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Saldi. Lo stanco rito di un'occasione che non esiste piu'. Il consumatore e' protagonista attento
Firenze 28 Giugno 2010. "Saldi, saldi, saldi! Chi ha tanti saldi vive come un pascia'.... cosi' parafrasando una motivo di Gorni Kramer in voga alcune decine di anni fa, dove alla parola "saldi" c'era "soldi". E a differenza degli anni Sessanta del secolo scorso quando questa canzone andava in voga, oggi -praticamente- scarseggiano soldi e saldi.
I primi -i soldi- per la nota crisi mondiale, europea ed italiana di cui volendo, possiamo sapere tutto informandoci ovunque con chi ci dice una cosa mentre un'altra ci dice il perfetto contrario. Ma ricordandoci un aspetto fondamentale: la crisi dei soldi riguarda solo quelli che si vedono e che vengono dichiarati. Il resto, i soldi che non si vedono, nel Paese dell'evasione fiscale per eccellenza ha percentuali che come minimo sono il doppio di quelle ufficiali: parliamo di economia percepita nel vissuto quotidiano di chi, come noi, si occupa dei diritti dell'ultimo e piu' sfruttato anello dell'economia nazionale, il consumatore.
I secondi -i saldi- sono un mero rito per far si' che commercianti e loro associazioni si strappino le vesti e continuino a svolgere il loro lobbismo per impedire che l'economia si liberalizzi. I commercianti, da conservatori di nicchie di rendita, non vedono mai al di la' del loro naso: sono sempre contrari a liberalizzazioni di orari e licenze, con leggi nazionali che lo hanno sancito ma amministrazioni locali che continuano ad impedirlo. Poi, ogni tanto hanno un sussulto, come oggi la Confesercenti: "negli oltre 150 mila negozi di moda italiani i saldi ci saranno come ogni anno. Gli esercenti non rinunceranno ad offrire alla propria clientela l'annuale occasione di fare affari e di portare a casa i capi desiderati e tenuti sott'occhio in attesa degli sconti .... Lo faranno cercando di celebrare questo appuntamento con i consumatori attraverso nuove iniziative ed aperture notturne". Ma se poi gli dici che deve essere il consumatore a decidere se, come e quando, tolte le �
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bianche dei saldi" sono li' che fanno barricate contro le liberalizzazioni, spalleggiati dai sindacati che, chissa' perche', non fanno altrettante barricate per bar e ristoranti o negozietti cosiddetti etnici.
Infine, i saldi non esistono piu' perche' per tutto l'anno chiunque, quando lo ritiene piu' opportuno, fa sconti e promozioni. Per cui le lacrime che nei prossimi giorni verranno versate dai commercianti perche' i consumatori poco compreranno, sono di coccodrillo. Il consumatore non e' un pecorone: e' piu' attento e informato di quanto si creda. Buona parte dei consumatori e' si' "modaiola" ma non fessa e agli sconti fatti in vetrina con la scritta "saldi" ci mette una doppia attenzione perche' sa che in buona parte i prezzi, nel periodo canonico dei saldi, sono scontati rispetto a prezzi che prima dei saldi erano piu' bassi: tranne buona parte della grande distribuzione, il fenomeno e' piu' diffuso di quanto si possa credere.
E il consumatore, tra l'altro, sa quali sono i propri diritti e sa benissimo che la presunta occasione di una riduzione del prezzo al dettaglio, non e' mai occasione perche' questi diritti possano venire meno.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
COMUNICATO STAMPA DELL'ADUC
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