Invitato al Convegno di Gubbio promosso da
ANCSA – Associazione Nazionale Centri Storici, il presidente di Assoedilizia e vice presidente di Confedilizia Achille Colombo Clerici dichiara:
« I centri storici , ricchezza, vanto e fattore di diversita'
delle citta' italiane, sono caratterizzati, anche laddove, come nel caso di Milano, sono stati oggetto di profonde trasformazioni edilizie, da un tessuto urbano denso di consistenti pesi insediativi.
Essi si sono mantenuti, da un lato grazie ad una rigorosa normativa urbanistico-edilizia che, ad eccezione di alcune fughe in avanti presto rientrate, ha impedito trasformazioni morfologiche snaturanti l'originario assetto ( vedasi ad esempio il caso della ristrutturazione di corso Garibaldi a Milano; legge 865/71 ).
Queste normative peraltro, applicate spesso in modo acritico e distorto dai comuni, hanno sovente portato ad ingessare situazioni che, lungi dal meritare una tutela, avrebbero senz'altro richiesto radicali interventi di rinnovamanto e di sostituzione edilizi.
D'altra parte, a fronte di una legislazione fiscale senz'altro agevolativa nei confronti dei palazzi storico monumentali, l'equo canone prima ed ora, con la liberalizzazione del regime contrattuale, la persistente gravosa fiscalita' immobiliare ( eccezion fatta per le fattispecie rientranti nella disciplina della cedolare secca) non danno luogo di certo alle condizioni favorevoli ad una adeguata tutela degli immobili nei centri storici.
Si e' dunque passati da un estremo all'altro; anche sotto la pressione della contingente crisi economica e dell'esigenza di manovre dalla valenza anticiclica.
Sicche', la liberalizzazione degli interventi edilizi ( sostituzione ed ampliamenti ) anche all'interno dei centri storici
prevista da alcune leggi urbanistiche regionali, dal cosiddetto piano casa,attuata da alcuni piani regolatori o piani di governo del territorio a livello semplicemente edilizio e senza previsione di adeguamenti del territorio, rischia di snaturare, prima che l'assetto urbano-architettonico , lo stesso assetto funzionale del territorio storico .
E' quindi necessaria una riflessione approfondita su questi aspetti ad evitare di percorrere vie che conducano ad esiti non voluti, ne' previsti.
La prima condizione per la salvaguardia del territorio storico risiede nella sua vitalita'; e la via per assicurarla sta nel presidio e nel rafforzamento della stabilita' delle funzioni esistenti.
Fra le priorita' segnalerei il
sostegno alla residenza, alle botteghe artigiane, ai negozi, alla manutenzione degli immobili civili non interessati da vincoli storico monumentali ( gia' sul piano fiscale ).
Gli strumenti di tale politica consistono in provvidenze dirette di incentivazione ed in un regime fiscale agevolativo generalizzato ed il meno possibile selettivo sul piano qualitativo. »
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