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Droga. Studio: divieti e sanzioni legati ad aumento violenza e criminalità
Firenze, 2 Aprile 2010. Il proibizionismo sulle droghe e leggi sempre più severe riducono la violenza? No, anzi la fanno aumentare. Questa la conclusione di uno studio del BC Centre for Excellence in Hiv/Aids in cui si è stata esaminata tutta la letteratura scientifica in inglese sull'argomento.
Contrariamente a quanto spesso si sente dire, scrivono i ricercatori, le leggi proibizioniste sulle droghe non riducono la violenza e il crimine. Anzi, queste leggi sono associate ad un aumento dei livelli di violenza nel mercato nero delle droghe.
"La dilagante violenza legata alla droga in Paesi come il Messico e gli Usa, come anche i livelli di reati commessi con armi da fuoco in Canada, appaiono direttamente imputabili al proibizionismo", spiega uno degli autori della ricerca, il professor Evan Wood. "La proibizione fa aumentare in modo stratosferico il valore economico di queste sostanze, creando di fatto un mercato lucroso sfruttato dal crimine organizzato. Qualsiasi disturbo di questi mercati da parte delle forze dell'ordine e dell'autorità giudiziaria, sembra avere l'effetto perverso di creare opportunità finanziarie per le organizzazioni criminali. Di conseguenza aumenta la violenza".
Lo studio spiega che la proibizione delle droghe ha creato un enorme mercato illegale globale dal valore annuale stimato di 320 miliardi di dollari. La violenza potrebbe in parte attribuirsi anche alla lotta per il potere interna alle organizzazioni criminali ogni volta che un boss viene arrestato. Con i metodi sempre più sofisticati messi in campo dalle forze dell'ordine, scrivono i ricercatori, è probabile un ulteriore aumento della violenza criminale.
Gli studiosi, sulla base dei dati, mettono in guardia su una proposta del Governo canadese di inasprire le sentenze per reati di droga. "In un'era di politiche basate sull'evidenza, è sorprendente che il Governo federale proponga interventi estremamente costosi, come sentenze minime obbligatorie, senza alcuna discussione sui costi o sul possibile impatto sul crimine", spiega Thomas Kerr, l'altro autore dello studio. "Questo studio dimostra molto chiaramente che questi interventi faranno aumentare il carico fiscale sui cittadini senza produrre una riduzione nel crimine. Infatti potrebbero produrre un aumento della violenza nelle nostre comunità".
Qui il rapporto in inglese: http://uhri.cfenet.ubc.ca/images/Documents/violence-eng.pdf
Qui il rapporto in francese: http://uhri.cfenet.ubc.ca/images/Documents/violence-fr.pdf
Pietro Yates Moretti, vicepresidente Aduc
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