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martedì 4 maggio 2010
Ecco perche' il DDL Alfano su misure alternative necessita' di assunzione educatori penitenziari
Oggi, 3 Maggio 2010, una piccola rappresentanza del "comitato vincitori idonei Educatori Dap ", è stata ricevuta dal Senatore Salvo Fleres del PDL.
Il Senatore ci ha riferito che la situazione del sovraffollamento è alquanto seria…gli elenchi in possesso, aggiornati al 31/03/2010, parlano chiaro, la Sicilia insieme alla Campania sono le regioni con una grande densità di popolazione detenuta, le carceri siciliane sono sovrappopolate da extracomunitari…circa 2300 unità rispetto alle 8060 totali detenuti in Sicilia…l'unica regione che supera la Sicilia è la Lombardia che conta 9000 detenuti, circa.
Il Senatore ha evidenziato che le carceri della Sicilia hanno pochissimi educatori…
Inoltre, ci sono tante carceri chiuse, per mancanza di personale…compreso un braccio della casa circondariale di Piazza Lanza, sito a Catania,quindi il piano carceri dovra' tenere conto anche di questo…
Il DDL del Ministro Alfano, ci ha riferito il Senatore Fleres, non tiene conto, ed è poco chiaro riguardo, della detenzione domiciliare "degli extracomunitari"…dove dovranno andare??? Senza documenti e senza fissa dimora???
E poi ancora senza educatori, i magistrati di sorveglianza non potranno concedere, in mancanza di relazioni comportamentali che descrivono la personalità ed il comportamento dei singoli detenuti, la misura alternativa invocata dallo stesso DDL esaminato.
Quando abbiamo chiesto la possibilità di assunzioni di più educatori,il senatore ci ha riferito che, più volte, ha presentato interrogazioni al riguardo…
Inoltre facendo un chiaro calcolo, partendo dalla pianta organica Educatori che ne prevede 1400 e sottraendo i 900 Educatori, compresi gli educatori neoassunti, risulta evidente, una mancanza di circa 500 unità…dati dice Fleres che si riferiscono ad epoche remote e non aggiornati alla densità della popolazione carceraria attuale,questo significa che la carenza di educatori è superiore alle 500 unita'….
Per i fondi da adoperare, lo stesso Senatore è d'accordo sull'utilizzo della cassa delle ammende e del FUG…fondo unico giustizia…
Inoltre il Senatore Fleres ha accolto la richiesta di differire la graduatoria da 3 a 5 anni, in modo da sopperire ai pensionamenti…
Alla domanda riguardante i fondi del 2011, e quindi l'entità dei fondi che saranno disponibili appunto nel 2011 e su quanti educatori potranno essere assunti, il Senatore ha risposto dicendo che il ministro ha chiesto l'assunzione di 2000 unità da ripartire fra tutto il personale del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, primo fra tutti il corpo di polizia penitenziaria seguito dagli educatori, psicologi, assistenti sociali.
Alla fine dell'incontro, abbiamo lasciato al Senatore copia dei nostri comunicati e ultima relazione riguardante ruolo dell'educatore con la richiesta di reperire i fondi dalla cassa delle ammende e dal FUG (fondo unico giustizia) insieme con l'assunzione immediata degli educatori mancanti attraverso il DDL Alfano sulle misure alternative.
Il Senatore,condividendo le nostre richieste circa e l'assunzione immediata e il reperimento dei fondi attraverso la cassa ammende o FUG ,strumenti questi che questo comitato ha espressamente proposto,si è impegnato a sostenere l'assunzione degli educatori idonei del concorso sin da subito data l'emergenza carceraria ed inoltre domani, recandosi a Roma, presenterà interrogazione al riguardo e chiamerà o comunichera' ad un componente del comitato le notizie attinte…
Relazione del Comitato:
Egregio Onorevole,
Salvo Fleres
In occasione, dell'attuale iter, riguardante l'esame del Ddl proposto dal Governo in cui si prevede, che le pene detentive, non superiori ad un anno, possano essere scontate in casa o presso altro luogo pubblico o privato di cura, assistenza e accoglienza e la sospensione del processo con messa alla prova, che sta per concludersi con l'inserimento nel calendario dell'Assemblea a partire da lunedì 17 maggio.
Le Chiediamo,
ancora una volta, di farsi latore di questa nostra, ricordando al Ministro che, vista la Sua intenzione di operare un massiccio ricorso alle misure alternative alla detenzione, il crescente numero di ingressi in carcere, gli altrettanti suicidi, gli atti autolesionistici e le numerosissime denunce provenienti da operatori penitenziari e non, il primo problema da affrontare è l'emergenza del sovraffollamento in cui versano le nostre carceri e che il primissimo, urgentissimo e ormai improcrastinabile passo da muovere è quello dell'assunzione di ulteriori unità di educatori penitenziari.
Risulta importante, al fine di avvalorare ancor più di quanto già non lo sia la necessità di assumere un cospicuo numero di educatori nelle carceri italiane,fare una breve riflessione sul terzo comma dell'art. 1 del su indicato DDL, che detta disposizioni riferite ai condannati detenuti, precisando che "la direzione dell'istituto penitenziario trasmette al MdS una relazione sulla condotta tenuta durante la detenzione.
Ormai da tempo noi sosteniamo, così come ha ben evidenziato anche P. Ciardiello nella Relazione al Convegno "Detenzione domiciliare e messa alla prova organizzato dal gruppo PD alla Camera dei deputati, che con l'attuale organico di educatori penitenziari di circa 900 unità, (non appena sarà completata l'assunzione dei 397 vincitori del concorso relativo) rispetto ad una pianta organica che ne prevederebbe circa 1400 e di fronte ad una popolazione detenuta che ormai ha superato la soglia dei 67.000 reclusi, non sarà possibile rispondere tempestivamente all'aumento delle incombenze del personale pedagogico più direttamente interessato dalla produzione delle relazioni comportamentali.
Il ministro e l'attuale capo dap forse ignorano che, alla luce della legge n° 663 del 10 ottobre 1986, l'educatore è colui che coordina l'attività comportamentale del detenuto mettendo in luce gli elementi più probanti a tutti gli effetti e che, soprattutto, contribuisce, più di ogni altro operatore, alla rottura — alla giusta rottura — dell'artificio e alla creazione del giusto equilibrio delle dinamiche di risocializzazione.
Non per niente si dice che l'educatore è lo specialista del comportamento.
Inoltre la legge impone ai magistrati più che la conoscenza di freddi dati e dei fatti, quella delle persone. La magistratura di sorveglianza deve avvalersi — e non può non — della diagnosi e della prognosi formulate dagli operatori penitenziari perchè possa dare ai provvedimenti quel carattere e quei contenuti dinamici in relazione — in stretta relazione — ai principi di una pena dinamica. Orbene una diagnosi e una prognosi in tanto sono dinamiche in quanto i dati offerti dall'educatore non siano freddi e stereotipati, ma dinamizzati al massimo. Il giudizio sul comportamento del soggetto detenuto meritevole o meno del beneficio è connesso a molteplici situazioni nelle quali il soggetto di cui innanzi vive la pena e la detenzione o meglio vive, la privazione della libertà.
Questo significa che la percezione che il detenuto ha delle strutture penitenziarie e il suo consequenziale comportamento debbono essere sottoposti all'esame dell'educatore. L'educatore può e deve intervenire, con opportuni colloqui con le persone detenute.
Quando il terzo comma dell'art. 1 del DDL in esame parla di una relazione sulla condotta tenuta durante la detenzione che la direzione dell'istituto deve trasmettere al MDS nel concreto si riferisce proprio alla succitata relazione redatta dall'educatore dai contenuti dinamici ed avente ad oggetto il giudizio sul comportamento del soggetto detenuto allo scopo di valutare se sia meritevole o meno del beneficio o della misura che il magistrato di sorveglianza è chiamato ad applicare.
Nel caso di specie non si tratta di una relazione contenente dati generici, magari acquisiti aprioristicamente ma di dati che caratterizzano il senso di responsabilità, la correttezza del comportamento nelle attività organizzate negli istituti e nelle eventuali attività lavorative e culturali.
In sostanza la condotta che si vuole accertare per l'adozione dei provvedimenti di cui sopra consiste in un chiaro e specifico impegno nell'attività lavorativa, in quella scolastica, in quelle ricreative, culturali, sportive, in un rapporto estremamente partecipativo e collaborante con gli operatori penitenziari e con gli altri detenuti, con i propri familiari, nella consapevolezza che il detenuto deve avere della propria volontà di reinserimento e di risocializzazione, in una volontà di ravvedimento, di sicuro ravvedimento. Ognun vede che la condotta, il comportamento, l'accertamento dei dati non sono semplice opera di raccolta. Ciò implica una molteplicità di attività che l'educatore è chiamato svolgere, attraverso una serie di interventi che vanno dai rapporti diretti e personali col detenuto, in un'opera di sostegno e di aiuto nel superamento delle condizioni ambientali in istituto, ad interventi che favoriscono il " processo maturazione", e che mirano alla conoscenza del soggetto, attraverso una valutazione degli atteggiamenti assunti nei confronti degli altri detenuti, degli agenti e degli operatori penitenziari in genere o appunto attraverso la partecipazione dello stesso ad iniziative di tipo culturale e ricreative, dell'impegno dimostrato durante l'attività lavorativa, scolastica e di formazione professionale.
Da quanto sopra descritto emerge con assoluta chiarezza come l'attività di osservazione, per condurre ad una sufficiente conoscenza del soggetto non può limitarsi ad un unico o a brevi incontri col detenuto, ma debba esplicarsi attraverso una continua interazione nell'ambito delle attività trattamentali che l'istituto può, o meglio dovrebbe, offrire.
Con l'attuale rapporto tra numero di educatori presenti nelle nostri carceri e numero di detenuti,(stando a quanto emerge da uno studio condotto da Carcere Possibile Onlus, ad oggi il rapporto educatore/detenuto è di circa 1 a 1000) non è, ed non sarà , mai possibile una corretta applicazione delle previsioni della legge: attività di osservazione, formulazione di programmi di trattamento, applicazione di questi, valutazione e correzione dei medesimi, raccolta dei dati per l'applicazione delle misure alternative, ecc., rimangono e rimarranno sostanzialmente sulla carta se non si arriva a rapporti numerici meno proibitivi. Pertanto le possibilità che un educatore incontri un carcerato si attestano intorno a meno di una all'anno, tempo evidentemente altamente inadeguato e assurdo per costruire un progetto rieducativo serio e condiviso, così come risulta impossibile che, con tali tempi, gli educatori oggi in servizio abbiano occasioni per seguire tale progetto rieducativo e partecipare ad esso con contributi mirati per renderlo veramente efficace. (Un esempio è fornito dal carcere di Rieti nel quale l'unico educatore realmente in servizio è un Capo area che si reca in struttura una volta alla settimana).
L'impossibilità di tali interventi, generato da una insufficienza numerica di educatori, rende, nella maggior parte dei casi, fallimentare l'esperienza carceraria nella sua componente riprogettuale dell'agito del detenuto e del suo corretto reinserimento nel tessuto sociale, disattendendo, per di più, al volere costituzionale. Il carattere scientifico dell'osservazione e del trattamento richiamato dall'art. 13 dell'Ordinamento Penitenziario, non si vede come potrebbe essere difeso da quell'unico educatore di fronte ad una massa di 1000 detenuti circa.
Di conseguenza, una valutazione e quindi una relazione superficiale, non completa di tutti i suoi dati, inciderà negativamente sulla decisione del magistrato che si vedrà costretto a respingere l'istanza di concessione della misura alternativa.
Occorre quindi aumentare l'organico degli educatori , affinché questi siano messi in grado di effettuare in misura maggiore tutte quelle indagini che servono alla completezza della relazione comportamentale, la cui mancanza o la cui superficialità sono spesso addotte dalla magistratura di sorveglianza quali motivazioni per la mancata concessione delle misure alternative.
Nella situazione penitenziaria odierna,purtroppo, gli educatori (essendo in numero ridotto o addirittura in certi istituti penitenziari assenti), sono assorbiti da un «eccessivo carico di lavoro e da numerosi adempimenti di carattere burocratico, a fronte di una totale carenza di personale tecnico-amministrativo di supporto»
Tutte considerazioni queste, che richiamano il problema dell'organico degli Educatori che rendono sovente inevitabile la mancata organizzazione e realizzazione delle attività di competenza e di quelle collegate alle stesse»
Per tutte le ragioni suesposte,ci auspichiamo e siamo certi che entro il termine per la presentazione degli emendamenti al suddetto DDL,termine previsto per lunedì 10 maggio, alle ore 16, Lei, onorevole, saprà farsi interprete della suddetta problematica attraverso appositi interventi,quali emendamenti ed ordini del giorno che prevedano:
1) un piano straordinario di assunzione di nuove unità di educatori penitenziari da attingersi dagli idonei della vigente graduatoria risultata dal concorso pubblico per esami a 397 posti nel profilo professionale di Educatore, Area C, posizione economica C1, indetto con PDG 21 novembre 2003, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 30 del 16 aprile 2004; affinché anche costoro possano partecipare ai previsti corsi di formazione che il DAP deve attivare per questi operatori prima dell' ingresso nelle carceri a cui sono destinati, onde evitare sprechi di danaro per doverli riattivare in seguito;
2) impegno del governo al reperimento dei fondi necessari anche attraverso il ricorso ai fondi della cassa delle ammende,fondi che dall'attuale capo dap e dal governo sono stati sottratti alla loro finalità rieducativa per essere destinati all'edilizia penitenziaria che è appunto finalità del tutto estranea alla originaria funzione di tale cassa.
Inoltre, avendo appreso che il Presidente del Consiglio dei Ministri ha firmato il decreto che assegna per la prima volta le quote delle risorse sequestrate alla mafia e i proventi derivanti dai beni confiscati al Fondo Unico Giustizia (FUG), nella misura del 50 per cento al Ministero dell'Interno e del 50 per cento al Ministero della Giustizia. Essendo il Fug,- così come ricorda il Viminale - uno degli strumenti messi in campo dal governo con il "pacchetto sicurezza" per contrastare in modo più efficace la criminalità organizzata ed essendo le risorse assegnate non solo al Ministero dell'Interno ma anche al ministero della Giustizia, saranno disponibili per esigenze di "sicurezza" e appunto di "giustizia". Ebbene,qualora il governo non intendesse reperire le somme per l'assunzione degli educatori dal fondo cassa ammende,potrebbe utilizzare proprio le risorse che da adesso sono disponibili presso il ministero della giustizia attraverso quest'ultimo strumento evidenziato,il "Fug".
3) che tutto l'iter per l'assunzione degli educatori al punto 1 venga investito della massima urgenza e celerità;
4) un concreto impegno fin da ora che all'atto della sua scadenza venga prontamente prorogata di almeno un quinquennio la validità della graduatoria di merito del concorso citato al punto 1 - stando agli odierni orientamenti dettati dal Ministro Brunetta e del progetto di legge 2462 presentato il 21 maggio 2009, nonché alle disposizioni in materia di razionalizzazione delle spese pubbliche in vigore- per permetterne un graduale scorrimento parimenti all'avvicendarsi dei fisiologici turnover pensionistici, al fine di evitare l'indizione di nuovi concorsi per il medesimo profilo che comporterebbero inutili oneri pubblici;
5) ed inoltre, poiché è stato approvato dalla Commissione Affari Costituzionali del Senato, un emendamento sul ddl n. 1955, volto alla conversione in Legge del Dl 194-2009, in cui si stabilisce la riduzione del 10% delle dotazioni organiche della PA, che ovviamente andrà ad investire anche la già esigua pianta organica degli educatori, che venga bloccato il processo per la citata riduzione degli organici della P.A.
Firma
Comitato vincitori e idonei concorso educatori
REFERENTE:
avv. Anna Fasulo
via Torrearsa, 67
91027 Paceco (Trapani)
Cell. 349 2640509
e-mail: comitatoeducatori@live.it
http://comitatoconcorsoeducatoridap.blogspot.com
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