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Tasse e rendite finanziarie
Roma, 13 Giugno 2011. Ci risiamo. Si parla di tassare le "rendite" finanziarie. L'argomento interessava il precedente e l'attuale governo.
Attualmente esistono due aliquote, una al 12,5% per le "rendite" da capitale, (interessi, dividendi, e plusvalenze da titoli obbligazionari e azionari) e una al 27% per i depositi bancari, conti corrente e certificati. La differente tassazione ripropone lo strabismo dei vari governi sulla tassazione. Per costoro le "rendite" da depositi bancari sono diverse da quelle provenienti da investimenti azionari, che infatti vengono tassati in modo differente. Dove e' la differenza? I depositi vengono utilizzati dalle banche per i loro affari, cosi' come le azioni in borsa supportano le imprese nelle loro attivita', entrambe generano iniziative di vario tipo, industriali, artigianali, ecc. Non si capisce, inoltre, perche' si continui a parlare di "rendite" con una riflesso negativo, quasi si trattasse di parassitismo. Ognuno del proprio denaro fa cio' che vuole e se ne ricava dei redditi perche' dovrebbe essere considerato uno sterile parassita? Livellare su una unica percentuale i gu
adagni
da capitale e da depositi significa incrementare le entrate di circa 5 miliardi di euro. Insomma e' una operazione di "copertura" delle necessita' del bilancio statale che viene giustificata con la tassazione sulle "rendite" finanziarie. Sarebbe opportuno evitare i buonismi di turno.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc
COMUNICATO STAMPA DELL'ADUC
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