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Ru486. Con questa scusa si vuol tornare al reato contro la stirpe? Che si giochi a carte scoperte...
Firenze, 2 Aprile 2010. E' ormai evidente che il fiume di discussione e prese di posizione sulla pillola abortiva Ru486 non e' contro l'introduzione di questo sistema meno intrusivo per interrompere una gravidanza non desiderata, ma solo un pretesto per rispolverare un problema non risolto e che non potra' mai esserlo in modo uniforme nelle coscienze di ognuno: la legalizzazione dell'aborto.
Logica vorrebbe che in una societa' e in uno Stato non confessionale la legge dovrebbe consentire ad ognuno di rispettare il proprio pensiero senza imporlo ad altri. Ma questa logica non appartiene al nostro sistema politico, a partire dall'art.7 della Costituzione che privilegia COSTITUZIONALMENTE il rapporto con la Chiesa vaticana, cioe' non un accordo con una confessione religiosa, ma la presenza in Costituzione... tutt'altra cosa e tutt'altra impostazione rispetto alla liberta' religiosa.
E' cosi' e ne prendiamo atto.
Sulla Ru486 se ne stanno sentendo di tutti i colori, con in testa i "novelli ginecologi" che guidano le Regioni Piemonte e Veneto e che sembra intendano amministrare una questione sanitaria a mo' di questione politica. E che l'obiettivo sia l'aborto in se' e non il metodo farmacologico per provocarlo, e' palese: chi si opporrebbe, con argomentazioni logiche e umane, ad interventi sanitari meno invasivi, meno dolorosi? Nessuno. Ma nel nostro caso i "nessuno" si stanno inventando l'ininventabile pur di non dire che il loro obiettivo e' l'abrogazione del diritto ad abortire.
Una domanda e' dovuta in questo gioco al massacro di istituzioni, logica e buon senso: prima dell'approvazione dell'attuale legge sull'aborto (la 194/78) le interruzioni di gravidanza venivano punite dal codice penale come delitto contro la stirpe, si vuole tornare a questo? Si levino i pretesti e si proceda in questo senso: le maggioranze parlamentari e, caso mai, i referendum abrogativi, ci sono anche per questo. Chi la pensa cosi' faccia la sua mobilitazione contro il diritto ad abortire, chiamando la questione con un preciso nome e cognome, e ci risparmi di continuare ad ascoltare le idiozie -istituzionali e non- di questi giorni; idiozie che pronunciate da importanti rappresentanti istituzionali crediamo abbiano solo un effetto -visto che gli allocchi sono sempre piu' rari: la sfiducia dei cittadini verso le istituzioni e i loro rappresentanti.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
COMUNICATO STAMPA DELL'ADUC
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