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Regioni a statuto autonomo. Abolirle?
Roma, 13 maggio 2010. Abolire le regioni a statuto autonomo? L'autonomia avrebbe dovuto consentire a queste regioni di meglio governarsi ed avere, quindi, bilanci in pareggio o, addirittura, in attivo, secondo la vulgata del federalismo fiscale che va tanto di moda: maggiore autonomia significa miglior utilizzo delle risorse esistenti. Invece, secondo i dati della Cgia Mestre (1), riportati da La Repubblica, una maggiore autonomia regionale non ha portato ai risultati che ci si aspettava. Le Regioni a statuto autonomo, Valle d'Aosta, Trentino-Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Sicilia e Sardegna ricevono, in servizi e trasferimenti, piu' di quello che i suoi cittadini pagano con le tasse e contributi, la cosiddetta "differenza fiscale". Insomma, tutte costano di piu' di quello che danno, anche quelle del nord che, sempre secondo la vulgata, dovrebbero essere piu' virtuose. Le regioni che danno di piu' di quel che ricevono (in ordine decrescente) sono la Lombardia, il Lazio,
il
Veneto, l'Emilia Romagna e il Piemonte, tutte a statuto ordinario. L'idea che a maggior autonomia corrisponda un miglior funzionamento lascia, dunque, il tempo che trova. E' arrivato il tempo di riconsiderare la validita' di un istituto, quello delle regioni autonome, che nel tempo non ha dato la miglior prova di se'.
(1) http://www.cgiamestre.com/portal/shownews.php?id_n=22203
Primo Mastrantoni, segretario Aduc
COMUNICATO STAMPA DELL'ADUC
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