Come prevenire i suicidi dei detenuti se non vi sono,o sono insufficienti, le figure preposte ai colloqui con essi,ossia gli educatori?
GIUSTIZIA
Interrogazione a risposta in Commissione:
TIDEI, CAPODICASA e CARELLA.
- Al Ministro della giustizia.
- Per sapere
- premesso che:
un altro detenuto, il cinquantaquattresimo dall'inizio del solo 2010 secondo i dati dell'osservatorio sulle morti in carcere, Daniele Bellante, siciliano di trentun'anni, si è tolto la vita in un carcere italiano, in questo caso nell'istituto romano di Rebibbia;
siamo in presenza di una orribile «lista» che necessita, purtroppo, di continui aggiornamenti;
erano passati, infatti pochissimi giorni dall'ultimo suicidio avvenuto in un istituto di pena, quello di Daniele Cardarelli, 39 anni, di Roma, nell'ormai tristemente noto carcere di Sulmona, lo scorso 9 aprile;
proprio nel carcere di Sulmona, in dieci anni, si sono infatti contati tredici morti, dei quali 11 suicidi, oltre a svariati tentativi di suicidio: con dati di questo tenore questo istituto penitenziario si pone di nuovo al centro delle polemiche sulla situazione complessiva degli istituti di pena italiani;
la situazione nelle nostre carceri, come moltissime volte, purtroppo senza risultati, denunciato dagli interroganti, sta assumendo il carattere e i contorni di un'autentica tragedia, che rischia di travolgere l'intero sistema penitenziario italiano;
il numero dei detenuti ha raggiunto la cifra record di 67.000 a fronte di una capienza massima di 44.000 persone, con le conseguenza per i detenuti, per gli operatori del settore e per la stessa sicurezza del nostro Paese che abbiamo tutti sotto gli occhi;
le soluzione fino ad ora prospettate dal Governo, come ad esempio l'oramai quasi fantomatico «Piano carceri», si sono rivelate del tutto insufficienti: infatti, se da una parte è vero che vi è la necessità di affrontare l'emergenza carceri in maniera veloce ed efficiente, è altrettanto vero che il reale problema dell'emergenza carceri non riguarda soltanto l'edilizia carceraria: esso riguarda, come abbiamo già più volte detto, le gravissime carenze negli organici (ad esempio, a fronte della mancanza di circa seimila agenti penitenziari se ne assumeranno a stento duecento per tutto il territorio nazionale, per non parlare della situazione degli educatori penitenziari), dei drammatici tagli alle risorse e del complesso ma cruciale tema della sanità penitenziaria;
siamo di fronte ad un'emergenza carceri fatta di un esorbitante sovraffollamento, di fatiscenza ed inadeguatezza delle strutture, di ormai cronica e crescente carenza di risorse economiche ed umane, tutti elementi, questi che rendono, di fatto, impossibile il sostegno e l'assistenza ai detenuti e l'attuazione del principio costituzionale del recupero del reo -:
se il Governo non ritenga di dovere, con urgenza, predisporre tutte le misure necessarie atte ad impedire questa strage silenziosa ma in costante aumento, che si verifica all'interno dei nostri istituti di pena, facendosene seriamente carico senza alcuna demagogia, e dimostrando responsabilità e impegno al fine anche di evitare qualunque violazione dei diritti umani e della dignità del cittadino.
(5-02782)
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