«Non potevo credere ai miei occhi, Giacomo Tranchida si è fatto pagare le spese legali dai cittadini e magari, come al solito, dirà che non è vero anche se ci sono i documenti che lo attestano. Una vergogna. I cittadini devono saperlo». Commenta così Ignazio Grimaldi, candidato sindaco al comune di Erice, la notizia pubblicata sul sito idvtrapani.it. (con tanto di documento) dove si esortano i cittadini a:
« valutare l'operato, secondo noi illegittimo ed immorale, del sindaco Tranchida e del consigliere Mazziotta, a seguito di uno scambio di querele per diffamazione e calunnie intercorse tra i due per fatti tra il 2007 ed il 2008. Anche se la diatriba si sia svolta più tramite comunicati stampa e relative accuse elencate nelle querele che "dentro il palazzo" e nell'esercizio delle proprie funzioni, i due protagonisti della vicenda hanno pensato bene di accollare le spese legali sostenute alle casse del Comune di Erice, in barba all'art. 1720, comma 2, del Codice Civile, ripreso dalla Cassazione Civile, Sez. I, con sentenza n° 10052 del 16 Aprile 2008 che così recita:
"All'amministratore di un ente locale (nella fattispecie, un consigliere comunale) che non sia dipendente dell'ente, il quale abbia subito un procedimento penale per fatti connessi allo svolgimento delle sue funzioni, non compete il rimborso, a carico dell'ente di appartenenza, delle spese legali sostenute per la difesa.... omissis.... riconosce al mandatario il diritto al risarcimento dei danni nelle sole ipotesi in cui essi siano stati subiti a causa, e non semplicemente in occasione, dell'incarico.... omissis....".
Tranchida e Mazzotta per ottenere tale rimborso (Determinazione Resp. Servizio n° 262/08, Reg. Gen. Prop. Determin. n° 1484 del 3010/2008 e Determinazione Dirigenziale n° 866 del 9/06/2010), nelle loro istanze, hanno invocato, tra l'altro – si legge ancora sul sito-:
- l'art. 28 del CCNL EE.LL del 14/09/2000, che tratta il diritto all'assistenza ed al rimborso delle spese legali a favore del dipendente dell'Ente pubblico a cui appartiene per fatti o atti connessi direttamente all'espletamento del servizio e all'adempimento dei compiti d'ufficio (vedi i marò italiani in carcere indiano, per esempio);
- l'ordinanza di archiviazione, pronunciata dal Tribunale di Trapani, esclude il nesso di causalità tra azione ed evento;
- un "rapporto di immedesimazione organica" (!) che lega l'amministratore all'ente locale.
Una diatriba, costata dunque ai cittadini ericini per Giacomo Tranchida Euro 3.918,94, mentre per il consigliere Mazziotta Euro 1.122,44.
«Che bel modo di non mettere le mani nel portafoglio degli ericini. - ha continuato Grimaldi- Gestire un Comune non vuol dire gestire i soldi dei cittadini per pagarsi le parcelle dell'avvocato. Un sindaco della legalità e della trasparenza, questo, dovrebbe saperlo, o per lo meno ricordarsi che la verità, prima o poi, viene a galla».
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