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domenica 7 novembre 2010

VENETO: massacro delle specie di uccelli cacciati in deroga.


 

 

 

Comunicato stampa


 

LE GUARDIE VOLONTARIE DELLE ASSOCIAZIONI PROTEZIONISTICHE,

DENUNCIANO UN MASSACRO INCONTROLLATO DI UCCELLI PROTETTI, PISPOLE, PRISPOLONI, FROSONI, STORNI, MA SOPRATTUTTO FRINGUELLI E PEPPOLE, ABBATTUTI A CENTINAIA DI MIGLIAIA IN POCHE SETTIMANE SOLO NELLA VALLATA DELL'AGNO.


Il coordinamento protezionista Vicentino segnala il disastro in atto, la famigerata caccia in deroga contro gli uccelli protetti, voluta dalla giunta Zaia, stà producendo disastri senza precedenti.

Il massacro ha come teatro l'alto Agno, la vallata e tutta la pedemontana, queste zone sono interessate dalla grande migrazione dei passeriformi, che dal nord Europa scendono verso il nord'Africa per svernare, un corridoio,  segnalato dall'INFS, nel 1982, nella "carta delle vocazioni faunistiche" una rotta migratoria, per  la quale l'Istituto chiedeva immediata protezione,

richiesta naturalmente non accettata dalle autorità provinciali.

Era il 24 ottobre scorso quando le guardie zoofile di ENPA e LAC, hanno effettuato dei controlli proprio lungo questa rotta, zona di Castelvecchio e Altissimo.

All'alba nella zona antistante il roccolo Miseria si erano radunati parecchi cacciatori quando ancora non c'era visibilità, hanno cominciato a sparare, gli agenti sono usciti allo scoperto.

C'è stato un fuggi-fuggi generale, nove cacciatori  sono stati fermati e sanzionati per distanze non rispettate da immobili e da attività in atto,  sono state sequestrate munizioni calibro 12 abbandonate dai fuggiaschi e un capanno.

Gli agenti nel loro rapporto di servizio, hanno segnalato il controllo a ventisei cacciatori, venticinque di questi avevano abbattuto uccelli protetti, fringuelli peppole e frosoni, mediamente

undici  a testa,  sconcertante quello che hanno riscontrato nei tesserini venatori, solo due di questi avevano segnato abbattimenti di uccelli protetti, nelle precedenti circa quindici giornate di caccia.

Uno dei controllati, è stato sanzionato perché non aveva segnalato nemmeno gli abbattimenti del dieci di ottobre, giorno in cui aveva subito un controllo dagli agenti ENPA in altra zona.

Nell'argomento è intervenuto il portavoce del CPV, Renzo Rizzi Dichiarando: in tutto il Vicentino, ma soprattutto in quelle zone, è in atto una autentica guerra contro "le specie protette" si spara a tutto, oramai sono saltati tutti gli equilibri.

In quelle zone il "bracconaggio" è endemico, ora però è  dilagante, i cacciatori arrivano sulle postazioni all'alba , a volte con un arsenale di munizioni  (un cacciatore controllato nella zona dei sette roccoli ne aveva oltre trecentocinquanta), per nascondere le prede, si inventano qualsiasi stratagemma, ma non è raro che utilizzino come "corrieri" gli stessi famigliari.

Inoltre, i cacciatori,  conoscono bene la situazione e cercano di sfruttarla al massimo, sanno che  non devono segnare i capi abbattuti altrimenti le deroghe si chiudono in fretta, tra l'altro, come dichiarato da alcuni di loro vi è un ordine silente in questo senso.

Fa tristemente sorridere, l'enfasi con cui l'assessore alla caccia Spigolon, "da i numeri" degli abbattimenti delle specie protette, quarantamila ovvero meno di tre fringuelli per cacciatore, in 15 giorni di caccia!

È una buffonata, un inutile spreco di lavoro e di carta, un vero insulto all'intelligenza delle persone oneste, che pensano che la fauna selvatica, patrimonio della comunità, sia tutelata come prevede la legge.

Gli abbattimenti stimati da agenti delle associazioni, della  provincia e della forestale sono purtroppo almeno quattrocentomila!

Ora, tenendo presente che con questo ritmo i "protetti" abbattuti a fine stagione saranno milioni, alla faccia delle piccole quantità professate,  pochi anni per queste specie potrà riapparire lo spettro del cattivo stato di conservazione.

Mi stupisce, notare che interi partiti si compiacciono di avere approvato una delibera che permette questi scempi incontrollati, viene da chiedersi come gli elettori non si ribellino a un modo di fare politica di vecchio stampo, legato ai poteri delle più potenti lobby, in spregio a qualsiasi equilibrio naturale e di convivenza.       


Renzo Rizzi

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