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Campania e rifiuti
Roma, 10 Novembre 2010. Nei giorni scorsi ci si e' chiesti come mai la regione Campania fosse in rivolta per la questione dei rifiuti e Napoli ne fosse sommersa. Vediamo di capire.
Due anni fa fu approvato il cosiddetto piano Bertolaso che prevedeva la costruzione di 3 termovalorizzatori e 10 discariche. Ad oggi c'e' un solo termovalorizzatore che non funziona al 100% e degli altri due non e' stata indetta neanche la gara d'appalto. Le discariche operanti sono solo 5. Con legge regionale e' stata stabilita la provincializzazione della gestione dei rifiuti (Rsu), vale a dire che ogni provincia smaltisce quello che produce, tutto cio' senza tenere conto del fatto che la provincia di Napoli genera il 59% dei rifiuti regionali! La protesta dei cittadini contro la discarica di Terzigno ha origine nella allocazione di rifiuti non trattati, cioe' in fase di decomposizione, attivita' non prevista dal piano. Vale a dire che a Terzigno dovevano andare rifiuti che avevano avuto un pretrattamento in modo da evitare il piu' possibile la presenza della componente organica, che e' quella che maggiormente produce cattivo odore. La raccolta differenziata avrebbe allevia
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difficolta' ma a Napoli e' ferma al 15% mentre la legge nazionale la prevede al 35%. Vero e' che Napoli e' il Comune con una densita' di popolazione impressionante (8.500 ab/kmq), il che rende difficile qualsiasi intervento di razionalizzazione, ma e' altrettanto vero che si impone la realizzazione del piano di due anni fa. Sperando che i governanti locali e nazionali non continuino a giocare a rimpiattino.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc
COMUNICATO STAMPA DELL'ADUC
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