Riflessione di Michal Noah
La crudeltà sugli animali conduce alla crudeltà verso gli umani
Porto Empedocle, cane seviziato e sepolto vivo (8 Agosto 2008)
Un cane randagio è stato catturato da alcuni giovani, è stato legato, seviziato, sodomizzato, gli sono state infilate le ossa nel petto fino a lesionare gli organi interni e dopo è stato sotterrato vivo. Tutto questo è avvenuto davanti ad alcune persone che non hanno mosso un dito per impedire questo incredibile scempio". Lo scrive in un comunicato la Lega italiana per i diritti dell'animale (Lida) secondo cui l'episodio è avvenuto a Porto Empedocle. Qualcuno che ha assistito alla macabra scena ha telefonato alla signora "Assunta Dani Rametta", nota per il suo amore per gli animali, che ha soccorso il cane ancora in vita. "La Lida ha presentato denuncia alla Procura della Repubblica", dice Annalisa De Luca Cardillo, responsabile regionale dell'associazione.
Ci chiediamo: dopo DUE anni, che fine ha fatto la denuncia e/o le denunce? Sono state svolte le dovute indagini per individuare i "MOSTRI" ? Sarà fatta giustizia a nome di questo tenero esserino e di tutti gli altri poveri animali seviziati che lo hanno preceduto?
Ma, intanto, i "MOSTRI" continueranno a torturare indisturbati....
Il concetto di violenza è strettamente legato al concetto di sofferenza ma, a differenza degli altri esseri viventi, gli umani possono decidere in piena consapevolezza se causare sofferenza o no.
Un cavallo in un macello, un gatto sottoposto a esperimenti scientifici, un cane torturato da un adolescente violento, uno scimpanzé sottoposto a stress fisico e psicologico per divertire la gente in un circo o in un film non sono diversi dalle vittime civili di una guerra etnica, dai bambini sfruttati dal lavoro o dal mercato del sesso e da un semplice cittadino che si sente imprigionato in un sistema di relazioni sociali basato principalmente sulla competitività e sull'ingiustizia.
Il concetto di violenza è ovviamente correlato al suo opposto, cioè il concetto di rispetto. Il rispetto -sia per le persone sia per gli animali- si può ottenere solo tramite un processo di identificazione e di empatia e con la consapevolezza del destino comune che animali umani e non-umani condividono, oggi più che mai, in un pianeta a costante rischio di catastrofi nucleari o ecologiche. La violenza, nella maggior parte dei casi, è la conseguenza di un atteggiamento culturale generale e, in un modo o nell'altro, investe l'intera sfera affettiva e cognitiva degli esseri umani, anche se qualche volta sembra indirizzarsi esclusivamente verso ambienti specifici o specifici individui.
Un maggior rispetto nei confronti degli animali, da parte di bambini, adolescenti e adulti, può essere raggiunto solo con lo sviluppo di sentimenti d'identificazione e di empatia
La crudeltà sugli animali conduce alla crudeltà sulle persone?
Le ricerche confermano la forte correlazione esistente tra al violenza contro gli animali e la violenza contro gli umani. Se l'importanza degli episodi di violenza sugli animali come indicatori di relazioni familiari disturbate e campanello d'allarme per futuri comportamenti aggressivi nei confronti di umani è ormai assodata, non possiamo neanche ignorare come la violenza verso gli animali scaturisca dalle medesime cause della violenza verso gli umani e perciò l'abuso di animali nell'infanzia non debba più essere considerato come una fase di passaggio.
Uno studio condotto dalla Northeastern University e dalla Massachussets Society for the Prevention of Cruelty to Animals ha rilevato che in un lasso di tempo di 20 anni, un gruppo di153 persone violente con gli animali erano 5 volte più tendenti a commettere crimini violenti, 4 volte più tendenti a commettere reati contro la proprietà, e 3 volte più tendenti a commettere reati connessi con l'uso di stupefacenti di un gruppo di confronto composto da 153 persone non-violente con gli animali.
In uno studio condotto su detenuti per crimini violenti e su un gruppo di individui non-detenuti, non-violenti, il 25% dei detenuti ha riferito di aver inflitto nell'infanzia "crudeltà sostanziali" ad animali, mentre nessuno dei non-detenuti ha riferito storie di violenza sugli animali.
In uno studio svolto su 53 famiglie in terapia psicologica per episodi di abuso di minori, il 60% aveva abusato anche di animali e nei due terzi dei casi, il genitore che abusava aveva anche ucciso o ferito gli animali domestici per ottenere il controllo totale sul bambino. In un terzo dei casi, i bambini avevano abusato degli animali, usandoli come "capri espiatori" per la propria ira.
In uno studio su 28 detenuti per omicidi a sfondo sessuale (tutti maschi) i ricercatori hanno constatato che il 36% aveva abusato di animali durante l'infanzia e il 46% nel corso dell'adolescenza.
In uno studio che utilizzava un campione di 64 uomini, il 48% dei rei di violenza carnale e il 30% dei rei di molestie a minori hanno riferito di aver commesso crudeltà su animali nel corso dell'infanzia o dell'adolescenza.
La ricerca inoltre indica che:
I ragazzi crudeli con gli animali possono diventare aggressivi nei confronti degli umani.
I bambini cresciuti in un clima di intensa coercizione possono imitare lo stesso comportamento con animali e persone.
I bambini imparano i comportamenti crudeli dagli adulti e possono riprodurli sugli animali.
I bambini abusano degli animali per scaricare l'aggressività che provano verso gli adulti che abusano di loro, anche in seguito a traumi psicologici.
Che cosa possiamo fare tutti?
Riferire gli episodi di violenza.
Incoraggiare i legislatori, i magistrati, i veterinari e le guardie zoofile, i medici, gli assistenti sociali, gli educatori e i religiosi ad approfondire la conoscenza della connessione esistente tra crudeltà verso gli animali e violenza familiare.
Esercitare il ruolo di genitori in modo positivo, senza affidarsi alle punizioni corporali.
Discutere e contrastare l'esaltazione della violenza negli sport, nei media e nei divertimenti.
fonte:Tesine
Un cane randagio è stato catturato da alcuni giovani, è stato legato, seviziato, sodomizzato, gli sono state infilate le ossa nel petto fino a lesionare gli organi interni e dopo è stato sotterrato vivo. Tutto questo è avvenuto davanti ad alcune persone che non hanno mosso un dito per impedire questo incredibile scempio". Lo scrive in un comunicato la Lega italiana per i diritti dell'animale (Lida) secondo cui l'episodio è avvenuto a Porto Empedocle. Qualcuno che ha assistito alla macabra scena ha telefonato alla signora "Assunta Dani Rametta", nota per il suo amore per gli animali, che ha soccorso il cane ancora in vita. "La Lida ha presentato denuncia alla Procura della Repubblica", dice Annalisa De Luca Cardillo, responsabile regionale dell'associazione.
Ci chiediamo: dopo DUE anni, che fine ha fatto la denuncia e/o le denunce? Sono state svolte le dovute indagini per individuare i "MOSTRI" ? Sarà fatta giustizia a nome di questo tenero esserino e di tutti gli altri poveri animali seviziati che lo hanno preceduto?
Ma, intanto, i "MOSTRI" continueranno a torturare indisturbati....
Il concetto di violenza è strettamente legato al concetto di sofferenza ma, a differenza degli altri esseri viventi, gli umani possono decidere in piena consapevolezza se causare sofferenza o no.
Un cavallo in un macello, un gatto sottoposto a esperimenti scientifici, un cane torturato da un adolescente violento, uno scimpanzé sottoposto a stress fisico e psicologico per divertire la gente in un circo o in un film non sono diversi dalle vittime civili di una guerra etnica, dai bambini sfruttati dal lavoro o dal mercato del sesso e da un semplice cittadino che si sente imprigionato in un sistema di relazioni sociali basato principalmente sulla competitività e sull'ingiustizia.
Il concetto di violenza è ovviamente correlato al suo opposto, cioè il concetto di rispetto. Il rispetto -sia per le persone sia per gli animali- si può ottenere solo tramite un processo di identificazione e di empatia e con la consapevolezza del destino comune che animali umani e non-umani condividono, oggi più che mai, in un pianeta a costante rischio di catastrofi nucleari o ecologiche. La violenza, nella maggior parte dei casi, è la conseguenza di un atteggiamento culturale generale e, in un modo o nell'altro, investe l'intera sfera affettiva e cognitiva degli esseri umani, anche se qualche volta sembra indirizzarsi esclusivamente verso ambienti specifici o specifici individui.
Un maggior rispetto nei confronti degli animali, da parte di bambini, adolescenti e adulti, può essere raggiunto solo con lo sviluppo di sentimenti d'identificazione e di empatia
La crudeltà sugli animali conduce alla crudeltà sulle persone?
Le ricerche confermano la forte correlazione esistente tra al violenza contro gli animali e la violenza contro gli umani. Se l'importanza degli episodi di violenza sugli animali come indicatori di relazioni familiari disturbate e campanello d'allarme per futuri comportamenti aggressivi nei confronti di umani è ormai assodata, non possiamo neanche ignorare come la violenza verso gli animali scaturisca dalle medesime cause della violenza verso gli umani e perciò l'abuso di animali nell'infanzia non debba più essere considerato come una fase di passaggio.
Uno studio condotto dalla Northeastern University e dalla Massachussets Society for the Prevention of Cruelty to Animals ha rilevato che in un lasso di tempo di 20 anni, un gruppo di153 persone violente con gli animali erano 5 volte più tendenti a commettere crimini violenti, 4 volte più tendenti a commettere reati contro la proprietà, e 3 volte più tendenti a commettere reati connessi con l'uso di stupefacenti di un gruppo di confronto composto da 153 persone non-violente con gli animali.
In uno studio condotto su detenuti per crimini violenti e su un gruppo di individui non-detenuti, non-violenti, il 25% dei detenuti ha riferito di aver inflitto nell'infanzia "crudeltà sostanziali" ad animali, mentre nessuno dei non-detenuti ha riferito storie di violenza sugli animali.
In uno studio svolto su 53 famiglie in terapia psicologica per episodi di abuso di minori, il 60% aveva abusato anche di animali e nei due terzi dei casi, il genitore che abusava aveva anche ucciso o ferito gli animali domestici per ottenere il controllo totale sul bambino. In un terzo dei casi, i bambini avevano abusato degli animali, usandoli come "capri espiatori" per la propria ira.
In uno studio su 28 detenuti per omicidi a sfondo sessuale (tutti maschi) i ricercatori hanno constatato che il 36% aveva abusato di animali durante l'infanzia e il 46% nel corso dell'adolescenza.
In uno studio che utilizzava un campione di 64 uomini, il 48% dei rei di violenza carnale e il 30% dei rei di molestie a minori hanno riferito di aver commesso crudeltà su animali nel corso dell'infanzia o dell'adolescenza.
La ricerca inoltre indica che:
I ragazzi crudeli con gli animali possono diventare aggressivi nei confronti degli umani.
I bambini cresciuti in un clima di intensa coercizione possono imitare lo stesso comportamento con animali e persone.
I bambini imparano i comportamenti crudeli dagli adulti e possono riprodurli sugli animali.
I bambini abusano degli animali per scaricare l'aggressività che provano verso gli adulti che abusano di loro, anche in seguito a traumi psicologici.
Che cosa possiamo fare tutti?
Riferire gli episodi di violenza.
Incoraggiare i legislatori, i magistrati, i veterinari e le guardie zoofile, i medici, gli assistenti sociali, gli educatori e i religiosi ad approfondire la conoscenza della connessione esistente tra crudeltà verso gli animali e violenza familiare.
Esercitare il ruolo di genitori in modo positivo, senza affidarsi alle punizioni corporali.
Discutere e contrastare l'esaltazione della violenza negli sport, nei media e nei divertimenti.
fonte:Tesine
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