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venerdì 25 novembre 2011

FERRAIOLI(IDD): QUELLO CHE VORREI: UTOPIA, FANTASIA, FANTAECONOMIA?

 FERRAIOLI(IDD): QUELLO CHE VORREI: UTOPIA, FANTASIA, FANTAECONOMIA?

Dall'insediamento del Governo Monti si discute degli interventi a favore del risanamento dell'economia del nostro traballante Paese, vessato e sull'orlo del fallimento da decenni di privilegi e da un'evasione fiscale talmente invasiva da diventare quasi incurabile. E' chiaro che le cure sono spesso pesanti e non viste di buon occhio da chi gode ancora di privilegi ma del resto come si dice " il medico pietoso fa la piaga puzzolente" ed allora gli interventi non dovrebbero guardare più al grado di soddisfazione di una o l'altra parte sociale ma essere orientati a riportare equità e senso dello Stato nel Paese. Quando sento parlare di pensioni , dell'impossibilità di levare i diritti acquisiti sorrido e penso che il sistema pensionistico in un paese civile non dovrebbe essere erogato neanche con il sistema contributivo ma dovrebbe tenere conto di ben altri fattori quali la solidarietà sociale ed essere determinante in termini economici sul cosiddetto "Walfare". Allora ben venga la possibilità per chiunque di incassare stipendi e premi anche a 6 zeri ed avere liquidazioni milionarie ma la pensione dovrebbe essere uguale per tutti ed una cifra equa si aggira intorno ad €.1000,00 mensili ed in caso di nucleo familiare (marito e moglie) complessivamente di €.1800,00. Ciò scatenerebbe le ire di tanti privilegiati, non solo politici, tanti che godono di pensioni sopra la media ma consentirebbe di riportare equità fra tutti i cittadini senza dover osservare differenze macroscopiche e destabilizzanti per il sistema sociale ed in più consentirebbe di investire la differenza nel sociale, consentendo di avere un sistema di prevenzione sanitaria all'avanguardia, la costruzione di case di riposo per gli anziani, la possibilità di investire nell'edilizia popolare, insomma una gestione di risorse che se da una parte leva a qualcuno dall'altra concederebbe a tutti una qualità della vita migliore.

In paesi come l'Olanda ci meravigliamo quando riscontriamo che famiglie di operai vanno due volte all'anno in vacanze ed in alcuni casi all'estero ma queste famiglie non sono afflitte, nella stragrande maggioranza, dal problema abitativo, non sono stressate dal problema nella gestione di anziani in case di riposo carissime e godono di un sistema sanitario e di prevenzione anche nelle costosissime cure odontoiatriche all'avanguardia. Per le pensioni credo questo "piccolo aggiustamento" mai effettuato anche per motivi elettorali consentirebbe di risanare e ridare equità al sistema. Certamente gli scontenti inizialmente sarebbero molti ma anche le persone soddisfatte che oggi vivono con pochi spiccioli e nel tempo comunque tutti potrebbero godere di un sistema all'interno del quale ritroverebbero i sacrifici di tutti. Proposta impopolare, forse giudicata folle ma un Paese allo sbando ha bisogno di cure per cavalli e non di placebi sperando nel miracolo. Altro intervento la tassazione sugli immobili, nessuna preclusione sull'I.C.I sulla prima casa ma con una fascia di esenzione che dovrebbe tenere conto di una fascia economica di sopravvivenza a seconda della composizione del nucleo familiare. Per le altre, sicuramente una rivalutazione degli immobili consentirebbe di avere una corretta determinazione del patrimonio personale di tanti italiani e poter determinare una tassazione umana sugli stessi. Del resto chi più ha più dovrebbe dare e spesso le rendite catastali falsificano tali patrimoni non essendo da anni corrispondenti al vero. Il periodo degli anni 60,70 e 80 in cui l'evasione fiscale era tollerata perchè appariva, in maniera errata, come una ricchezza che produceva investimenti nel Paese è per fortuna finito e tutti devono riconsiderare il prelievo fiscale come un mezzo per consentire a tutti di vivere meglio e secondo equità. A tal proposito anche l'imposizione fiscale, per essere equa, dovrebbe tenere conto della composizione del nucleo familiare ed essere determinata con quote di esenzione a secondo della stessa composizione e di una soglia che definirei di   "sopravvivenza" sotto la quale non dovrebbe essere  possibile essere sottoposti ad ulteriore pressione fiscale. Inoltre, la possibilità di aumentare la detraibilità di numerose spese familiari consentirebbe di avere una corretta valutazione di alcuni settori oggi ancora sottoposti ad una cortina di nebbia che li avvolge e consente loro di evadere il fisco con estrema traquillità trovando correità anche negli utilizzatori. Tutte idee che vanno a toccare non tanto le tasche degli Italiani ma un sistema di educazione sociale al quale siamo tutti a parole sensibili ma ci ritrova distanti quando a pagare dobbiamo essere noi in prima persona. Naturalmente il frutto di tali manovre consentirebbe investimenti massici nel riordinare il Paese e proiettarlo anche in senso energetico verso un sistema maggiormente rispettoso dell'ambiente. 

Per concludere penso che l'aspetto contributivo dovrebbe essere sempre proporzionale al reddito ma le pensioni uguali per tutti. Ovviamente ciò genererebbe una liquidità da riversare nella prevenzione sanitaria, nella costruzione e gestione di case di riposo, nell'edilizia popolare ed altro. Un esempio: oggi se devi lasciare un anziano di famiglia in una casa di riposo, i figli si dissanguano e spesso devono vendere la casa di famiglia per poter pagare la retta esagerata; in questo caso solo un piccolo contributo levato dalla pensione dell'anziano sarebbe sufficiente e non graverebbe sul bilancio degli altri familiari. Gli esempi sono innumerevoli e la qualità della vita crescerebbe per tutti. Del resto lo Stato va reinterpretato nella forma della solidarietà e non del "mangio solo io" o del "quando ho mangiato io hanno mangiato tutti".Troppo facile lamentarsi per la carenza di servizi, per una sanità distante dai cittadini e per le problematiche quotidiane da affrontare. lo stato sociale andrebbe rivisto nella sua interezza.Forse Utopico, sì se non si cambia mentalità e non si incomincia a ricordarsi, non solo in maniera strumentale, dei milioni di disoccupati  e dei milioni di pensionati da "fame" che prima o dopo ritorneranno a far sentire la loro voce con forza.

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