Con un risparmio del 30% sulla bolletta, una migliore qualità della vita e dell'ambiente, la richiesta di stufe a pellet nel 2025 crescerà vertiginosamente.
Si stima che nel 2025 la richiesta di stufe a pellet crescerà vertiginosamente e che il consumo di pellet supererà i 50 milioni di tonnellate: raddoppierà, quindi, rispetto ad oggi.
Cercheremo di spiegare in breve perché.
Un risparmio del 30%
Lo scorso mese, i consigli di Legambiente in merito alla questione del riscaldamento ecosostenibile sono stati chiari: ridurre gli sprechi pensando alla tecnologia ecologica in grado di sfruttare fonti di riscaldamento rinnovabili anziché fossili.
Lo stesso Pio Acito, attivista storico e vice-presidente regionale (Basilicata) di Legambiente ha definito le stufe a pellet tra quelle più ecologiche e rispettose dell'ambiente perché meno inquinanti ed in quanto escludono il rischio di deforestazione, visto che bruciano scarti di legno.
Insomma, meno danni alla Terra (bruciano legno naturale senza ricorrere a solventi, additivi fossili o chimici) con tanto di risparmio.
Quanto si risparmia? Risponde lo stesso Acito: "Trovo un risparmio sulla bolletta del gas di circa il 30%".
La combustione di legna: 4 milioni di morti ogni anno
Nonostante la sempre maggiore richiesta di stufe a pellet, secondo un report dell'IEA, il 38% della popolazione mondiale sfrutta ancora i metodi di combustione tradizionale ed è la combustione di legna per il riscaldamento domestico il fattore più inquinante e dannoso per la salute per il quale annualmente muoiono 4 milioni di persone nel mondo.
Una cifra allarmante che colloca il problema riscaldamento al di sopra dell'inquinamento atmosferico o della potabilità dell'acqua, secondo il prof. Kirk Smith (Università della California).
Le stufe a legna, in Paesi dove quelle al pellet non vengono ancora impiegate, fanno ammalare ed uccidono alla stregua del vivere in città come New Delhi o Pechino o come se si fumassero simultaneamente 400 sigarette. Si aggiunga il problema della deforestazione ed erosione del suolo provocati dall'utilizzo delle stufe a legna, oggi più che mai nemiche del nostro pianeta.
Le stesse ceneri prodotte dalla stufa a pellet vengono smaltite nel modo più intelligente ed ecologico che esiste: come fertilizzante per piante e fiori, senza doverle eliminare nei rifiuti.
Il pellet più ecosostenibile del gas naturale
Le stufe a pellet producono una combustione che rispetta l'ambiente più di qualsiasi combustibile fossile, compresi quelli gassosi. Il pellet è più ecosostenibile del gas naturale o del GPL perché meno tossico per la salute.
I composti più temuti, durante la combustione domestica del legno tradizionale, sono gli Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA), tra cui il Benzo(a)pirene, il peggiore.
La combustione prodotta dalle stufe a pellet presenta un fattore di emissione di particolato (PM) più basso, quasi privo di composti carboniosi organici con un'emissione di Benzo(a)pirene 300 volte inferiore con conseguente effetto di tossicità sulla salute trascurabile e non significativa rispetto alla combustione classica del legno.
L'emissione di polveri risulta inferiore di oltre il 90% rispetto alla combustione tradizionale.
La notizia più sorprendente proviene da recenti studi che hanno dimostrato questo: l'effetto 'climalterante' del gas naturale risulta superiore a quello del gasolio e del carbone, specie quando viene sfruttato per il riscaldamento domestico e commerciale.
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