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mercoledì 30 maggio 2012

I richiami vivi entrano al Parlamento Europeo




Comunicato stampa 30 maggio 2012

 

I richiami vivi entrano al Parlamento Europeo

 

Per la prima volta nella storia del Parlamento europeo si parla del benessere dei richiami vivi, usati nella caccia, grazie all'approvazione di un emendamento presentato da Andrea Zanoni (Eurodeputato IdV) alla relazione sulla "Strategia dell'Unione europea per la protezione e il benessere degli animali 2012-2015". Zanoni: "Bisogna porre fine all'uso barbaro, incivile e ormai inaccettabile dei richiami vivi nella caccia da appostamento ai piccoli uccelli migratori"

 

Oggi la Commissione ENVI - Ambiente, Salute pubblica e sicurezza alimentare ha approvato, con 33 voti a favore, 16 contrari e 11 astenuti, una relazione che chiede alla Commissione europea di rafforzare la strategia Ue per la protezione e il benessere degli animali 2012-2015.

Durante la votazione sono stati approvati gli emendamenti proposti da Andrea Zanoni, Eurodeputato IdV e vice presidente dell'intergruppo Benessere degli animali al Parlamento europeo, uno dei quali, il 49, prevede che "la legge quadro europea sul benessere degli animali debba includere misure volte a risolvere il problema del possesso di uccelli selvatici, catturati o allevati, utilizzati come richiami vivi nella caccia di uccelli migratori, in condizioni incompatibili con la loro natura".

Prima d'ora al Parlamento Europeo non si era mai parlato di richiami vivi i quali erano praticamente inesistenti per le norme di tutela degli animali.

I richiami vivi sono gli uccelli utilizzati nella caccia ai piccoli uccelli migratori canori in particolare nelle regioni del Veneto e Lombardia. Provengono da catture effettuate con le reti da uccellagione in deroga alla direttiva Uccelli 147/2009/UE che le vieta tassativamente. Di norma sono di sesso maschile e appartengono alle specie: Allodola, Tordo bottaccio, Tordo sassello, Cesena, Merlo ma anche Fringuello, Peppola, Pispola e Prispolone (VIDEO).

Un uccello da richiamo per essere utilizzato deve poter emettere il canto nuziale che in natura viene emesso in primavera. La caccia agli uccelli migratori viene pero' esercitata in autunno quando questi uccelli non cantano pertanto vengono sottoposti ad un trattamento artificiale che ne stravolge il proprio ciclo biologico al fine di farli cantare in un periodo innaturale, ovvero in autunno. Il trattamento consiste nel simulare l'inverno, cioè la stagione che precede la primavera. Questi poveri animali sono detenuti in primavera e in estate in locali quasi bui, con pochissimo cibo; gli vengono strappate alcune penne delle ali, del corpo e della coda per indurre il cambio di piumaggio artificiale, ovvero la muta. Questo trattamento ha come risultato lo sconvolgimento del ciclo biologico con il risultato che canteranno in autunno - inverno.

I cacciatori detengono questi animali in piccole gabbie, i contenitori di acqua e cibo sono interni alla gabbia e perciò questi animali possono defecare sull'acqua e sul cibo con problemi igienici rilevantissimi. Le gabbie hanno i contenitori di cibo e acqua interni per evitare sporgenze esterne consentendo ai cacciatori di trasportare decine di gabbie nel bagagliaio delle loro auto. Dopo qualche anno gli animali perdono molto del loro piumaggio, si atrofizzano le ali, si creano vari tipi di lesioni.

La mortalità è altissima perciò ogni anno, sempre in violazione della Direttiva Uccelli (c'è un caso EU PILOT di infrazione aperto presso la Commissione Europea), vengono catturate migliaia di questi animali per sostituire quelli che muoiono.

Andrea Zanoni, Eurodeputato IdV e vice presidente dell'intergruppo Benessere degli animali al Parlamento europeo ha così commentato la votazione di oggi: "Bisogna porre fine all'uso barbaro, incivile e ormai inaccettabile dei richiami vivi nella caccia da appostamento ai piccoli uccelli migratori. Sono contento che il mio emendamento sia passato a larga maggioranza, ho dovuto faticare un po' per far capire ai miei colleghi della commissione di che cosa si trattava perché a quanto pare nel resto d'Europa questa nefandezza è sconosciuta e l'Italia e' l'ultimo dei paesi UE che fa una di questa barbara pratica. Ora seguirò l'iter di questa relazione che dovrà essere votata dalla Commissione AGRI - Agricoltura e in seguito dal Parlamento Europeo".

 

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