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La Repubblica 26 luglio 2011 - Milano
Il futuro della città è anche nei palazzi
LUCA BELTRAMI GADOLA
Colpisce la cronaca milanese della scorsa settimana: tra scandali emergenti e manovre di bilancio con le relative dichiarazioni a raffica di sepolcri imbiancati, non mancano dalla scena, come sempre, l`urbanistica e il settore immobiliare.
Questa volta la palma della lucidità va al presidente di Assoedilizia,l`associazione dei proprietari di case, Achille Colombo Clerici.
E non è la prima volta.
In coda al dibattito sul PGT si è aperta la questione del cosiddetto "rinnovo" della città e riemerge il problema di chi debba da un lato introdurre regole e paletti e chi invece lo voglia libero da ogni vincolo.
Colombo Clerici invoca giustamente prudenza e cautela nel consentire demolizioni totali e ricostruzioni ex novo, oggi possibili dopo la conversione in legge, il 9 luglio scorso, del decreto Sviluppo: un nuovo schiaffo a un minimo di tutela del territorio.
Tra l`altro modifica i termini del silenzio assenso per le dichiarazioni d`inizio attività portandoli da 60 a 30 giorni e introduce il silenzio assenso per il permesso di costruire: un silenzio di devoti al massacro territoriale.
Nel sollecitare questa prudenza Colombo Clerici introduce un argomento nuovo ma essenziale: il rispetto e l`attenzione per chi queste nuove costruzioni se le trovi attorno.
Sembra voglia dargli manforte l`architetto Giuseppe Marinoni, membro dellacommissione Paesaggio presieduta da Pierluigi Nicolin, dichiarando in contemporanea che i progetti di qualità che passano attraverso il vaglio di questa commissione sono solo il 2%.
Nella vicina Svizzera i regolamenti comunali nel caso di trasformazioni urbane - dal cambiamento del colore di una facciata alla nuova costruzione - prevedono che siano avvertiti i confinanti e i frontisti dando loro la facoltà di opporsi, suffragando la loro opposizione anche con argomenti puramente estetici.
Certo introdurre una norma simile da noi, paese di opportunisti litigiosi, sarebbe folliama la commissione Paesaggio, se non vuol venir meno al suo mandato, avrà in futuro il suo bel daffare.
Quello che stupisce, come sempre, sono gli immobiliaristi plaudenti al decreto, ai quali dovrebbe essere richiesto un esame in sociologia urbana come ingrediente del loro mestiere per riuscire a capire meglio il mercato e dunque risparmiare alla città edifici vuoti inutilizzati ma ingombranti.
Alberto Contri, presidente di Lombardia Film Commission - una fondazione creata per promuovere il territorio lombardo come set cinematografico - in una recente chiacchierata mi raccontava dell`interesse di registi e scenografi per Milano e per siti come l`Isola.
La vita non è un set cinematograficoalla Truman show, eppure la conservazione dei luoghi urbani frutto di stratificazionisociali ma anche edilizie, se pure di scarso valore architettonico in senso stretto, sono unpatrimonio che fa anche mercato: il mercato come figlio del genius loci.
Speriamo che se ne accorgano gli operatori, ma se non è così e le proposte d`intervento sono come quello che normalmente abbiamo visto, sarà arduo ma inevitabile compito della commissione Paesaggio porre dei limiti.
Resta aperto il problema degli orientamenti della commissione Paesaggio: argomento spinoso per la nuova Giunta, certo non il più urgente ma indispensabile.
Il futuro di Milano passa anche di lì.
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