COMUNICATO STAMPA DIRETTORI 1° MAGGIO 2010 ALLARME CARCERI
A conclusione del Convegno sulla Sicurezza, svoltosi ieri 30 aprile, ed organizzato dal Comune di Trieste, che ha visto la partecipazione numerosa dei rappresentanti delle diverse istituzioni della politica nazionale, regionale e locale, nonché la presenza di molti rappresentanti regionali e nazionali delle OO.SS. delle FF.PP., l'assessore comunale alla sicurezza e polizia locale, SBRIGLIA (che è anche segretario nazionale della più importante organizzazione sindacale dei direttori penitenziari SI.DI.PE.), dopo avere ricordato come non possa esservi sicurezza e legalità se non c'è il rispetto dei diritti umani, ha lanciato l'allarme sulle carceri, rappresentando come le autorità locali e ragionali debbano farsi anch'esse carico di tale problema, non lasciando solo lo Stato. Carenze di personale e poche risorse conferite nella spesa ordinaria, hanno determinato il peggioramento del sistema. Anche la Regione Friuli Venezia Giulia vive una difficile situazione penitenziaria a causa delle inadeguate condizioni del carcere di Pordenone (un antico piccolo castello la cui chiusura viene annunciata da oltre 20 anni, assolutamente incapace a rispondere alla grave situazione attuale), e quello di Gorizia è ormai quasi del tutto inagibile... E' evidente che gli altri istituti regionali devono poi farsi carico delle deficienze, vedendo a loro volta peggiorarne le condizioni, oltre al fatto che, se nelle carceri diventa difficile fare rieducazione, inevitabilmente a fine pena il territorio dovrà sopportare il perso della presenza di persone che, senza progetti, tornerebbero a delinquere. Illusoria sicurezza, ha ribadito, commentando l'allarme di SBRIGLIA,, il dr. CAPECE, Presidente della Consulta Nazionale della Sicurezza, organismo di rappresentanza che raccoglie numerose sigle autonome della polizia di stato, della polizia penitenziaria e del corpo forestale, il quale è anche il Segretario Generale del SAPPE, il più grande sindacato dei baschi azzurri. Come non comprendere la pericolosità del momento, ha sottolineato CAPECE, dove alla mancanza delle condizioni di dignità della espiazione della pena si accompagna il possibile cedimento alla stanchezza di uomini e donne in divisa impegnati giorno e notte nel garantire la sicurezza delle carceri e che si sentono abbandonati dalle istituzioni ? A tal proposito entrambi, rivolgendosi all'assessore regionale alla sicurezza, prof.ssa SEGANTI, hanno sottolineato come il PIANO CARCERI avrà bisogno di essere davvero calibrato ai bisogni urgentissimi, non disdegnando soluzioni innovative quali le piattaforme galleggianti (perchè non una anche in Regione, vista la presenza dei cantieri navali ?), oltre che il riutilizzo delle tante caserme dismesse, ma il tutto dovrà essere necessariamente accompagnato dall'indispensabile assunzione di nuovo personale dei polizia penitenziaria e dei ruoli tecnici e specialistici (educatori, assistenti sociali, ragionieri, etc.), nonché di dirigenti, per fare in modo che ogni istituto possa contare su un numero sufficiente di risorse umane, oggi al collasso. Ma occorre fare presto, prima che sia troppo tardi, sia per gli operatori penitenziari che per le realtà locali.
La segreteria Nazionale
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