KEY ENERGY 2009: NUCLEARE SÌ, NUCLEARE NO.
CI SALVERÀ DALL'IMPORT DI GAS
O NON SI FARÀ MAI PERCHÉ ANTI-ECONOMICO?
Rimini, 28 ottobre 2009 - Il nucleare fa discutere: ci farà risparmiare l'importazione di 9 miliardi di metri cubi di gas, come sostiene l'economista Edgardo Curcio, oppure non si farà mai perché clamorosamente anti-economico, come prevede Gianni Silvestrini, direttore scientifico di QualEnergia? L'energia dell'atomo è subito al centro dell'arena alla terza edizione di KEY ENERGY, la fiera internazionale per l'energia e la mobilità sostenibile, il clima e le risorse per un nuovo sviluppo. Il salone, inaugurato oggi a Rimini Fiera, si concluderà sabato 31 ottobre.
"Anche dopo l'approvazione della legge che gli riapre le porte, il ritorno del nucleare in Italia continua a non convincermi - dice Silvestrini accendendo il dibattito del convegno "C'è un futuro per il nucleare in Italia?" che si è svolto oggi alla Sala Neri della Fiera, moderato da Antonio Cianciullo, giornalista di Repubblica - E aspettiamo di valutare le opposizioni locali dopo la scelta dei siti che il Governo non comunicherà prima delle prossime elezioni regionali".
Il futuro delle quattro centrali atomiche con tecnologia Epr di terza generazione è incerto anche per il professor Massimo Scalia, noto ambientalista: "Il nucleare italiano è in mano pubblica - ha detto al convegno - O sarà sostenuto con incentivi statali sul modello dei Cip6 oppure non ha le basi economiche per partire. Tra l'altro - ha aggiunto - quella nucleare è un'industria in grave recessione in tutto il mondo: valga per tutti l'esempio della Finlandia, dove la costruzione del reattore di terza generazione di Olkiuoto è in grave ritardo e ha già prodotto costi non previsti per un miliardo e mezzo di euro".
Una voce nuclearista è invece quella del presidente dell'Associazione italiana economisti dell'energia, Edgardo Curcio: "Non so se il progetto delle nuove centrali andrà in porto - ha spiegato alla platea - Molto dipenderà dalle opposizioni e dalle problematiche che emergeranno nei territori scelti: la realizzazione non si può fare manu militari. Ma è certo che, conti alla mano, il nucleare potrebbe tagliare diversi milioni di tonnellate di CO2, secondo gli scenari, ed è economico - ha concluso - già con il petrolio a 70 dollari al barile".
Ma quali sono i costi e i benefici della scelta nucleare italiana? Si tratta di una scelta sostenibile? L'Enel parla di 16-18 miliardi di euro per le prime quattro centrali di potenza unitaria da 1,66 GW. "Un dato sottostimato", secondo Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente. Che sottolinea: "La tecnologia nucleare produrrà meno occupazione rispetto a quella che, nonostante la difficile congiuntura economica, stanno già offrendo le energie rinnovabili".
"Dal punto di vista economico il progetto del Governo italiano può reggere a patto che ci credano gli investitori - interviene Alessandro Clerici, presidente onorario Wec Italia e presidente Fast - Da Confindustria stiamo facendo proposte affinché l'80% dei contenuti delle centrali sia dato da sistemi italiani. Ma sinora - conclude Clerici - il processo del ritorno al nucleare non è stato abbastanza trasparente: chi investirà vorrà di certo il coinvolgimento di tutti gli stakeholder e perfino dell'opposizione, soprattutto ora che si tratta di scegliere i siti".
Il programma completo dei seminari e dei convegni è disponibile in formato Pdf sul sito www.keyenergy.it
COLPO D'OCCHIO SU KEY ENERGY 2009
Qualifica: Fiera internazionale; periodicità: annuale; edizione: 3a; ingresso: operatori; biglietti: intero 15 euro; abbonamento intero per 2 giornate: 25 euro; ingresso convegni: supplemento 10 euro al giorno; orari: 9-18, ultimo giorno 9-17; sito web: www.keyenergy.it