aprile 2004, affinché anche costoro possano partecipare ai previsti corsi di formazione che il Dap deve attivare per questi operatori prima dell' ingresso nelle carceri a cui sono destinati, onde evitare sprechi di danaro per doverli riattivare in seguito;
2) che tutto l'iter per l'assunzione degli educatori al punto 1) venga investito della massima urgenza e celerità;
3) un concreto impegno fin da ora che all'atto della sua scadenza venga prontamente prorogata di almeno un quinquennio la validità della graduatoria di merito del concorso citato al punto 1 -stando agli odierni orientamenti dettati dal Ministro Brunetta e del progetto di legge 2462 presentato il 21 maggio 2009, nonché alle disposizioni in materia di razionalizzazione delle spese pubbliche in vigore - per permetterne un graduale scorrimento parimenti all'avvicendarsi dei fisiologici turnover pensionistici, al fine di evitare l'indizione di nuovi concorsi per il medesimo profilo che comporterebbero inutili oneri pubblici;
4) che venga bloccato il processo per la citata riduzione degli organici della P.A., almeno per il settore afferente alla professionalità in questione.
Certi dello spessore umano, della sensibilità e della professionalità con cui accoglierà queste nostre imprescindibili richieste, oggettivamente indispensabili per affrontare l'emergenza in atto nel mondo carcerario, confidiamo in un Suo celere interessamento e restiamo in attesa di risposta.
Avv. Anna Fasulo
Membro del Comitato vincitori e idonei concorso educatori
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