Il rapporto tra l’industria calzaturiera e la complessa legislazione italiana e comunitaria in materia ambientale sarà al centro di una videoconferenza che si terrà lunedì 8 novembre alle ore 11.00 presso la sede della società CGS, in Borgo Stretto 10 a Pisa.
In particolare, verrà presentato il progetto europeo ShoeLAW, che prevede lo sviluppo di uno strumento di autodiagnosi che consentirà ai produttori calzaturieri di adeguarsi con maggiore facilità alla legislazione in vigore in materia ambientale. L’iniziativa coinvolge le industrie calzaturiere di cinque paesi (Italia, Spagna, Portogallo, Grecia e Slovenia), che nel complesso rappresentano il 90% del comparto calzaturiero nel vecchio continente.
Da sempre settore di punta del sistema moda e traino delle esportazioni, l’industria della scarpa Made in Italy si trova oggi a dover fronteggiare non solo le necessità di un mercato sempre più competitivo, ma anche le sfide di una produzione “pulita” e sostenibile. L’entrata in vigore del cosiddetto Codice dell’Ambiente (Decreto legislativo n. 152 del 3 aprile 2006 e successive modifiche e integrazioni) e l’approvazione di numerose direttive nazionali e comunitarie hanno reso l’apparato normativo estremamente complesso, rendendo difficile rispettare e tenere sotto controllo tutti i vincoli, soprattutto per chi è impegnato a gestire le esigenze quotidiane della produzione.
Il progetto ShoeLAW, sostenuto dall’Unione Europea attraverso il programma ambientale LIFE+, consentirà alle piccole e medie imprese calzaturiere di verificare in tempo reale il rispetto della legislazione ambientale vigente, azzerando così il rischio di multe o altre sanzioni e al tempo stesso facilitando le esportazioni e la conquista di nuovi mercati.
“Grazie al progetto ShoeLAW – spiega Costantino Raspi, project manager di CGS – l’Unione Europea disporrà del primo database legislativo per l’industria calzaturiera, e ciascuna impresa avrà a disposizione informazioni semplici e precise circa i requisiti previsti sia nei singoli paesi partecipanti all’iniziativa che su scala europea. La e-platform è ormai giunta alla fase finale dello sviluppo, e a breve sarà presentata alle aziende sotto forma di un software in grado di elencare le leggi eventualmente disattese e suggerire all’istante i passi da fare per adeguarsi”.
CGS, società pisana che opera da oltre vent’anni nel settore della consulenza industriale e della ricerca applicata, farà da referente italiana per la sperimentazione. “Inutile dire – prosegue Raspi – che il punto di partenza strategico per la fase operativa del progetto sarà il distretto conciario-calzaturiero toscano.”
Nel corso della videoconferenza di lunedì 8 novembre, i responsabili europei del progetto ShoeLAW illustreranno le potenzialità degli strumenti sviluppati e raccoglieranno le adesioni delle imprese interessate a partecipare alla sperimentazione.
Per informazioni rivolgersi a:
CGS di Coluccia Michele & C. s.a.s., Borgo Stretto 10, 56127 Pisa
Tel. +39 050 573205
Fax +39 050 573854
E-mail: cgs@cgsgroup.it
Ufficio stampa: www.comunicarecultura.it
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