Vorrei innanzitutto osservare come la storia del rapporto, nella realtà comasca, tra proprietà privata immobiliare e società, città, possa considerarsi un modello emblematico della valenza sociale e politica dell'intervento dei risparmiatori dell'edilizia nel processo di formazione della città, quale si è sviluppato nel nostro Paese.
I proprietari, i risparmiatori edilizi, che non rappresentano di certo un gruppo, una classe, un ceto sociale, ma costituiscono una parte, una categoria economico-sociale trasversale alla società stessa (composta da professionisti, commercianti, imprenditori, industriali, artigiani, funzionari) seguono, assecondano, favoriscono ed orientano i processi urbani, di sviluppo e di trasformazione, in quanto concorrono in modo rilevante alla formazione della cultura dominante dell'epoca ed a determinare i caratteri della città.
Ma di certo, la loro funzione sociale non si limita a questo aspetto.
I proprietari ed i risparmiatori del settore edilizio, con i loro investimenti, hanno permesso il formarsi della città ed il costituirsi di quel mix funzionale che, ancor oggi, è il fiore all'occhiello delle nostre città italiane.
Senza il volano della locazione per l'abitazione e per le botteghe commerciali, artigianali e spesse volte per molti edifici industriali, come avremmo potuto fronteggiare le emergenze abitativo/funzionali cittadine, createsi nei due Dopoguerra, e come avremmo potuto permettere, nel nostro paese, quei processi di inurbamento che hanno condotto, attraverso enormi migrazioni, a cambiare il volto delle nostre antiche città?
Ho raccolto, nel corso di un convegno, tenutosi tempo addietro qui a Como sui temi dell'urbanistica, una definizione dell'arch. Chiara Rostagno che parlava di Como, come della città "crocicchio".
Un nodo di interscambio, non solo sul piano economico-commerciale, ma soprattutto sul piano culturale.
In questo contesto ideale, Como offre un modello esemplare, paradigmatico del ruolo della nostra categoria nello sviluppo sociale, culturale, urbanistico della citta' .
Ma la categoria ha inoltre assolto ad un altro compito sul piano sociale, in particolare in campo ambientale, soprattutto in questo momento storico.
La casa, l'immobile, infatti, restano uno dei pochi fattori territorializzanti nella vita moderna: in altri termini producono un radicamento terraneo ( per usare una definizione di Massimo Cacciari) cioè un attaccamento al territorio.
L'interesse dei cittadini alla casa ed alla prosperità del territorio in un'epoca in cui stiamo assistendo a tutta una serie di fenomeni deterritorializzanti (quali i processi di ristrutturazione – di innovazione tecnologica – di terziarizzazione – di finanziarizzazione – di internazionalizzazione) e di delocalizzazione di attività e funzioni con abbandono del territorio; l'interesse dei cittadini per la casa,dicevo, come abitazione e come bene in cui e' collocato il risparmio, continua a mantenere la sua funzione di presidio del territorio e di fattore di tutela ambientale.
Nella storia ed ancor oggi il mondo della Proprietà Edilizia ha espressi, interpretati e rappresentati ideali di democrazia, di impegno sociale, di libertà.
Ed oggi, nel centocinquantenario della unificazione del nostro Paese, vorrei ricordare la funzione sociale, economica, culturale, svolta storicamente dalla proprietà edilizia (consolidatasi proprio grazie alla cultura dell'Italia post-unitaria) una funzione che dev'essere, oggi piu' che mai, idealmente acquisita e politicamente difesa.
Sent from my BlackBerry® wireless device
Nessun commento:
Posta un commento