Che gli animalisti ce l'abbiano con gli allevatori, i circhi o i cacciatori, che accusino intere categorie di cittadini di "sfruttare gli animali" o di "lucrare" sulla loro pelle, e' cosa nota. Il loro metodo di proporre slogan o immagini che fanno leva sulle emozioni delle persone piu' che sulla loro razionalita' o di diffondere informazioni spesso parziali o distorte, in modo da influenzare l'opinione di chi non conosce direttamente i vari argomenti, e' altrettanto noto.
E, grazie anche alla complicita' di certi politici e di molti media, cosi' efficace che spesso e' difficile anche far capire ai non addetti ai lavori, realta' lampanti come il fatto che allevare una specie voglia dire comunque conservarla mentre sterilizzarla o dismetterla no.
Chi tenta di difendere i propri legittimi interessi rendendoli palesi, spesso fatica a far accettare ai piu', concetti banali come quello che la conservazione del "piatto di minestra" per la famiglia dell'allevatore, del commerciante o del circense passi obbligatoriamente per la conservazione degli animali fonte di quel piatto, che per il cacciatore la conservazione della propria passione passi obbligatoriamente per la conservazione dell'ambiente e della fauna selvatica di cui fruisce e vuole continuare a fruire. A questo punto pero' FederFauna, che rende noto da dove provenga il proprio piatto di minestra o quello dei propri associati, invita a riflettere su da dove provenga il piatto di minestra degli animalisti.
Una ricca minestra, vedendo i bilanci di certe associazioni. I soldi che da un Comune per gestire un canile, sono diversi se a gestirlo e' un privato o e' un'associazione animalista?
Forse e' diverso il margine di guadagno, visto che l'associazione animalista puo' avvalersi di piu' di personale volontario, ma i soldi no. I soldi che compongono un "prezzo" sono diversi da quelli che compongono un "contributo"? I soldi sono soldi! La pubblicita' che utilizza animali e' proprio cosi' diversa se a incassare e' un operatore o un animalista?
Mentre il primo stara' attento che l'animale sia in forma, probabilmente il secondo utilizzera' un animale piu' malconcio possibile, visto che deve far leva su diversi sentimenti, ma e' sempre pubblicita'.
Tutti dobbiamo portare a casa il piatto di minestra. Qualcuno, forse con un po' meno appeal preferisce essere "scienza e non fantascienza", qualcun altro porta a casa anche il companatico (magari vegano) utilizzando il metodo Wanna Marchi!...
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FederFauna
Confederazione Europea delle Associazioni di Allevatori, Commercianti e Detentori di Animali
European Confederation of Associations of Animals Farmers, Traders and Holders
Via Goito, 8 - 40126 Bologna
Tel. 895.510.0030 (servizio a pagamento) - Fax 051/2759026
E, grazie anche alla complicita' di certi politici e di molti media, cosi' efficace che spesso e' difficile anche far capire ai non addetti ai lavori, realta' lampanti come il fatto che allevare una specie voglia dire comunque conservarla mentre sterilizzarla o dismetterla no.
Chi tenta di difendere i propri legittimi interessi rendendoli palesi, spesso fatica a far accettare ai piu', concetti banali come quello che la conservazione del "piatto di minestra" per la famiglia dell'allevatore, del commerciante o del circense passi obbligatoriamente per la conservazione degli animali fonte di quel piatto, che per il cacciatore la conservazione della propria passione passi obbligatoriamente per la conservazione dell'ambiente e della fauna selvatica di cui fruisce e vuole continuare a fruire. A questo punto pero' FederFauna, che rende noto da dove provenga il proprio piatto di minestra o quello dei propri associati, invita a riflettere su da dove provenga il piatto di minestra degli animalisti.
Una ricca minestra, vedendo i bilanci di certe associazioni. I soldi che da un Comune per gestire un canile, sono diversi se a gestirlo e' un privato o e' un'associazione animalista?
Forse e' diverso il margine di guadagno, visto che l'associazione animalista puo' avvalersi di piu' di personale volontario, ma i soldi no. I soldi che compongono un "prezzo" sono diversi da quelli che compongono un "contributo"? I soldi sono soldi! La pubblicita' che utilizza animali e' proprio cosi' diversa se a incassare e' un operatore o un animalista?
Mentre il primo stara' attento che l'animale sia in forma, probabilmente il secondo utilizzera' un animale piu' malconcio possibile, visto che deve far leva su diversi sentimenti, ma e' sempre pubblicita'.
Tutti dobbiamo portare a casa il piatto di minestra. Qualcuno, forse con un po' meno appeal preferisce essere "scienza e non fantascienza", qualcun altro porta a casa anche il companatico (magari vegano) utilizzando il metodo Wanna Marchi!...
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FederFauna
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