ARTEFIERA IN SATURA
Dopo la positiva esperienza di ArteFiera 2011, l'Associazione Culturale Satura ha deciso di rinnovare l'occasione per mettere in mostra, nei suggestivi spazi espositivi di Palazzo Stella, alcuni tra i suoi artisti migliori.
L'evento è un ulteriore conferma della fervente attività di promozione dell'arte da parte di Satura che continua sulla strada della commistione tra artisti affermati come Aurelio Caminati, Martino Oberto e Gigi Degli Abati e giovani promettenti con il talento necessario per affermarsi, come Tommaso Arscone ed Alessandro Tambresoni.
La proposta artistica sarà dunque molto varia, permettendo quindi l'osservazione e l'analisi di più tecniche di creazione e un pregevole confronto visivo oltre che contenutistico tra differenti artisti e tra quest'ultimi e il pubblico, fruitore fondamentale del messaggio veicolato dalle loro opere.
Scopo ultimo è quindi quello di dare maggiormente "voce" a chi investe tempo e passione nell'operare artistico in un particolare momento storico che non riconosce la giusta importanza a chi crea arte.
Gli Artisti presenti:
Rosario Abate, Mario Bardelli, Tiziana Benvenuto, Virginia Cafiero, Roberto Rodolfo Cami, Aurelio Caminati, Marco De Barbieri, Gigi Degli Abati, Walter Di Giusto, Josine Dupont, Bruno Liberti, Claudio Molinari, Stan Constantin Neacşu, Riri Negri, Alessandro Y Neva, Martino Oberto, Annamaria Y Palacios, Sergio Poggi, MarcoPonte, Gio Sciello, Gabriella Soldatini, Alessandro Tambresoni, Pino Tipaldo, Nevio Zanardi.
L'OCCHIO SEGRETO
Giancarlo Contu è un artista poliedrico e complesso. Dopo essersi diplomato all'Accademia Ligustica di Belle Arti di Genova, inizia il suo percorso di ricerca: in un primo momento, si dedica alla pittura realizzando quadri astratti in cui è possibile scorgere l'influenza di Emilio Vedova, poi la accantona, come se volesse distaccarsi dai suoi modelli e trovare una propria identità artistica originale.
Inizia così a sperimentare e a cimentarsi con linguaggi artistici diversi; realizza performance ed installazioni, partecipa a mostre collettive, in Italia e all'estero, affermandosi nel panorama artistico. Esegue elaborazioni digitali e nel 2008 inizia a lavorare ad un progetto mediatico.
Le sue opere diventano più intimiste e mature, mostrano un'evoluzione rispetto a quelle giovanili: il percorso interiore, compiuto negli anni trascorsi, lo spinge all'introspezione psicologica.
L'opera artistica è diventata uno strumento di conoscenza che Contu utilizza per indagare la propria interiorità e proprio per questo, ora, ritrae spesso se stesso nelle sue elaborazioni digitali e nei dipinti: il bisogno di investigare se stesso coincide con quello di comunicare, di trovare un punto di contatto con lo spettatore. Traspare una maggiore umanità e consapevolezza di sé, ma anche un senso di inquietudine e di malessere. L'artista non teme di esporsi, di mettersi a nudo e chi osserva certe sue opere ha l'impressione di guardarlo mentre si studia, si osserva con meticolosità quasi scientifica, come se cercasse di capirsi attraverso i suoi lavori.
Parallelamente al tema dell'interiorità, affronta tematiche sociali realizzando, per esempio, un'installazione che denuncia le violenze perpetrate dai nazisti. La sua coscienza lo spinge ad affrontare argomenti difficili, senza timore di rappresentarli con realismo e toni quasi cruenti.
In questa mostra personale presso Satura, viene presentato il ciclo "Das geheime auge" (l'occhio segreto) di cui fa parte l'opera "Das geheime auge von Messerschmidt" premiata nel concorso nazionale SATURARTE 2010. Le tele esposte sono caratterizzate dalla predominanza del colore rosso e dalla presenza di volti trasfigurati che emergono dal fondo e di corpi contorti. Opere pervase di inquietudine e di angoscia, in cui viene ritratta un'umanità dolente e grottesca e in cui, a volte, è possibile riconoscere le sembianze stesse dell'artista.
L'occhio indagatore dell'artista rivela una visione pessimistica della condizione umana: l'uomo sembra prigioniero di forze invisibili, avviluppato su se stesso, il volto trasfigurato in orribili smorfie.
MARIO GIANNONI
S'inaugura sabato 5 marzo 2011 alle ore 17:00 nelle splendide sale di Palazzo Stella, Genova la mostra personale "Immagini" di Mario Giannoni.
In questa mostra Giannoni presenta una serie di opere di grande impatto emotivo, raccogliendo le tematiche a lui più care.
Il Giannoni, che ha interessato favorevolmente la critica merita una particolare attenzione per la validità della sua attività pittorica, che senza rinunciare alla inspirazione e ai suggerimenti del mondo esteriore riesce a realizzare – in forma tipicamente espressionistica – schemi estetici formali sinceramente personali e tali da riscuotere l'approvazione generale. Egli concilia, nei suoi quadri, lo studio del vero con la libera concezione dimostrando intelligenza e particolare sensibilità ed esprimendo il suo sincero stato d'animo.
Numerosi i riscontri positivi ricevuti da pubblico e critica in questi anni: "Mario Giannoni è un artista che convince per la sensibilità intuitiva, per la scelta dei colori, corrispondente all'ambito ripreso: il suo espressionismo denota percezione ed assimilazione delle note salienti: sentimento, liricità, subcosciente."
Da "Il Cittadino" G. Migone
" Le opere di Mario Giannoni denotano profonda serietà e misura, nate dalla stretta coerenza tra ispirazione e forma. Le apparenze della realtà si fanno più contenute nella loro sinfonia coloristica per pervenire ad una rigorosa semplificazione cromatica e formale. La tavolozza si fa sommessa nella fusione di grigi, bianchi e neri che si uniscono in una sottile musicalità. Un sostrato poetico anima tutti i lavori."
Da " La Gazzetta del Lunedì" A. M. Secondino
UN MONDO DI CUBI
Eva Reguzzoni è una giovane artista lombarda che Satura ha voluto premiare per doti tecniche ed originalità stilistica. A lei è stato assegnato infatti il primo premio del concorso nazionale Saturarte, giunto ormai alla sua quindicesima edizione. Il riconoscimento la encomia per la sua brillante reinterpretazione dei motivi fondamentali del minimalismo contemporaneo.
Veloci, dinamici, i cubi di Eva invadono lo spazio e lo sconvolgono in una prorompente sinfonia di colori. Si sdoppiano, si triplicano, si moltiplicano in una contagiosa simmetria di dimensioni che rapisce ed ipnotizza lo sguardo.
Il mondo di Eva ruota tutto attorno a tre elementi portanti: la scomposizione del piano spaziale, il contrasto monocromatico, e la linea retta.
Ogni elemento è indispensabile e complementare e contribuisce a trasformare componenti scarni ed essenziali in un quadro completo di vivace ricchezza.
Lo spazio è elemento di grande carattere nell'opera: esso sembra infrangersi e dissolversi catturato da geometrie instabili e vibranti, che lo invadono fino a smaterializzarlo.
Inoltre l'ossessiva ripetizione quadratica sfalsa e frammenta le proporzioni del piano; ed è proprio questo che cattura lo spettatore: un'incredibile profondità che ha origine soltanto tramite la linearità bidimensionale.
Analizzando oltre, ciò che di sicuro stupisce è l'utilizzo virtuoso del colore: toni carichi e pieni in campiture decise, sono abilmente sovrapposti, fino a fondersi in un unicum di penetranti contrasti cromatici. Sfumature variegate, che esaltano la gamma dei colori primari.
Infine è d'obbligo osservare la cura e la ricerca della linea: Eva celebra il trionfo della retta e la sua mano si muove con sicurezza sulla tela, declinando ogni suo tratto con personalità e carattere. Ciascuna linea è diversa, unica: talune nette, talune sporche, e poi spesse, sottili, graffiate, sfumate, accennate...talune solo immaginate.
Un unico gesto, innumerevoli grafie. Una pluralità che ci riporta alla pura dimensione del segno.
Nell'insieme questo suo mondo di cubi ci appare fortemente evocativo: in esso si possono leggere riferimenti artistici all'antica arte vetraria come all'avanguardia di Mondrian. Ma queste figure ci riportano anche ad una dimensione più quotidiana e familiare, fatta di tante finestrelle nascoste e sovrapposte: quella di una città di oggi, tutta rinchiusa in alti palazzi e grattacieli, atomistica ed animata da un forte verticalismo.
Queste forme a noi note, tuttavia, vengono dipinte come un colorato mosaico di differenze, che evolve la monotonia e l'uniformità in una grande ricchezza di stimoli. Ne emerge infine un caos creativo incapsulato in rigide forme, le quali, solo a stento, ne trattengono lo slancio vitale e dinamico.
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