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IL DEGRADO CIVILE E CULTURALE FAVORISCE IL DIFFONDERSI DELLA MAFIA
La ricca Lombardia cantiere del fenomeno. Colombo Clerici: "Siamo come la rana nella pentola riscaldata a fuoco lento: se non ci accorgiamo in tempo moriremo bolliti"
Benito Sicchiero
Non illudiamoci: i sempre più numerosi arresti di mafiosi ad opera di magistrati e di forze dell'ordine non vogliono dire che la mafia sia alla fine. Anzi. Vuol dire che è sempre più diffusa anche in territori, come la Lombardia, che fino a non molti anni fa sembravano immune da un fenomeno circoscritto alle regioni del Sud.
La mafia cresce grazie alla sempre più diffusa illegalità,alla sottocultura, agli affari ed alla finanza senza etica, all' assenza di informazione, all'egoismo.
Per combatterla efficacemente occorre un profondo cambiamento culturale, di durata generazionale, che si può avviare dalle scuole.
E proprio una scuola, il Liceo G. Galilei di Legnano dà l'esempio con l'iniziativa "Vedo, sento … parlo?".
Avviata da un prete – caso forse unico in Lombardia – monsignor Carlo Galli, parroco di San Magno e decano delle parrocchie legnanesi che i mafiosi calabresi, i Mammoliti, li ha avuti quali vicini di casa quando era a Baggio, quartiere della periferia milanese.
Tre serate – due delle quali già svolte, l'ultima è fissata il 28 marzo prossimo – con l'auditorium strapieno: 3-400 persone che equivalgono, rapportando il numero degli abitanti, a 8-10.000 presenze in una città come Milano.
Dopo il saluto dell'amministrazione comunale portato dal vicesindaco Gianbattista Fratus, si sono alternati Achille Colombo Clerici, presidente di Assoedilizia e di Federlombarda; Nando Dalla Chiesa, professore di sociologia della criminalità organizzata all'Università Statale di Milano e autore di "La convergenza tra mafia e politica";
Modesto Verderio, esponente della Lega Nord, moderati dal giornalista Francesco Chiavarini.
Il sindacalista Alessandro De Lisi ha annunciato l'iniziativa San Francesco, primo centro antimafia europeo che inizierà in maggio l'attività in una villa di Cermenate confiscata alla mafia.
Colombo Clerici ha espresso il timore che nella coscienza civile del Paese si stia affievolendo il senso di legalita': un fenomeno che trae origine, sia dall'evasione fiscale, sia dal lassismo delle pubbliche amministrazioni, sia dall'inerzia della burocrazia che si limita ad applicare leggi e normative anche se palesemente inadeguate, senza denunciarne l'inadeguatezza.
Tutto ciò porta il cittadino a convivere con l'illegalità: "Siamo come la rana - e' l'apologo di moda - che viene messa in una pentola d'acqua fredda sotto la quale viene acceso un fuoco: non avvertirà l'acqua che si riscalda e morirà bollita".
Per evitare che questo avvenga non è sufficiente tagliare i tentacoli della mafia sul territorio: occorre colpire i cervelli.
Il governatore della Banca d'Italia Draghi ha affermato che il collocamento dei capitali illeciti delle mafie e' favorito dal fenomeno della globalizzazione dell'economia e della finanza.
Per arrivarci, concorda Nando Dalla Chiesa, bisogna togliere l'acqua nella quale gli squali nuotano cominciando con il mutare la mentalità della gente, dei giovani innanzitutto, gli elettori di domani: "La mafia è il principale nemico della democrazia e tradisce la Patria. Il politico che per non nuocere al proprio partito la subisce quando non l'appoggia ne è complice.
L'egoismo di chi si limita a fare gli affari propri, o del proprio gruppo, produce omertà; la solidarietà è nemica dell'omertà".
Verderio ha testimoniato la denuncia da lui fatta quale pubblico amministratore che nel 2009 ha portato all'arresto di una quarantina di appartenenti alla 'ndrangheta.
Alla tre giorni legnanese sono intervenuti o interverranno
Mario Portanova, giornalista autore di "Mafia a Milano";
Fabio Bernardi, capo della Squadra Mobile di Bologna;
don Luigi Ciotti, presidente di Libera;
Alberto Nobili, procuratore aggiunto del Tribunale di Milano.
Moderatori i giornalisti Andrea Accorsi e Saverio Clementi.
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