Testamento biologico. Il Partito Democratico affronti il suo tabù e discuta subito in consiglio comunale l’istituzione del registro
Padova 7 luglio 2011. La discussione della legge sul testamento biologico è ripresa in questi giorni alla Camera dei Deputati e si ripropone anche a Padova la possibilità di votare in consiglio comunale l’istituzione di un registro delle dichiarazioni anticipate di volontà, un argomento assai vivo tra i cittadini, ma che non raccoglie altrettanto interesse nella maggioranza che governa il Comune, tanto che da due anni non riesce ad affacciarsi all’aula del parlamentino di Palazzo Moroni.
Sono tre i documenti depositati. Il primo è quello di Sel, partito di maggioranza, dell’ottobre 2009, il secondo è la delibera di iniziativa popolare del Comitato Padova per il testamento biologico Associazione Luca Coscioni dell’ottobre 2010, l’ultimo è del PD di qualche giorno fa.
La delibera di iniziativa popolare del Comitato Padova per il testamento biologico Associazione Luca Coscioni per un vizio di forma è stata trasformata in mozione; a quel punto la presidente del consiglio comunale, Daniela Ruffini, in accordo col comitato, si è fatta interprete del documento presentandolo a proprio nome.
Oggi si terrà una riunione con l’obiettivo di trovare una sintesi tra i testi, che per quanto riguarda Sel e il Comitato Padova per il testamento biologico Associazione Luca Coscioni sono sostanzialmente simili nel chiedere che ai padovani sia offerto uno strumento di tutela delle proprie volontà a garanzia dell’autodeterminazione, un diritto protetto dalla Costituzione.
A fare la differenza è la mozione del Partito Democratico, che sembra avere lo stesso comportamento tenuto alla Camera dei Deputati, nel punto in cui afferma che “si rifiuta qualsiasi forma di eutanasia, perché lesiva della dignità della persona, e qualsiasi dichiarazione atta ad ottenerla”. Con il termine eutanasia, che significa letteralmente buona morte, si definisce l’intervento medico volto ad abbreviare l’agonia di un malato terminale, e l’eutanasia non è assolutamente normata dal codice italiano. E qui il dibattito potrebbe trascinarsi a lungo. Inserire questo argomento in un testo che chiede di predisporre un servizio ai cittadini, perché di questo si tratta, quale quello dell’istituzione di un registro per le dichiarazioni anticipate di volontà, ci sembra il pretesto per trascinare ulteriormente nel tempo un dovere che l’amministrazione pubblica ha nei confronti dei cittadini e di se stessa. Non ci possono essere aree sacre presidiate da ipotetici tutori del bene supremo, chiediamo perciò che il Partito Democratico infranga il suo tabù, e affronti la discussione al più presto in consiglio comunale, la casa laica dei padovani.
Maria Grazia Lucchiari
Associazione Luca Coscioni
Comitato Nazionale Radicali Italiani
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